Obiettivo della mia trattazione è quello di analizzare da vicino come e perchè si diffondono le bufale sul web. In una società ormai "interattiva" in cui gli utenti sono sempre connessi, informarsi è diventato un gioco da ragazzi. Ma quanto possiamo fare realmente affidamento alle notizie che circolano in rete? E' inequivocabile che, ormai, ognuno di noi possa dirsi parte integrante del sistema Internet, in particolare dopo l'avvento dei social network, Facebook in primis. Tutti o quasi possiedono un profilo personale sul nuovo social media ed è proprio sul suo utilizzo e sul suo ruolo nella diffusione di notizie che concentrerò la mia analisi. La tesi si articola in quattro capitoli, nei quali cerco di argomentare e approfondire l'universo delle Bufale e dei suoi "consumatori" ignari e non. Il primo capitolo, di carattere più generale, inquadra il fenomeno della diffusione delle notizie e i cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni in seguito all'avvento del digitale e della Rete per poi introdurre il discorso sulla disinformazione e sulla comparsa delle prime Bufale sul web. Il secondo capitolo si focalizza su un'analisi attenta del social network più utilizzato al mondo, Facebook, e sulle dimaniche sociali che sono alla base della diffusione di idee, notizie e dicerie. Si tratta qui di istinto conformistico, processi di polarizzazione, istinto sensazionalistico, sleeper effect per poi dare una prima anticipazione della forma che assumono le bufale sul social media. Il terzo capitolo è un vero e proprio "vademecum della bufala" in cui descrivo quali sono gli ingredienti e i processi per costruire una bufala ad hoc. Riportando poi qualche esempio tangibile di notizie ritrovate su facebook. Il quarto ed ultimo capitolo si intitola "capire e difendersi dalle bufale" ed è suddiviso in due parti. La prima parte descrive: - quali siano i tratti fondamentali per contrastare il fenomeno, primi fra tutti l'importanza del fact checking; - quali processi si attivano nel momento in cui una bufala viene svelata (biased assimilation e ritorno di fiamma); - l'importanza della figura dei debunker e del loro contributo quotidiano alla lotta alla disinformazione; - le nuove funzionalità introdotte da Facebook nel tentativo di dichiarare ufficialmente guerra alla bufale online. La seconda è dedicata al "capire", affrontare cioè il fenomeno da un punto di vista analitico. In questa sede mi propongo di analizzare alcuni studi scientifici: - sulla diffusione delle bufale/catene di Sant'Antonio; - su come riconoscere bufale, frodi e inganni in rete attraverso lo stile di scrittura; - sulle dinamiche di diffusione delle bufale complottiste su Facebook.
BUFALE E DISINFORMAZIONE NELL'ERA DIGITALE: ANALISI DEL CASO FACEBOOK
PRIORE, GIULIA
2014/2015
Abstract
Obiettivo della mia trattazione è quello di analizzare da vicino come e perchè si diffondono le bufale sul web. In una società ormai "interattiva" in cui gli utenti sono sempre connessi, informarsi è diventato un gioco da ragazzi. Ma quanto possiamo fare realmente affidamento alle notizie che circolano in rete? E' inequivocabile che, ormai, ognuno di noi possa dirsi parte integrante del sistema Internet, in particolare dopo l'avvento dei social network, Facebook in primis. Tutti o quasi possiedono un profilo personale sul nuovo social media ed è proprio sul suo utilizzo e sul suo ruolo nella diffusione di notizie che concentrerò la mia analisi. La tesi si articola in quattro capitoli, nei quali cerco di argomentare e approfondire l'universo delle Bufale e dei suoi "consumatori" ignari e non. Il primo capitolo, di carattere più generale, inquadra il fenomeno della diffusione delle notizie e i cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni in seguito all'avvento del digitale e della Rete per poi introdurre il discorso sulla disinformazione e sulla comparsa delle prime Bufale sul web. Il secondo capitolo si focalizza su un'analisi attenta del social network più utilizzato al mondo, Facebook, e sulle dimaniche sociali che sono alla base della diffusione di idee, notizie e dicerie. Si tratta qui di istinto conformistico, processi di polarizzazione, istinto sensazionalistico, sleeper effect per poi dare una prima anticipazione della forma che assumono le bufale sul social media. Il terzo capitolo è un vero e proprio "vademecum della bufala" in cui descrivo quali sono gli ingredienti e i processi per costruire una bufala ad hoc. Riportando poi qualche esempio tangibile di notizie ritrovate su facebook. Il quarto ed ultimo capitolo si intitola "capire e difendersi dalle bufale" ed è suddiviso in due parti. La prima parte descrive: - quali siano i tratti fondamentali per contrastare il fenomeno, primi fra tutti l'importanza del fact checking; - quali processi si attivano nel momento in cui una bufala viene svelata (biased assimilation e ritorno di fiamma); - l'importanza della figura dei debunker e del loro contributo quotidiano alla lotta alla disinformazione; - le nuove funzionalità introdotte da Facebook nel tentativo di dichiarare ufficialmente guerra alla bufale online. La seconda è dedicata al "capire", affrontare cioè il fenomeno da un punto di vista analitico. In questa sede mi propongo di analizzare alcuni studi scientifici: - sulla diffusione delle bufale/catene di Sant'Antonio; - su come riconoscere bufale, frodi e inganni in rete attraverso lo stile di scrittura; - sulle dinamiche di diffusione delle bufale complottiste su Facebook.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/11713