Negli ultimi decenni la formaldeide (FA), microinquinante chimico ubiquitario sia in ambienti di vita sia di lavoro, ha assunto un ruolo primario come fattore di rischio a cui i lavoratori possono essere esposti. La FA è infatti una molecola estremamente reattiva, irritante, cancerogena e capace di indurre stress ossidativo, incrementando nei tessuti la formazione di specie reattive dell'ossigeno (ROS). Tra gli ambienti lavorativi in cui questa sostanza è oggi ancora presente ed utilizzata si annoverano gli ospedali e i laboratori scientifici, in cui il personale può essere esposto al rischio derivante da una sua acuta o cronica inalazione. Questo studio ha voluto valutare l'esposizione personale di una popolazione di lavoratori di alcuni presidi ospedalieri di Torino e provincia esposti alla FA, attraverso l'applicazione di un campionatore personale passivo (Radiello©) durante un intero turno di lavoro (6/8 h). I livelli di stress ossidativo potenzialmente indotti nei soggetti reclutati sono stati quantificati mediante alcuni biomarkers urinari: isoprostano, malondialdeide e glutatione. Si è voluto parallelamente indagare l'efficacia di alcuni sistemi di prevenzione dell'esposizione alla FA dei lavoratori, quali l'introduzione del sistema ¿Under Vacuum System¿ (U.V.S.) e l'utilizzo di contenitori precaricati con formalina. Inoltre, sono stati tenuti in considerazione alcuni potenziali fattori confondenti, come il fumo di tabacco. Le analisi hanno permesso di evidenziare un livello espositivo di FA più elevato nei soggetti che hanno utilizzato la formalina, in particolare nella forma liquida, nella giornata di campionamento rispetto a chi non l'ha utilizzata (p = 0,032). Al contrario, i lavoratori operanti in sale dotate di U.V.S. hanno evidenziato livelli di FA più bassi del 75% rispetto alle concentrazioni misurate per le stesse mansioni lavorative nelle sale operatorie senza U.V.S. e in anatomia patologica, con differenze risultate statisticamente significative (p = 0,003) e valori minori rispetto ai soggetti che hanno utilizzato la FA liquida nelle sale non dotate di U.V.S. L'utilizzo del contenitore precaricato, evidenzia esposizioni alla FA simili a quelle riscontrate tra coloro che utilizzano il sistema U.V.S. nelle sale. Infine, i lavoratori della anatomie patologiche che hanno utilizzato FA liquida presentano valori di FA aerodispersa più alti (p = 0,001) rispetto agli operatori ospedalieri occupati nelle sale operatorie senza vacuum (circa 4 volte maggiori) e con il vacuum (circa 10 volte maggiori), poiché utilizzano volumi maggiori di FA e hanno maggiori carichi di lavoro, ricevendo pezzi anatomici da tutte le sale operatorie dell'ospedale. Le analisi biologiche hanno infine confermato una significativa correlazione positiva con i livelli di esposizione alla FA che, dunque, evidenzia un evidente effetto di induzione di stress ossidativo. In particolare, l'isoprostano urinario si è rivelato essere un valido biomarker di esposizione, capace di evidenziare anche minime variazioni dell'equilibrio redox dovute alle diverse concentrazioni e condizioni espositive, come sottolineato dai risultati dell'analisi di regressione multivariata (p = 0,001). Questo studio ha dunque evidenziato non solo la relazione tra esposizione alla FA ed alcune risposte biologiche predittive di una condizione di rischio, ma soprattutto il grande potenziale protettivo e preventivo dell'U.V.S.
ESPOSIZIONE PROFESSIONALE ALLA FORMALDEIDE: induzione di stress ossidativo e strategie preventive contro un cancerogeno umano
BALSAMO, ANNA
2014/2015
Abstract
Negli ultimi decenni la formaldeide (FA), microinquinante chimico ubiquitario sia in ambienti di vita sia di lavoro, ha assunto un ruolo primario come fattore di rischio a cui i lavoratori possono essere esposti. La FA è infatti una molecola estremamente reattiva, irritante, cancerogena e capace di indurre stress ossidativo, incrementando nei tessuti la formazione di specie reattive dell'ossigeno (ROS). Tra gli ambienti lavorativi in cui questa sostanza è oggi ancora presente ed utilizzata si annoverano gli ospedali e i laboratori scientifici, in cui il personale può essere esposto al rischio derivante da una sua acuta o cronica inalazione. Questo studio ha voluto valutare l'esposizione personale di una popolazione di lavoratori di alcuni presidi ospedalieri di Torino e provincia esposti alla FA, attraverso l'applicazione di un campionatore personale passivo (Radiello©) durante un intero turno di lavoro (6/8 h). I livelli di stress ossidativo potenzialmente indotti nei soggetti reclutati sono stati quantificati mediante alcuni biomarkers urinari: isoprostano, malondialdeide e glutatione. Si è voluto parallelamente indagare l'efficacia di alcuni sistemi di prevenzione dell'esposizione alla FA dei lavoratori, quali l'introduzione del sistema ¿Under Vacuum System¿ (U.V.S.) e l'utilizzo di contenitori precaricati con formalina. Inoltre, sono stati tenuti in considerazione alcuni potenziali fattori confondenti, come il fumo di tabacco. Le analisi hanno permesso di evidenziare un livello espositivo di FA più elevato nei soggetti che hanno utilizzato la formalina, in particolare nella forma liquida, nella giornata di campionamento rispetto a chi non l'ha utilizzata (p = 0,032). Al contrario, i lavoratori operanti in sale dotate di U.V.S. hanno evidenziato livelli di FA più bassi del 75% rispetto alle concentrazioni misurate per le stesse mansioni lavorative nelle sale operatorie senza U.V.S. e in anatomia patologica, con differenze risultate statisticamente significative (p = 0,003) e valori minori rispetto ai soggetti che hanno utilizzato la FA liquida nelle sale non dotate di U.V.S. L'utilizzo del contenitore precaricato, evidenzia esposizioni alla FA simili a quelle riscontrate tra coloro che utilizzano il sistema U.V.S. nelle sale. Infine, i lavoratori della anatomie patologiche che hanno utilizzato FA liquida presentano valori di FA aerodispersa più alti (p = 0,001) rispetto agli operatori ospedalieri occupati nelle sale operatorie senza vacuum (circa 4 volte maggiori) e con il vacuum (circa 10 volte maggiori), poiché utilizzano volumi maggiori di FA e hanno maggiori carichi di lavoro, ricevendo pezzi anatomici da tutte le sale operatorie dell'ospedale. Le analisi biologiche hanno infine confermato una significativa correlazione positiva con i livelli di esposizione alla FA che, dunque, evidenzia un evidente effetto di induzione di stress ossidativo. In particolare, l'isoprostano urinario si è rivelato essere un valido biomarker di esposizione, capace di evidenziare anche minime variazioni dell'equilibrio redox dovute alle diverse concentrazioni e condizioni espositive, come sottolineato dai risultati dell'analisi di regressione multivariata (p = 0,001). Questo studio ha dunque evidenziato non solo la relazione tra esposizione alla FA ed alcune risposte biologiche predittive di una condizione di rischio, ma soprattutto il grande potenziale protettivo e preventivo dell'U.V.S.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
737198_tesidefinitivapertesionline.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
2.33 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.33 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/117393