Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo. Tra i fattori di rischio ad oggi individuati, rivestono grande importanza i cosiddetti fattori di rischio ¿modificabili¿ (es. fumo, stile di vita, ecc.), tra cui l'alimentazione. E' stato infatti dimostrato che diete ricche di antiossidanti, fibre alimentari, acidi grassi polinsaturi e modelli alimentari quali la Dieta Mediterranea hanno un ruolo preventivo e protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari. Recenti studi hanno dimostrato che determinati componenti dietetici sono in grado di modulare la metilazione del DNA di regioni geniche o geni specifici. Si può quindi ipotizzare che le alterazioni epigenetiche possano avere un ruolo eziologico nell'insorgenza della patologia cardiovascolare. Lo scopo della presente ricerca è indagare la relazione tra patterns alimentari, metilazione del DNA e rischio di insorgenza di infarto acuto del miocardio (IMA) in un ampio studio prospettico di coorte. I soggetti in esame sono stati reclutati nell'ambito dello studio EPICOR sulla relazione tra abitudini alimentari, stile di vita ed insorgenza di patologie cardiovascolari, innestato nella coorte italiana dello studio EPIC (The European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition). Il campione è costituito da 292 soggetti sani al reclutamento e colpiti da IMA durante il follow-up e 292 soggetti senza evidenze di malattia cardiovascolare, appaiati per età, sesso e centro di reclutamento. L'analisi di metilazione a livello dell'intero genoma su oltre 450.000 siti CpG è stata effettuata mediante l'uso di Infinium HumanMethylation450 BeadChips (Illumina). I patterns di alimentazione sono stati individuati attraverso un'analisi delle componenti principali (PCA) sulla base delle risposte al questionario di frequenza alimentare somministrato al reclutamento (1993-1998). La PCA ha permesso di identificare 3 differenti profili di alimentazione: considerando i due gruppi estremi, il primo è risultato caratterizzato da un maggior consumo di alimenti riportati in letteratura come ¿protettivi¿ e da una minore rappresentazione di casi, mentre il terzo è caratterizzato dall'assunzione di alimenti ¿a rischio¿ e da un numero di casi superiore rispetto ai controlli. La metilazione del DNA, in termini di metilazione globale, è risultata significativamente diversa tra casi e controlli, con i primi maggiormente metilati. Le analisi di regressione hanno evidenziato un aumento significativo del rischio di IMA all'aumentare dei livelli di metilazione globale; si osserva, inoltre, una relazione significativa tra il rischio cardiovascolare e il pattern di alimentazione meno ¿salutare¿. Tuttavia, almeno nel nostro campione, il pattern alimentare non sembra influire in maniera significativa sui livelli di metilazione globale, suggerendo che alimentazione e profili di metilazione globale possano essere fattori di rischio indipendenti. Infine, l'analisi delle curve ROC (Receiver Operating Characteristic) ha mostrato che l'inserimento dei profili di metilazione globale e di alimentazione nel modello analitico consente una migliore discriminazione tra casi e controlli rispetto all'inserimento dei soli fattori di rischio tradizionali. Nel complesso, questo studio ha mostrato l'influenza dei profili di metilazione sul rischio di IMA, suggerendone l'utilizzo per una migliore definizione del rischio individuale, insieme ai fattori di rischio tradizionali ed alle abitudini alimentari.
Studio della relazione tra patterns alimentari, metilazione del DNA e rischio cardiovascolare in un ampio studio di coorte
ALETTO, MARTINA
2015/2016
Abstract
Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo. Tra i fattori di rischio ad oggi individuati, rivestono grande importanza i cosiddetti fattori di rischio ¿modificabili¿ (es. fumo, stile di vita, ecc.), tra cui l'alimentazione. E' stato infatti dimostrato che diete ricche di antiossidanti, fibre alimentari, acidi grassi polinsaturi e modelli alimentari quali la Dieta Mediterranea hanno un ruolo preventivo e protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari. Recenti studi hanno dimostrato che determinati componenti dietetici sono in grado di modulare la metilazione del DNA di regioni geniche o geni specifici. Si può quindi ipotizzare che le alterazioni epigenetiche possano avere un ruolo eziologico nell'insorgenza della patologia cardiovascolare. Lo scopo della presente ricerca è indagare la relazione tra patterns alimentari, metilazione del DNA e rischio di insorgenza di infarto acuto del miocardio (IMA) in un ampio studio prospettico di coorte. I soggetti in esame sono stati reclutati nell'ambito dello studio EPICOR sulla relazione tra abitudini alimentari, stile di vita ed insorgenza di patologie cardiovascolari, innestato nella coorte italiana dello studio EPIC (The European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition). Il campione è costituito da 292 soggetti sani al reclutamento e colpiti da IMA durante il follow-up e 292 soggetti senza evidenze di malattia cardiovascolare, appaiati per età, sesso e centro di reclutamento. L'analisi di metilazione a livello dell'intero genoma su oltre 450.000 siti CpG è stata effettuata mediante l'uso di Infinium HumanMethylation450 BeadChips (Illumina). I patterns di alimentazione sono stati individuati attraverso un'analisi delle componenti principali (PCA) sulla base delle risposte al questionario di frequenza alimentare somministrato al reclutamento (1993-1998). La PCA ha permesso di identificare 3 differenti profili di alimentazione: considerando i due gruppi estremi, il primo è risultato caratterizzato da un maggior consumo di alimenti riportati in letteratura come ¿protettivi¿ e da una minore rappresentazione di casi, mentre il terzo è caratterizzato dall'assunzione di alimenti ¿a rischio¿ e da un numero di casi superiore rispetto ai controlli. La metilazione del DNA, in termini di metilazione globale, è risultata significativamente diversa tra casi e controlli, con i primi maggiormente metilati. Le analisi di regressione hanno evidenziato un aumento significativo del rischio di IMA all'aumentare dei livelli di metilazione globale; si osserva, inoltre, una relazione significativa tra il rischio cardiovascolare e il pattern di alimentazione meno ¿salutare¿. Tuttavia, almeno nel nostro campione, il pattern alimentare non sembra influire in maniera significativa sui livelli di metilazione globale, suggerendo che alimentazione e profili di metilazione globale possano essere fattori di rischio indipendenti. Infine, l'analisi delle curve ROC (Receiver Operating Characteristic) ha mostrato che l'inserimento dei profili di metilazione globale e di alimentazione nel modello analitico consente una migliore discriminazione tra casi e controlli rispetto all'inserimento dei soli fattori di rischio tradizionali. Nel complesso, questo studio ha mostrato l'influenza dei profili di metilazione sul rischio di IMA, suggerendone l'utilizzo per una migliore definizione del rischio individuale, insieme ai fattori di rischio tradizionali ed alle abitudini alimentari.File | Dimensione | Formato | |
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