Scopo della seguente dissertazione è di delineare l'evoluzione dello stereotipo femminile all'interno della fiaba in prospettiva semiotica e di genere, per evidenziarne caratteristiche e problematicità. I testi utilizzati sono Biancaneve, Rosaspina e Alice nel Paese delle Meraviglie. Ho organizzato l'analisi in tre punti: nella prima parte ho definito la fiaba come genere, sottolineandone la complessità generale (legata principalmente all'impossibilità di risalire alle sue origini e alle diverse indagini che gli studiosi del campo, soprattutto a partire dall'800, hanno svolto nel tentativo di formulare una teoria definitiva in merito); nella seconda parte ho proposto invece un focus nel dettaglio delle singole fiabe prese in esame, lavorando sulla comparazione delle versioni più note per evidenziare eventuali mutazioni nei temi (come nel caso dello stupro nel sonno di Rosaspina che, in seguito, Perrault rimuove). Nel caso di Alice, conoscendo l'opera prima e la storia dell'autore, mi sono invece concentrata sulla sua genesi, su talune caratteristiche interne al testo e sui ruoli che il femminile aveva nella letteratura per l'infanzia dell'epoca. Nella terza ed ultima parte ho invece realizzato un'analisi puntuale di questi stessi racconti. Essa si è svolta attraverso due tipi di testo: letterario e filmico. Nel caso del testo letterario mi sono soffermata principalmente su una versione (nel caso di Biancaneve e Rosaspina quella dei fratelli Grimm), partendo dalla sua manifestazione superficiale fino ad approfondimenti semiotici quali i ruoli attanziali e le funzioni; nel caso del testo filmico (Biancaneve e il Cacciatore, Maleficent e Alice in Wonderland), dopo una breve introduzione, ho svolto un'analisi analoga: cominciando dalla superficie ho poi approfondito aspetti più specifici sia dal punto di vista semiotico sia in relazione alla trama e alle questioni di genere (anche attraverso l'ausilio di immagini estrapolate dalle scene più significative). Lo scopo ultimo è quello di tracciare le problematiche legate al modo in cui lo stereotipo femminile (e, come si vedrà, non solo) viene proposto a cavallo tra due epoche (dal XIX al XXI secolo), riflettendo sui suoi cambiamenti e sulla sua eventuale evoluzione alla luce di un sistema culturale che per secoli ha considerato la donna nel solo ruolo di moglie, madre e casalinga (escludendola come persona ed individualità). Emerge inoltre la necessità di riflettere su tali stereotipi, sul modo in cui sono stati costruiti e mantenuti nel tempo e sulla difficoltà che tutt'oggi, nonostante certi cambiamenti (se così possono essere definiti effettivamente), permane nel pensarli (e nel pensarli diversamente).

Donne "da favola". Evoluzioni e contraddizioni dello stereotipo femminile nel racconto fantastico.

PAPANDREA, CARLOTTA
2015/2016

Abstract

Scopo della seguente dissertazione è di delineare l'evoluzione dello stereotipo femminile all'interno della fiaba in prospettiva semiotica e di genere, per evidenziarne caratteristiche e problematicità. I testi utilizzati sono Biancaneve, Rosaspina e Alice nel Paese delle Meraviglie. Ho organizzato l'analisi in tre punti: nella prima parte ho definito la fiaba come genere, sottolineandone la complessità generale (legata principalmente all'impossibilità di risalire alle sue origini e alle diverse indagini che gli studiosi del campo, soprattutto a partire dall'800, hanno svolto nel tentativo di formulare una teoria definitiva in merito); nella seconda parte ho proposto invece un focus nel dettaglio delle singole fiabe prese in esame, lavorando sulla comparazione delle versioni più note per evidenziare eventuali mutazioni nei temi (come nel caso dello stupro nel sonno di Rosaspina che, in seguito, Perrault rimuove). Nel caso di Alice, conoscendo l'opera prima e la storia dell'autore, mi sono invece concentrata sulla sua genesi, su talune caratteristiche interne al testo e sui ruoli che il femminile aveva nella letteratura per l'infanzia dell'epoca. Nella terza ed ultima parte ho invece realizzato un'analisi puntuale di questi stessi racconti. Essa si è svolta attraverso due tipi di testo: letterario e filmico. Nel caso del testo letterario mi sono soffermata principalmente su una versione (nel caso di Biancaneve e Rosaspina quella dei fratelli Grimm), partendo dalla sua manifestazione superficiale fino ad approfondimenti semiotici quali i ruoli attanziali e le funzioni; nel caso del testo filmico (Biancaneve e il Cacciatore, Maleficent e Alice in Wonderland), dopo una breve introduzione, ho svolto un'analisi analoga: cominciando dalla superficie ho poi approfondito aspetti più specifici sia dal punto di vista semiotico sia in relazione alla trama e alle questioni di genere (anche attraverso l'ausilio di immagini estrapolate dalle scene più significative). Lo scopo ultimo è quello di tracciare le problematiche legate al modo in cui lo stereotipo femminile (e, come si vedrà, non solo) viene proposto a cavallo tra due epoche (dal XIX al XXI secolo), riflettendo sui suoi cambiamenti e sulla sua eventuale evoluzione alla luce di un sistema culturale che per secoli ha considerato la donna nel solo ruolo di moglie, madre e casalinga (escludendola come persona ed individualità). Emerge inoltre la necessità di riflettere su tali stereotipi, sul modo in cui sono stati costruiti e mantenuti nel tempo e sulla difficoltà che tutt'oggi, nonostante certi cambiamenti (se così possono essere definiti effettivamente), permane nel pensarli (e nel pensarli diversamente).
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