L'adozione della Direttiva Solvency II nella regolamentazione dell'impresa assicurativa europea sta provocando importanti mutamenti strutturali e organizzativi. Il nucleo della ricerca mette in luce le principali novità di questo nuovo regime per quanto riguarda i metodi di calcolo delle riserve tecniche Danni. Il fulcro del cambiamento,una volta che la direttiva entrerà a regime sarà rappresentato dalle metodologie, modalità, tecniche di calcolo del margine di solvibilità, quindi del livello minimo dello stesso. Oltre a ciò la Direttiva comporterà cambiamenti importanti e rilevanti nella struttura organizzativa delle compagnie, nei processi di assunzione dei rischi e di business, che dovranno via via essere maggiormente orientati in termini di rischio, oltreché di redditività. Inoltre, al fine di valutare la propria solvibilità, le singole compagnie dovranno effettuare valutazioni ad hoc per valutare la rischiosità insita nelle proprie attività e passività a bilancio. Queste valutazioni verranno condotte sulla base di linee guida specifiche ed ispirate a principi fino ad oggi utilizzati largamente soprattutto nel mercato anglosassone ,come il concetto di market consistency. Per dare corpo a questa ricerca abbiamo utilizzato dati casuali relativi ai sinistri pagati, e riservati, su modelli di calcolo previsionale, ammessi dalla normativa europea normativa europea. Il primo tra questi è il Chain ladder, che risulta il benchmark di riferimento per il calcolo del momento primo della distribuzione della riserva sinistri. Il secondo è Mack, che valorizza un indicatore di volatilità / momento secondo della distribuzione delle riserve sinistri. Il terzo infine è il Bootstrapping, che risulta un approccio simulativo dell'evoluzione dei pagati futuri, permettendo quindi il calcolo dell'intera distribuzione della riserva sinistri. Emerge in ogni caso un dato importane, che questo settore è in continua evoluzione ed i modelli utilizzabili per analizzare le variabilità dei fenomeni presi in considerazione sono destinati ad aumentare (desta interesse ad esempio l'originalità del modello Merz and Wuthrich, non trattato da un punto di vista numerico nella tesi). Sotto questa chiave è interessante ricordare una delle peculiarità più importanti alla base di Solvency II: la possibilità di costruire modelli interni, volti a introdurre metodologie specifiche per ogni compagnia al fine di definire approcci valutativi per il calcolo del requisito di capitale che siano in grado di catturare meglio il rischio in capo alla compagnia stessa. La sintesi di questo lavoro sottolinea pertanto che questo struttura garantita dal sistema operativo Solvency II avvicinerà sempre più il mondo assicurativo verso la ricerca di metodologie valutative che siano in grado di catturare il profilo di rischio della compagnia.
La "Best estimate" nelle riserve "Non-life": applicazione di alcuni metodi di ricalcolo compatibili alle regole previste da Solvency II
BRUNO, DARIO
2010/2011
Abstract
L'adozione della Direttiva Solvency II nella regolamentazione dell'impresa assicurativa europea sta provocando importanti mutamenti strutturali e organizzativi. Il nucleo della ricerca mette in luce le principali novità di questo nuovo regime per quanto riguarda i metodi di calcolo delle riserve tecniche Danni. Il fulcro del cambiamento,una volta che la direttiva entrerà a regime sarà rappresentato dalle metodologie, modalità, tecniche di calcolo del margine di solvibilità, quindi del livello minimo dello stesso. Oltre a ciò la Direttiva comporterà cambiamenti importanti e rilevanti nella struttura organizzativa delle compagnie, nei processi di assunzione dei rischi e di business, che dovranno via via essere maggiormente orientati in termini di rischio, oltreché di redditività. Inoltre, al fine di valutare la propria solvibilità, le singole compagnie dovranno effettuare valutazioni ad hoc per valutare la rischiosità insita nelle proprie attività e passività a bilancio. Queste valutazioni verranno condotte sulla base di linee guida specifiche ed ispirate a principi fino ad oggi utilizzati largamente soprattutto nel mercato anglosassone ,come il concetto di market consistency. Per dare corpo a questa ricerca abbiamo utilizzato dati casuali relativi ai sinistri pagati, e riservati, su modelli di calcolo previsionale, ammessi dalla normativa europea normativa europea. Il primo tra questi è il Chain ladder, che risulta il benchmark di riferimento per il calcolo del momento primo della distribuzione della riserva sinistri. Il secondo è Mack, che valorizza un indicatore di volatilità / momento secondo della distribuzione delle riserve sinistri. Il terzo infine è il Bootstrapping, che risulta un approccio simulativo dell'evoluzione dei pagati futuri, permettendo quindi il calcolo dell'intera distribuzione della riserva sinistri. Emerge in ogni caso un dato importane, che questo settore è in continua evoluzione ed i modelli utilizzabili per analizzare le variabilità dei fenomeni presi in considerazione sono destinati ad aumentare (desta interesse ad esempio l'originalità del modello Merz and Wuthrich, non trattato da un punto di vista numerico nella tesi). Sotto questa chiave è interessante ricordare una delle peculiarità più importanti alla base di Solvency II: la possibilità di costruire modelli interni, volti a introdurre metodologie specifiche per ogni compagnia al fine di definire approcci valutativi per il calcolo del requisito di capitale che siano in grado di catturare meglio il rischio in capo alla compagnia stessa. La sintesi di questo lavoro sottolinea pertanto che questo struttura garantita dal sistema operativo Solvency II avvicinerà sempre più il mondo assicurativo verso la ricerca di metodologie valutative che siano in grado di catturare il profilo di rischio della compagnia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/116782