Il lavoro ha come obiettivo lo studio dell'evoluzione di un caso di crisi aziendale, affrontata tentando l'applicazione di uno degli strumenti alternativi al fallimento forniti dal legislatore, il concordato preventivo. La disciplina di tale procedura è stata recentemente innovata al fine di perseguire la ratio di ampliare il più possibile il ricorso alle soluzioni concordate della crisi d'impresa, evitando così l'alternativa fallimentare. Tra le norme introdotte dal legislatore con questo obiettivo, si segnalano soprattutto quelle relative ai requisiti richiesti per accedere alla procedura, al trattamento dei creditori ed a quello dei finanziamenti erogati in funzione o in esecuzione del piano, che hanno avuto l'effetto di allargare la platea dei soggetti che possono ricorrere al concordato preventivo e di lasciare maggiore autonomia agli stessi creditori nell'accettare la proposta del debitore. Trattandosi di una disciplina recente, restano ancora da chiarire alcune problematiche, tra le quali l'applicabilità della absolute priority rule nel soddisfacimento delle classi di creditori con diverso grado di privilegio, ed inoltre, in molti casi, non risulta ancora compresa dagli esperti attestatori del piano l'importanza della loro relazione per la formazione di un consenso consapevole dei creditori, con il risultato che spesso l'elaborato contiene giudizi apodittici, non supportati dalle necessarie motivazioni. La rilevanza di detto documento deve essere considerata anche alla luce del processo di ¿privatizzazione¿ della procedura, in cui si assiste ad una riduzione dei poteri degli organi giurisdizionali e ad un ampliamento dello spazio lasciato alla contrattazione tra le parti.

Evoluzione della crisi d'impresa: analisi di un caso di concordato preventivo

GENTINA, CHIARA
2010/2011

Abstract

Il lavoro ha come obiettivo lo studio dell'evoluzione di un caso di crisi aziendale, affrontata tentando l'applicazione di uno degli strumenti alternativi al fallimento forniti dal legislatore, il concordato preventivo. La disciplina di tale procedura è stata recentemente innovata al fine di perseguire la ratio di ampliare il più possibile il ricorso alle soluzioni concordate della crisi d'impresa, evitando così l'alternativa fallimentare. Tra le norme introdotte dal legislatore con questo obiettivo, si segnalano soprattutto quelle relative ai requisiti richiesti per accedere alla procedura, al trattamento dei creditori ed a quello dei finanziamenti erogati in funzione o in esecuzione del piano, che hanno avuto l'effetto di allargare la platea dei soggetti che possono ricorrere al concordato preventivo e di lasciare maggiore autonomia agli stessi creditori nell'accettare la proposta del debitore. Trattandosi di una disciplina recente, restano ancora da chiarire alcune problematiche, tra le quali l'applicabilità della absolute priority rule nel soddisfacimento delle classi di creditori con diverso grado di privilegio, ed inoltre, in molti casi, non risulta ancora compresa dagli esperti attestatori del piano l'importanza della loro relazione per la formazione di un consenso consapevole dei creditori, con il risultato che spesso l'elaborato contiene giudizi apodittici, non supportati dalle necessarie motivazioni. La rilevanza di detto documento deve essere considerata anche alla luce del processo di ¿privatizzazione¿ della procedura, in cui si assiste ad una riduzione dei poteri degli organi giurisdizionali e ad un ampliamento dello spazio lasciato alla contrattazione tra le parti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/116282