Questo scritto si pone l'obiettivo di analizzare il mercato vitivinicolo italiano, ponendo un focus sul Piemonte e sul distretto delle Langhe e del Monferrato. L'Italia detiene una tradizione vitivinicola molto forte che negli anni le ha permesso di concorrere direttamente con la Francia per la posizione di primo produttore di vino al mondo. Oggi, nazioni come l'Italia e la Francia, permeate da una storia vinicola antica, devono cercare di difendere le loro quote di mercato dai New World Producers (Australia, Cile, California, SudAfrica, Argentina, Nuova Zelanda e Brasile); tali Paesi si sono da poco immessi sul mercato erodendo le quote degli Old World Producers (Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Germania) ai quali non resta che attuare strategie legate alla tradizione, all'esaltazione sensoriale del vino, all'innovazione ed al legame con la territorialità. In tale ottica il Piemonte è una regione che possiede una tradizione vinicola ed un patrimonio ampelografico senza eguali: si possono annoverare 16 vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita e 42 vini a Denominazione di Origine Controllata, vantando il maggior numero di certificazioni in tutta Italia. La maggior parte delle denominazioni piemontesi ha origine tra le colline delle Langhe e del Monferrato, zone vinicole d'eccellenza dove insistono un gran numero di aziende vitivinicole e cantine sociali ed una gran varietà di vitigni e vini di qualità. Il presente elaborato si compone di sei capitoli in cui si analizzano le dinamiche del settore, le società quotate internazionali, le principali società italiane, l'andamento della domanda e dell'offerta, l'impatto della crisi economica, le importazioni e le esportazioni nonché i canali distributivi utilizzati. Inoltre ci si sofferma sulla normativa comunitaria e nazionale che si pone l'obiettivo di salvaguardare il comparto, rendendolo maggiormente competitivo e migliorandone la qualità. Il tema della qualità viene affrontato trattando le denominazioni di origine, sia dal punto di vista legislativo che economico. La dissertazione si concentra sull'area vinicola delle Langhe e del Monferrato, i cui vitigni autoctoni, unitamente a vini come Barbera d'Asti Docg, Asti e Moscato d'Asti Docg, Barolo Docg, Barbaresco Docg e Gavi Docg, fanno sicuramente parte del patrimonio vinicolo di queste terre. Pertanto è stata realizzata una ricerca con l'intento di analizzare alcune aziende vinicole facenti parte del distretto delle Langhe e del Monferrato. A tal fine è stato redatto un questionario che mira a comprendere le strategie attuate dagli attori della filiera per mantenere la loro quota di mercato, il livello delle esportazioni ed i Paesi maggiormente coinvolti, le soluzioni adottate per far fronte alla crisi del mercato, gli strumenti distributivi e promozionali utilizzati, gli elementi attrattivi dell'azienda, oltre ad alcune domande sull'attuale situazione del mercato locale. Infine viene presentato un aspetto complementare alla produzione di vino di qualità: l'enoturismo. Questa pratica, oggi sempre più diffusa, vede il consumatore/turista coinvolto sensorialmente in un viaggio all'interno della cantina, alla scoperta delle origini del vino. Il rapporto diretto, l'esperienza sensoriale, il contatto con la natura, l'esaltazione della territorialità e l'offerta di servizi enoturistici diventano i nuovi valori su cui basare il business del vino.
Il settore vitivinicolo italiano. Il caso delle società vinicole delle Langhe e del Monferrato.
SCIMENES, VALENTINA
2010/2011
Abstract
Questo scritto si pone l'obiettivo di analizzare il mercato vitivinicolo italiano, ponendo un focus sul Piemonte e sul distretto delle Langhe e del Monferrato. L'Italia detiene una tradizione vitivinicola molto forte che negli anni le ha permesso di concorrere direttamente con la Francia per la posizione di primo produttore di vino al mondo. Oggi, nazioni come l'Italia e la Francia, permeate da una storia vinicola antica, devono cercare di difendere le loro quote di mercato dai New World Producers (Australia, Cile, California, SudAfrica, Argentina, Nuova Zelanda e Brasile); tali Paesi si sono da poco immessi sul mercato erodendo le quote degli Old World Producers (Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Germania) ai quali non resta che attuare strategie legate alla tradizione, all'esaltazione sensoriale del vino, all'innovazione ed al legame con la territorialità. In tale ottica il Piemonte è una regione che possiede una tradizione vinicola ed un patrimonio ampelografico senza eguali: si possono annoverare 16 vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita e 42 vini a Denominazione di Origine Controllata, vantando il maggior numero di certificazioni in tutta Italia. La maggior parte delle denominazioni piemontesi ha origine tra le colline delle Langhe e del Monferrato, zone vinicole d'eccellenza dove insistono un gran numero di aziende vitivinicole e cantine sociali ed una gran varietà di vitigni e vini di qualità. Il presente elaborato si compone di sei capitoli in cui si analizzano le dinamiche del settore, le società quotate internazionali, le principali società italiane, l'andamento della domanda e dell'offerta, l'impatto della crisi economica, le importazioni e le esportazioni nonché i canali distributivi utilizzati. Inoltre ci si sofferma sulla normativa comunitaria e nazionale che si pone l'obiettivo di salvaguardare il comparto, rendendolo maggiormente competitivo e migliorandone la qualità. Il tema della qualità viene affrontato trattando le denominazioni di origine, sia dal punto di vista legislativo che economico. La dissertazione si concentra sull'area vinicola delle Langhe e del Monferrato, i cui vitigni autoctoni, unitamente a vini come Barbera d'Asti Docg, Asti e Moscato d'Asti Docg, Barolo Docg, Barbaresco Docg e Gavi Docg, fanno sicuramente parte del patrimonio vinicolo di queste terre. Pertanto è stata realizzata una ricerca con l'intento di analizzare alcune aziende vinicole facenti parte del distretto delle Langhe e del Monferrato. A tal fine è stato redatto un questionario che mira a comprendere le strategie attuate dagli attori della filiera per mantenere la loro quota di mercato, il livello delle esportazioni ed i Paesi maggiormente coinvolti, le soluzioni adottate per far fronte alla crisi del mercato, gli strumenti distributivi e promozionali utilizzati, gli elementi attrattivi dell'azienda, oltre ad alcune domande sull'attuale situazione del mercato locale. Infine viene presentato un aspetto complementare alla produzione di vino di qualità: l'enoturismo. Questa pratica, oggi sempre più diffusa, vede il consumatore/turista coinvolto sensorialmente in un viaggio all'interno della cantina, alla scoperta delle origini del vino. Il rapporto diretto, l'esperienza sensoriale, il contatto con la natura, l'esaltazione della territorialità e l'offerta di servizi enoturistici diventano i nuovi valori su cui basare il business del vino.File | Dimensione | Formato | |
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