La filosofia epicurea, come sostenuto da alcuni interpreti, può essere considerata un tutto teleologicamente e gerarchicamente ordinato, dalla canonica alla fisica all'etica, che costituirebbe il fine dell'intero sistema con il conseguimento dell'atarassia. Il raggiungimento di questo fine però richiede la conoscenza della natura delle cose e quindi l'apprendimento dei capisaldi della fisica: non si può essere felici avendo eliminato le cause di turbamento dell'anima senza aver compreso quale sia quella natura. Si è dunque cercato di mostrare, inserendo le diverse argomentazioni, addotte da Lucrezio all'interno del De rerum natura, contro una visione provvidenziale del cosmo nel contesto più ampio non solo dei diversi libri ma anche dell'intera opera, che esse non sono semplici digressioni o intermezzi, bensì rappresentano spesso la base fondamentale su cui poggiano le argomentazioni successive. La premessa che si è cercata di tenere sempre salda è quella esposta dallo stesso Lucrezio all'inizio dell'opera: solo eliminando il terrore instillato nell'uomo dai vati «che dicono terrore» sarà possibile seguire Lucrezio sulla strada, già tracciata dal maestro Epicuro, che porta al raggiungimento della pace dell'animo.
IL PROBLEMA TEOLOGICO IN LUCREZIO
NAPOLETANO, SARA
2014/2015
Abstract
La filosofia epicurea, come sostenuto da alcuni interpreti, può essere considerata un tutto teleologicamente e gerarchicamente ordinato, dalla canonica alla fisica all'etica, che costituirebbe il fine dell'intero sistema con il conseguimento dell'atarassia. Il raggiungimento di questo fine però richiede la conoscenza della natura delle cose e quindi l'apprendimento dei capisaldi della fisica: non si può essere felici avendo eliminato le cause di turbamento dell'anima senza aver compreso quale sia quella natura. Si è dunque cercato di mostrare, inserendo le diverse argomentazioni, addotte da Lucrezio all'interno del De rerum natura, contro una visione provvidenziale del cosmo nel contesto più ampio non solo dei diversi libri ma anche dell'intera opera, che esse non sono semplici digressioni o intermezzi, bensì rappresentano spesso la base fondamentale su cui poggiano le argomentazioni successive. La premessa che si è cercata di tenere sempre salda è quella esposta dallo stesso Lucrezio all'inizio dell'opera: solo eliminando il terrore instillato nell'uomo dai vati «che dicono terrore» sarà possibile seguire Lucrezio sulla strada, già tracciata dal maestro Epicuro, che porta al raggiungimento della pace dell'animo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/117472