Gli ossidi di azoto si formano durante le reazioni di combustione ad elevate temperature e possono essere prodotti dalla combustione delle foglie del tabacco. Le più grandi quantità di ossidi di azoto vengono emesse da processi di combustione civili ed industriali e da autoveicoli; altre fonti di ossidi di azoto sono le centrali termoelettriche. Il monossido di azoto è un gas incolore e inodore, a tossicità limitata, mentre il biossido di azoto è un gas tossico di colore rosso bruno, dall'odore forte e pungente, con grande potere irritante, molto reattivo e quindi altamente corrosivo. Il monossido e il biossido di azoto sono responsabili del cosiddetto smog fotochimico e contribuiscono alla formazione delle piogge acide. Il monossido di azoto esogeno è utilizzato come terapia nei neonati prematuri. La tossicità del monossido di azoto sull'uomo è più ridotta rispetto a quella del biossido di azoto; il monossido può diventare pericoloso, infatti, ad alte dosi. L'esposizione professionale agli ossidi di azoto può avvenire nel settore chimico, durante saldatura a gas e nel settore agricolo, per i riempitori di silos . A livello legislativo, dal 30 settembre 2010 entra in vigore il Decreto Legislativo n.155 del 13 agosto 2010 che pone un valore limite per l'inquinante biossido di azoto pari a 200 µg/m³ (da non superare più di 18 volte per l'anno civile) in un periodo di mediazione di un'ora. Non è normato, invece, il monossido. Per quanto concerne i lavoratori, si fa riferimento ai valori proposti da altri enti europei o americani, quali SCOEL e dall'ACGIH .Scoel propone un TLV-TWA (valore limite calcolato come media ponderata nell'arco di 8 ore lavorative al giorno o 40 ore settimanali) per il biossido di azoto di 0,5 ppm (0,94mg/m3); ACGIH prevede un TLV-TWA per il monossido di 25 ppm (30,69 mg/m3) e TLV-TWA per il biossido di 0,2 ppm (0,38 mg/m3), dati aggiornati all'anno 2016. Il presente lavoro ha come obiettivo quello di confrontare le metodiche analitiche con le quali vengono convenzionalmente misurati gli ossidi di azoto (NIOSH 6014), con substrati di nuova concezione (NOx Tube 1 e NOx Tube 2. L'analisi presentata in questo elaborato finale è stata articolata su cinque esperimenti: 1.Fumo da sigaretta; 2.Terapia con monossido di azoto per neonati prematuri; 3.Traffico veicolare; 4.Determinazioni igienico ambientali: camino-caldaie; 5.Saldatura. Alla luce di quanto è emerso da questo elaborato, si può concludere che lo studio ha evidenziato che non vi è una corrispondenza tra la quantità misurata di ossidi di azoto con il metodo NIOSH 6014 (somma di NO + NO2) e la quantità misurata di NOx mediante il campionamento con le fiale sperimentali oggetto di studio NOx Tube 1 e NOx Tube 2. La nuova metodologia sottostima i risultati, pertanto, è pensabile che il substrato non riesca a trattenere completamente gli ossidi di azoto, o nel caso ci riesca non è in grado poi di rilasciarli durante la fase analitica. Secondo il lavoro effettuato ed i risultati ottenuti risulta opportuno utilizzare ancora il metodo NIOSH quando si ha come obiettivo quello di proporre misure protettive per la salvaguardia e la salute dei lavoratori e/o di qualunque cittadino. Inoltre vista la grande differenza di tossicità tra monossido e biossido di azoto oggetto di questo lavoro, ottenere un unico valore di NOx non garantisce, in caso di valori elevati, una perfetta valutazione della reale pericolosità del luogo di lavoro o di vita. Il metodo sperimentale in questione potrebbe essere eventualmente utile, come screening, invece, solo in caso di valori NOx bassi, per cui non sarebbe necessario sapere quanto del campione sia NO e quanto NO2. La ricerca, comunque, è già arrivata al punto di realizzare un unico substrato in grado di trattenere contemporaneamente sia il monossido che il biossido di azoto e certamente troverà il modo di migliorare e perfezionare il sistema di captazione degli ossidi di azoto con fiale di nuova concezione.

Confronto fra metodiche di campionamento e analisi per la determinazione degli ossidi di azoto aerodispersi mediante substrati tradizionali e di nuova concezione.

GALIZIA, VALENTINA
2015/2016

Abstract

Gli ossidi di azoto si formano durante le reazioni di combustione ad elevate temperature e possono essere prodotti dalla combustione delle foglie del tabacco. Le più grandi quantità di ossidi di azoto vengono emesse da processi di combustione civili ed industriali e da autoveicoli; altre fonti di ossidi di azoto sono le centrali termoelettriche. Il monossido di azoto è un gas incolore e inodore, a tossicità limitata, mentre il biossido di azoto è un gas tossico di colore rosso bruno, dall'odore forte e pungente, con grande potere irritante, molto reattivo e quindi altamente corrosivo. Il monossido e il biossido di azoto sono responsabili del cosiddetto smog fotochimico e contribuiscono alla formazione delle piogge acide. Il monossido di azoto esogeno è utilizzato come terapia nei neonati prematuri. La tossicità del monossido di azoto sull'uomo è più ridotta rispetto a quella del biossido di azoto; il monossido può diventare pericoloso, infatti, ad alte dosi. L'esposizione professionale agli ossidi di azoto può avvenire nel settore chimico, durante saldatura a gas e nel settore agricolo, per i riempitori di silos . A livello legislativo, dal 30 settembre 2010 entra in vigore il Decreto Legislativo n.155 del 13 agosto 2010 che pone un valore limite per l'inquinante biossido di azoto pari a 200 µg/m³ (da non superare più di 18 volte per l'anno civile) in un periodo di mediazione di un'ora. Non è normato, invece, il monossido. Per quanto concerne i lavoratori, si fa riferimento ai valori proposti da altri enti europei o americani, quali SCOEL e dall'ACGIH .Scoel propone un TLV-TWA (valore limite calcolato come media ponderata nell'arco di 8 ore lavorative al giorno o 40 ore settimanali) per il biossido di azoto di 0,5 ppm (0,94mg/m3); ACGIH prevede un TLV-TWA per il monossido di 25 ppm (30,69 mg/m3) e TLV-TWA per il biossido di 0,2 ppm (0,38 mg/m3), dati aggiornati all'anno 2016. Il presente lavoro ha come obiettivo quello di confrontare le metodiche analitiche con le quali vengono convenzionalmente misurati gli ossidi di azoto (NIOSH 6014), con substrati di nuova concezione (NOx Tube 1 e NOx Tube 2. L'analisi presentata in questo elaborato finale è stata articolata su cinque esperimenti: 1.Fumo da sigaretta; 2.Terapia con monossido di azoto per neonati prematuri; 3.Traffico veicolare; 4.Determinazioni igienico ambientali: camino-caldaie; 5.Saldatura. Alla luce di quanto è emerso da questo elaborato, si può concludere che lo studio ha evidenziato che non vi è una corrispondenza tra la quantità misurata di ossidi di azoto con il metodo NIOSH 6014 (somma di NO + NO2) e la quantità misurata di NOx mediante il campionamento con le fiale sperimentali oggetto di studio NOx Tube 1 e NOx Tube 2. La nuova metodologia sottostima i risultati, pertanto, è pensabile che il substrato non riesca a trattenere completamente gli ossidi di azoto, o nel caso ci riesca non è in grado poi di rilasciarli durante la fase analitica. Secondo il lavoro effettuato ed i risultati ottenuti risulta opportuno utilizzare ancora il metodo NIOSH quando si ha come obiettivo quello di proporre misure protettive per la salvaguardia e la salute dei lavoratori e/o di qualunque cittadino. Inoltre vista la grande differenza di tossicità tra monossido e biossido di azoto oggetto di questo lavoro, ottenere un unico valore di NOx non garantisce, in caso di valori elevati, una perfetta valutazione della reale pericolosità del luogo di lavoro o di vita. Il metodo sperimentale in questione potrebbe essere eventualmente utile, come screening, invece, solo in caso di valori NOx bassi, per cui non sarebbe necessario sapere quanto del campione sia NO e quanto NO2. La ricerca, comunque, è già arrivata al punto di realizzare un unico substrato in grado di trattenere contemporaneamente sia il monossido che il biossido di azoto e certamente troverà il modo di migliorare e perfezionare il sistema di captazione degli ossidi di azoto con fiale di nuova concezione.
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