I - Abstract La crisi economica globale, avviatasi nei primi mesi del 2008 e al 2012 ancora presente nei mercati finanziari mondiali, ha portato alla luce le numerose incertezze e debolezze di compagnie e paesi, creduti solidi. La svalutazione che ha colpito gli strumenti finanziari ha evidenziato la presenza di fattori, determinanti prezzi, e quindi anche rendimenti, che non sono rappresentativi di quelli reali di mercato. Tra le diverse categorie di asset presenti nei mercati mondiali i titoli di debito hanno mostrato un decremento significativo dei propri prezzi, da cui è scaturito un incremento del rendimento atteso, che ha riflesso le incertezze degli investitori internazionali sulla solvibilità degli istituti emittenti. La compensazione aggiuntiva determinante tale incremento di rendimento atteso è stata definita premio di liquidità, e numerose sono le teorie legate alla sua esistenza e metodologia di calcolo. Una definizione possibilmente esaustiva identifica il premio di liquidità quale il rendimento aggiuntivo richiesto dagli investitori per detenere uno strumento più difficile da negoziare sul mercato. La decomposizione degli spread obbligazionari per comprendere l'esatta misura del premio è un'area di ricerca in continua evoluzione. Questa tesi ha voluto elencare i metodi attualmente più conosciuti che siano riusciti a misurare questa compensazione che non è riconducibile direttamente al rischio di default atteso ed inatteso che sono soliti riflettere i differenziali dei titoli obbligazionari. Se sino al 2010 si è potuto constatare un allargamento delle curve per i rendimenti dei titoli corporate, questo fenomeno si è esteso, nel 2011, alle emissioni dei titoli governativi. Per le compagnie assicurative che volessero rappresentare i risultati d'esercizio secondo le nuove valutazioni a valori di mercato e con gli scenari finanziari in evidente stato di flessione, poter includere nelle curve dei tassi d'interesse utilizzati per lo sconto delle proprie passività un premio aggiuntivo, consentirebbe, ad esempio, di diminuire i requisiti di capitale richiesti dalle nuove normative Solvency II.

Il premio di liquidità e sue possibili evoluzioni

BACCI, ANDREA
2010/2011

Abstract

I - Abstract La crisi economica globale, avviatasi nei primi mesi del 2008 e al 2012 ancora presente nei mercati finanziari mondiali, ha portato alla luce le numerose incertezze e debolezze di compagnie e paesi, creduti solidi. La svalutazione che ha colpito gli strumenti finanziari ha evidenziato la presenza di fattori, determinanti prezzi, e quindi anche rendimenti, che non sono rappresentativi di quelli reali di mercato. Tra le diverse categorie di asset presenti nei mercati mondiali i titoli di debito hanno mostrato un decremento significativo dei propri prezzi, da cui è scaturito un incremento del rendimento atteso, che ha riflesso le incertezze degli investitori internazionali sulla solvibilità degli istituti emittenti. La compensazione aggiuntiva determinante tale incremento di rendimento atteso è stata definita premio di liquidità, e numerose sono le teorie legate alla sua esistenza e metodologia di calcolo. Una definizione possibilmente esaustiva identifica il premio di liquidità quale il rendimento aggiuntivo richiesto dagli investitori per detenere uno strumento più difficile da negoziare sul mercato. La decomposizione degli spread obbligazionari per comprendere l'esatta misura del premio è un'area di ricerca in continua evoluzione. Questa tesi ha voluto elencare i metodi attualmente più conosciuti che siano riusciti a misurare questa compensazione che non è riconducibile direttamente al rischio di default atteso ed inatteso che sono soliti riflettere i differenziali dei titoli obbligazionari. Se sino al 2010 si è potuto constatare un allargamento delle curve per i rendimenti dei titoli corporate, questo fenomeno si è esteso, nel 2011, alle emissioni dei titoli governativi. Per le compagnie assicurative che volessero rappresentare i risultati d'esercizio secondo le nuove valutazioni a valori di mercato e con gli scenari finanziari in evidente stato di flessione, poter includere nelle curve dei tassi d'interesse utilizzati per lo sconto delle proprie passività un premio aggiuntivo, consentirebbe, ad esempio, di diminuire i requisiti di capitale richiesti dalle nuove normative Solvency II.
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