La scoperta del P. Oxy. 1790, avvenuta nel 1922 nelle sabbie di Ossirinco, e i successivi ritrovamenti dei P. Oxy. 2637, 2735 e 3538 hanno riaperto tra gli studiosi di Ibico nuovi interessi, poiché si è ampliata la conoscenza della sua produzione lirica, in precedenza confortata solo da testimonianze indirette naturalmente selettive e parziali. Dall'età alessandrina Ibico è stato letto secondo lo stereotipo di un poeta dedito esclusivamente a composizioni citarodiche vicine alla lirica monodica e a contenuto erotico: questo giudizio ha dunque portato a una sorta di suo 'declassamento' nel canone dei Nove Lirici. Gli studi più recenti hanno potuto mettere in luce un grande interesse di Ibico per il mito, a cominciare dalla testimonianza dell'Encomio a Policrate, contenente un testo celebrativo e per certi aspetti ancora vicino alla lirica epica di stampo stesicoreo. È stato notato che la narrazione mitica spesso non segue gli schemi letterari topici, ma si sviluppa secondo una peculiare inclinazione orientata al rimaneggiamento erotico di episodi epici tradizionali. Le ricerche condotte in questa sede si concentrano sull'analisi dei frammenti papiracei e dei testi provenienti da tradizione indiretta che trattano più o meno distesamente il mito, a esclusione di pochi frustoli per i quali non è possibile offrire una traduzione attendibile. Si tratta della quasi totalità delle testimonianze poetiche attribuite a Ibico, contrariamente al pregiudizio critico che considerava i componimenti monodici ed erotici in netta maggioranza. Qui viene offerta una nuova traduzione dei frammenti, con un apparato di note al testo che cerca, inoltre, di approfondire gli essenziali problemi filologici e linguistici. La sezione più ampia del lavoro è dedicata ai commenti contenutistici di ciascun testo, ove è stato possibile, facendo ricorso a una bibliografia quanto più completa e recente. In particolar modo, sono state approfondite le ricerche in due ambiti: l'epica e la mitologia, con annesse le questioni relative alle varianti diacroniche e diatopiche delle narrazioni mitiche. Si vuole offrire, dunque, un panorama di problematiche e temi relativi a testi poetici che hanno molti punti irrisolti, al fine di dare un punto di partenza oggettivo sullo status quaestionis della produzione lirica ibicea. Lo scopo di questa disamina consiste anche in una positiva riconsiderazione dei componimenti in questione, troppo spesso sottovalutati. Ibico si può considerare come 'intermediario' fra una lirica dai contenuti epici e un mondo poetico in continua evoluzione, che comincia a stravolgere i moduli narrativi tradizionali e a rapportarsi con l'attualità.

IBICO E IL MITO. PROTAGONISMO DELL'EROS E PECULIARITÀ NARRATIVE.

CHIAVELLI, MARTA
2012/2013

Abstract

La scoperta del P. Oxy. 1790, avvenuta nel 1922 nelle sabbie di Ossirinco, e i successivi ritrovamenti dei P. Oxy. 2637, 2735 e 3538 hanno riaperto tra gli studiosi di Ibico nuovi interessi, poiché si è ampliata la conoscenza della sua produzione lirica, in precedenza confortata solo da testimonianze indirette naturalmente selettive e parziali. Dall'età alessandrina Ibico è stato letto secondo lo stereotipo di un poeta dedito esclusivamente a composizioni citarodiche vicine alla lirica monodica e a contenuto erotico: questo giudizio ha dunque portato a una sorta di suo 'declassamento' nel canone dei Nove Lirici. Gli studi più recenti hanno potuto mettere in luce un grande interesse di Ibico per il mito, a cominciare dalla testimonianza dell'Encomio a Policrate, contenente un testo celebrativo e per certi aspetti ancora vicino alla lirica epica di stampo stesicoreo. È stato notato che la narrazione mitica spesso non segue gli schemi letterari topici, ma si sviluppa secondo una peculiare inclinazione orientata al rimaneggiamento erotico di episodi epici tradizionali. Le ricerche condotte in questa sede si concentrano sull'analisi dei frammenti papiracei e dei testi provenienti da tradizione indiretta che trattano più o meno distesamente il mito, a esclusione di pochi frustoli per i quali non è possibile offrire una traduzione attendibile. Si tratta della quasi totalità delle testimonianze poetiche attribuite a Ibico, contrariamente al pregiudizio critico che considerava i componimenti monodici ed erotici in netta maggioranza. Qui viene offerta una nuova traduzione dei frammenti, con un apparato di note al testo che cerca, inoltre, di approfondire gli essenziali problemi filologici e linguistici. La sezione più ampia del lavoro è dedicata ai commenti contenutistici di ciascun testo, ove è stato possibile, facendo ricorso a una bibliografia quanto più completa e recente. In particolar modo, sono state approfondite le ricerche in due ambiti: l'epica e la mitologia, con annesse le questioni relative alle varianti diacroniche e diatopiche delle narrazioni mitiche. Si vuole offrire, dunque, un panorama di problematiche e temi relativi a testi poetici che hanno molti punti irrisolti, al fine di dare un punto di partenza oggettivo sullo status quaestionis della produzione lirica ibicea. Lo scopo di questa disamina consiste anche in una positiva riconsiderazione dei componimenti in questione, troppo spesso sottovalutati. Ibico si può considerare come 'intermediario' fra una lirica dai contenuti epici e un mondo poetico in continua evoluzione, che comincia a stravolgere i moduli narrativi tradizionali e a rapportarsi con l'attualità.
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