Whether the technology sector is experiencing a new speculative bubble is a prominent issue that is receiving extensive coverage from the mass media for its potential repercussions on investors and the broader market. This research revisits the dot-com bust of 15 years ago and investigates past and current regularities within the IT market, while also imagining where tech companies might be headed in terms of valuations. The first part examines academics' two main conflicting theories on capital markets, efficient market vs. behavioural finance, and then transitions to a description of how a speculative bubble is generated. The second part includes an in-depth study of the dot-com bubble that occurred in the late-1990s/early-2000s and the lessons learned from that. It demonstrates how the dot-com crash is an example of speculative bubble born within the new tech market, under the influence of the New Economy wave. It scrutinizes the various players (new technologies, stock markets, central banks, investors and the media) that had a role in turning the dot-com market from a positive and remunerative opportunity to a speculative phenomenon that led to a recession. The third part compares the first dot-com bubble with the current market through various financial metrics, and answers questions on present market valuation of internet companies and developments in the technology industry, such as the rise of unicorns. The analysis proves that even though both periods share investors' excitement towards new technologies and businesses, the high valuations that were dominant in the public-market during the 2000 tech bubble today exceed among private, pre-IPO companies. The study concludes that valuations of individual pre-IPO start-ups need to be viewed cautiously. Equity capital markets currently valuate more reasonably publicly held companies, while it is the private market that appears to be more vulnerable. The disconnection in value will have to be resolved, either through a series of lower-priced IPOs, or in a massive collapse in pre-IPO valuations.

Se il settore tecnologico stia vivendo una nuova bolla speculativa è oggi argomento di dibattito e oggetto di ampia copertura da parte dei media per le sue potenziali ripercussioni sugli investitori e il resto del mercato. Questa tesi ha l'intento di ripercorrere l'esplosione della bolla dot-com di 15 anni fa ed evidenziarne similitudini e differenze con il mercato tecnologico attuale, nonché di giudicare se i livelli a cui le società di internet vengono oggi valutate siano giustificati. La prima parte esamina le due principali e contrapposte visioni degli accademici riguardanti i mercati dei capitali, la teoria dei mercati efficienti e la finanza comportamentale. In seguito, l'elaborato si occupa di descrivere il processo di creazione delle bolle speculative. La seconda parte include uno studio approfondito della bolla dot-com occorsa tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni '00, e le lezioni che se ne possono trarre. Si dimostra come la sua esplosione sia un esempio di bolla speculativa nata all'interno del nuovo mercato tecnologico, sotto l'influenza della cosiddetta New Economy. Si giudica quale ruolo diversi fattori (nuove tecnologie, mercati azionari, banche centrali, investitori e media) abbiano avuto nel tramutare il mercato delle dot-com da una positiva e remunerativa opportunità a un fenomeno speculativo che ha condotto a una recessione. La terza parte si occupa di confrontare la prima bolla dot-com con il mercato odierno attraverso vari indicatori finanziari, oltre che a rispondere a domande sulle attuali valutazioni di mercato delle società informatiche, presentandone le maggiori novità, come l'ascesa degli unicorni. L'analisi dimostra come seppur entrambi i periodi condividano l'entusiasmo degli investitori nei confronti delle nuove tecnologie e di nuovi modelli di business, le alte valutazioni che erano predominanti nei mercati pubblici durante la bolla tecnologica degli anni 2000 oggi si verificano invece nelle società private. Lo studio conclude che le valutazioni delle start-up non (ancora) quotate vadano visionate con cautela. I mercati azionari dei capitali attualmente valutano più ragionevolmente le società pubbliche, mentre è il mercato privato ad apparire più vulnerabile alla speculazione. Questa incongruenza di valori dovrà essere risolta, o attraverso una serie di offerte pubbliche a prezzi inferiori agli attuali, o tramite un collasso nelle valutazioni delle società private.

Dot-com bubble 2.0: A comparison between today's technology market trends and the first dot-com bust

PIATTI, ALESSANDRO
2015/2016

Abstract

Se il settore tecnologico stia vivendo una nuova bolla speculativa è oggi argomento di dibattito e oggetto di ampia copertura da parte dei media per le sue potenziali ripercussioni sugli investitori e il resto del mercato. Questa tesi ha l'intento di ripercorrere l'esplosione della bolla dot-com di 15 anni fa ed evidenziarne similitudini e differenze con il mercato tecnologico attuale, nonché di giudicare se i livelli a cui le società di internet vengono oggi valutate siano giustificati. La prima parte esamina le due principali e contrapposte visioni degli accademici riguardanti i mercati dei capitali, la teoria dei mercati efficienti e la finanza comportamentale. In seguito, l'elaborato si occupa di descrivere il processo di creazione delle bolle speculative. La seconda parte include uno studio approfondito della bolla dot-com occorsa tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni '00, e le lezioni che se ne possono trarre. Si dimostra come la sua esplosione sia un esempio di bolla speculativa nata all'interno del nuovo mercato tecnologico, sotto l'influenza della cosiddetta New Economy. Si giudica quale ruolo diversi fattori (nuove tecnologie, mercati azionari, banche centrali, investitori e media) abbiano avuto nel tramutare il mercato delle dot-com da una positiva e remunerativa opportunità a un fenomeno speculativo che ha condotto a una recessione. La terza parte si occupa di confrontare la prima bolla dot-com con il mercato odierno attraverso vari indicatori finanziari, oltre che a rispondere a domande sulle attuali valutazioni di mercato delle società informatiche, presentandone le maggiori novità, come l'ascesa degli unicorni. L'analisi dimostra come seppur entrambi i periodi condividano l'entusiasmo degli investitori nei confronti delle nuove tecnologie e di nuovi modelli di business, le alte valutazioni che erano predominanti nei mercati pubblici durante la bolla tecnologica degli anni 2000 oggi si verificano invece nelle società private. Lo studio conclude che le valutazioni delle start-up non (ancora) quotate vadano visionate con cautela. I mercati azionari dei capitali attualmente valutano più ragionevolmente le società pubbliche, mentre è il mercato privato ad apparire più vulnerabile alla speculazione. Questa incongruenza di valori dovrà essere risolta, o attraverso una serie di offerte pubbliche a prezzi inferiori agli attuali, o tramite un collasso nelle valutazioni delle società private.
ENG
Whether the technology sector is experiencing a new speculative bubble is a prominent issue that is receiving extensive coverage from the mass media for its potential repercussions on investors and the broader market. This research revisits the dot-com bust of 15 years ago and investigates past and current regularities within the IT market, while also imagining where tech companies might be headed in terms of valuations. The first part examines academics' two main conflicting theories on capital markets, efficient market vs. behavioural finance, and then transitions to a description of how a speculative bubble is generated. The second part includes an in-depth study of the dot-com bubble that occurred in the late-1990s/early-2000s and the lessons learned from that. It demonstrates how the dot-com crash is an example of speculative bubble born within the new tech market, under the influence of the New Economy wave. It scrutinizes the various players (new technologies, stock markets, central banks, investors and the media) that had a role in turning the dot-com market from a positive and remunerative opportunity to a speculative phenomenon that led to a recession. The third part compares the first dot-com bubble with the current market through various financial metrics, and answers questions on present market valuation of internet companies and developments in the technology industry, such as the rise of unicorns. The analysis proves that even though both periods share investors' excitement towards new technologies and businesses, the high valuations that were dominant in the public-market during the 2000 tech bubble today exceed among private, pre-IPO companies. The study concludes that valuations of individual pre-IPO start-ups need to be viewed cautiously. Equity capital markets currently valuate more reasonably publicly held companies, while it is the private market that appears to be more vulnerable. The disconnection in value will have to be resolved, either through a series of lower-priced IPOs, or in a massive collapse in pre-IPO valuations.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/117608