Lo scopo di questo studio è quello di indagare, analizzare, e comprendere, le tre opere giuridiche che resero celebre la controversia secentesca in merito alla libertà sul mare, ovvero la più che famosa opera di Ugo Grozio, il Mare Liberum, de Iure quod Batavis Competit ad Indicana Commercia Dissertatio del 1609 e le due opere che gli seguriono come risposta: An Abridgement of All Sea-lawers di William Welwod del 1613 e il Mare Clausum , of the Dominion, or, Ownership of the Sea del 1635 di John Selden. Mostrerò la dialettica, la logica concettuale e la dogmatica giuridica degli autori che dovettero cimentarsi nella complessa controversia che vide affermarsi una fondamentale domanda per i popoli europei del XVII secolo, Mare Liberum o Mare Cluasum? L'approccio che ho utilizzato è prevalentemente quello analitico, ho analizzato i testi originali ed ho cercato di estrapolarne il messaggio organizzandolo in un discorso continuativo. L'interesse del primo capitolo analizza le basi concettuali di Aristotele e degli Stoici sul diritto naturale in quanto furono gli strumenti di base di Grozio e quello che gli oppositori andarono a screditare. Ho in più riportato riflessioni storiche, e filologiche, sulla nozione di ius gentium e le tre possibili attribuzioni che possono essergli date poiché fu esattamente quello che fecero i tre autori. Ius gentium è il diritto proprio di tutti gli uomini a prescindere dall'appartenenza territoriale o è un termine per indicare il diritto pubblico degli Stati stranieri? Nel secondo capitolo ho dato ampio spazio al Mare Liberum di Grozio. Partendo da elmentei base della sua vita per giungere all'analisi della sua opera ho evidenziato: la linea di continuità che è possibile osservare tra le sue opere; la concezione di un diritto naturale incentrato sulla natura dell'uomo e sottratto all'influenza della dogmatica ecclesiastica; la relazione e l'equiparazione che fece tra ius naturale e ius gentium. Ho portato anche l'attenzione sul perché egli intese il mare inacquisibile e su come costituì il diritto di prorpietà, parte questa particolarmente affascinante. Nel terzo capitolo invece mi son concentrato sullo studio delle fonti che Grozio richiamò nell'opera e di come egli le utilizzò. Ne apparirà che Grozio costituì il diritto naturale dall'unione della teoria di Aristotele e delgi Stoici, in più si potrà osservare che le fonti religiose vennero citate più per confutare la teologia giuridica che per rifarsi ad essa. Nel quarto capitolo analizzerò invece come il diritto alla pesca venne inteso libero per tutti i popoli da Grozio e come Welwod gli si oppose. Verrà dunque analizzato il capitolo XVII dell'opera dell'Inglese che fu esplicitamente rivolto contro Grozio e come Welwod intese il diritto delle Nazioni. Il quinto capitolo è dedicato al Mare Clausum di Selden, opera affascinante e complessa che merita un'estrema attenzione in quanto non solo fu rivolta contro il Mare Liberum ma anche contro il De Iure Belli ac Pacis. Analizzerò la costruzione teorica del diritto delle Nazioni proposto da Selden, cosa per lui avrebbe dovuto comportare e soprattutto il perché il mare sarebbe stato acquisibile. Sarà data grande importanza al Mare Clausum in quanto non esiste una sua traduzione italiana, fatto che ritengo interessante in quanto l'opera di Selden non fu per nulla secondaria a quelle di Grozio. Chiudo lo studio con un breve capitolo dedicato a come Carl Schmitt intese il dibattito Mare Liberum o Mare Clausum.

Mare Liberum? Grozio e il diritto internazionale sui mari

CRAVETTO, LUIGI
2011/2012

Abstract

Lo scopo di questo studio è quello di indagare, analizzare, e comprendere, le tre opere giuridiche che resero celebre la controversia secentesca in merito alla libertà sul mare, ovvero la più che famosa opera di Ugo Grozio, il Mare Liberum, de Iure quod Batavis Competit ad Indicana Commercia Dissertatio del 1609 e le due opere che gli seguriono come risposta: An Abridgement of All Sea-lawers di William Welwod del 1613 e il Mare Clausum , of the Dominion, or, Ownership of the Sea del 1635 di John Selden. Mostrerò la dialettica, la logica concettuale e la dogmatica giuridica degli autori che dovettero cimentarsi nella complessa controversia che vide affermarsi una fondamentale domanda per i popoli europei del XVII secolo, Mare Liberum o Mare Cluasum? L'approccio che ho utilizzato è prevalentemente quello analitico, ho analizzato i testi originali ed ho cercato di estrapolarne il messaggio organizzandolo in un discorso continuativo. L'interesse del primo capitolo analizza le basi concettuali di Aristotele e degli Stoici sul diritto naturale in quanto furono gli strumenti di base di Grozio e quello che gli oppositori andarono a screditare. Ho in più riportato riflessioni storiche, e filologiche, sulla nozione di ius gentium e le tre possibili attribuzioni che possono essergli date poiché fu esattamente quello che fecero i tre autori. Ius gentium è il diritto proprio di tutti gli uomini a prescindere dall'appartenenza territoriale o è un termine per indicare il diritto pubblico degli Stati stranieri? Nel secondo capitolo ho dato ampio spazio al Mare Liberum di Grozio. Partendo da elmentei base della sua vita per giungere all'analisi della sua opera ho evidenziato: la linea di continuità che è possibile osservare tra le sue opere; la concezione di un diritto naturale incentrato sulla natura dell'uomo e sottratto all'influenza della dogmatica ecclesiastica; la relazione e l'equiparazione che fece tra ius naturale e ius gentium. Ho portato anche l'attenzione sul perché egli intese il mare inacquisibile e su come costituì il diritto di prorpietà, parte questa particolarmente affascinante. Nel terzo capitolo invece mi son concentrato sullo studio delle fonti che Grozio richiamò nell'opera e di come egli le utilizzò. Ne apparirà che Grozio costituì il diritto naturale dall'unione della teoria di Aristotele e delgi Stoici, in più si potrà osservare che le fonti religiose vennero citate più per confutare la teologia giuridica che per rifarsi ad essa. Nel quarto capitolo analizzerò invece come il diritto alla pesca venne inteso libero per tutti i popoli da Grozio e come Welwod gli si oppose. Verrà dunque analizzato il capitolo XVII dell'opera dell'Inglese che fu esplicitamente rivolto contro Grozio e come Welwod intese il diritto delle Nazioni. Il quinto capitolo è dedicato al Mare Clausum di Selden, opera affascinante e complessa che merita un'estrema attenzione in quanto non solo fu rivolta contro il Mare Liberum ma anche contro il De Iure Belli ac Pacis. Analizzerò la costruzione teorica del diritto delle Nazioni proposto da Selden, cosa per lui avrebbe dovuto comportare e soprattutto il perché il mare sarebbe stato acquisibile. Sarà data grande importanza al Mare Clausum in quanto non esiste una sua traduzione italiana, fatto che ritengo interessante in quanto l'opera di Selden non fu per nulla secondaria a quelle di Grozio. Chiudo lo studio con un breve capitolo dedicato a come Carl Schmitt intese il dibattito Mare Liberum o Mare Clausum.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/117340