I primi tre capitoli di questo elaborato presentano un percorso bibliografico volto a esaminare rispettivamente gli studi condotti dalla Dott.ssa Frassinetti, il concetto di consapevolezza corporea e i disturbi annessi. Secondo gli studi Frassinetti avere una maggiore consapevolezza del proprio corpo ci permette di avere anche un migliore riconoscimento visivo per stimoli di parti del nostro corpo o del nostro viso a discapito di stimoli estranei. Questo fenomeno prende il nome di Self-advantage (Frassinetti e collaboratori, 2008). I risultati ottenuti da tali studi hanno evidenziano che i soggetti sani e i pazienti con lesione emisferica sinistra mostrano ¿Self-advantage¿ mentre, la maggior parte dei pazienti con lesione destra non mostra alcun tipo di facilitazione per il sé. Viene, in particolare, offerto un approfondimento su pazienti che, in seguito a lesioni cerebrali, acquisiscono un disturbo della consapevolezza corporea, definito come embodiment patologico (E+), che fa sì che essi assimilino all'interno del proprio schema corporeo una mano altrui. Garbarini e collaboratori (in preparazione) hanno voluto adattare il paradigma di Frassinetti applicandolo su un gruppo di pazienti E+ . Fino ad ora, però, i dati raccolti hanno mostrato che i pazienti E+ sono meno accurati rispetto a soggetti sani e pazienti E-, sia quando gli stimoli presentati raffigurano la propria mano, sia quando raffigurano una mano estranea. Considerando tale difficoltà dei pazienti E+, si è pensato di modificare il paradigma iniziale che prevedeva solo l'utilizzo di stimoli raffiguranti mani, introducendo anche altre parti del corpo, parti del viso ed oggetti, per verificare se la minore accuratezza fosse legata solo ad una specifica parte del corpo (la mano) oppure fosse generalizzabile ad altri domini. Lo scopo della ricerca è stato quello di indagare l'esistenza di differenze nel riconoscimento di parti del corpo, del viso o oggetti, e se in base al compito a cui i soggetti erano sottoposti (a due o a tre livelli di risposta) ci fosse una maggiore o minore accuratezza nella risposta in rapporto con i tempi di reazione. In particolare si è sottoposto un gruppo di 17 soggetti sani (di controllo) a due compiti di confronto visivo tra immagini raffiguranti i diversi stimoli. I risultati hanno mostrato che i soggetti sani sembrano essere più ¿efficienti¿ nel compito a due risposte e con stimoli raffiguranti oggetti.
Accoppiamento di stimoli visivi: differenze di performance in base alla categoria dello stimolo in un campione di controllo
DI CARA, MARCELLA
2015/2016
Abstract
I primi tre capitoli di questo elaborato presentano un percorso bibliografico volto a esaminare rispettivamente gli studi condotti dalla Dott.ssa Frassinetti, il concetto di consapevolezza corporea e i disturbi annessi. Secondo gli studi Frassinetti avere una maggiore consapevolezza del proprio corpo ci permette di avere anche un migliore riconoscimento visivo per stimoli di parti del nostro corpo o del nostro viso a discapito di stimoli estranei. Questo fenomeno prende il nome di Self-advantage (Frassinetti e collaboratori, 2008). I risultati ottenuti da tali studi hanno evidenziano che i soggetti sani e i pazienti con lesione emisferica sinistra mostrano ¿Self-advantage¿ mentre, la maggior parte dei pazienti con lesione destra non mostra alcun tipo di facilitazione per il sé. Viene, in particolare, offerto un approfondimento su pazienti che, in seguito a lesioni cerebrali, acquisiscono un disturbo della consapevolezza corporea, definito come embodiment patologico (E+), che fa sì che essi assimilino all'interno del proprio schema corporeo una mano altrui. Garbarini e collaboratori (in preparazione) hanno voluto adattare il paradigma di Frassinetti applicandolo su un gruppo di pazienti E+ . Fino ad ora, però, i dati raccolti hanno mostrato che i pazienti E+ sono meno accurati rispetto a soggetti sani e pazienti E-, sia quando gli stimoli presentati raffigurano la propria mano, sia quando raffigurano una mano estranea. Considerando tale difficoltà dei pazienti E+, si è pensato di modificare il paradigma iniziale che prevedeva solo l'utilizzo di stimoli raffiguranti mani, introducendo anche altre parti del corpo, parti del viso ed oggetti, per verificare se la minore accuratezza fosse legata solo ad una specifica parte del corpo (la mano) oppure fosse generalizzabile ad altri domini. Lo scopo della ricerca è stato quello di indagare l'esistenza di differenze nel riconoscimento di parti del corpo, del viso o oggetti, e se in base al compito a cui i soggetti erano sottoposti (a due o a tre livelli di risposta) ci fosse una maggiore o minore accuratezza nella risposta in rapporto con i tempi di reazione. In particolare si è sottoposto un gruppo di 17 soggetti sani (di controllo) a due compiti di confronto visivo tra immagini raffiguranti i diversi stimoli. I risultati hanno mostrato che i soggetti sani sembrano essere più ¿efficienti¿ nel compito a due risposte e con stimoli raffiguranti oggetti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/116855