Questo lavoro ha lo scopo di analizzare le FOB italiane, la loro struttura organizzativa e la loro attività istituzionale. Fulcro della trattazione è l'analisi del contributo che le Fondazioni di origine bancaria apportano allo sviluppo non solo del territorio di appartenenza, ma dell'intero sistema Paese. Le FOB si presentano infatti come il miglior esempio di attori del sociale attivo, che interagisce con la collettività e la rende partecipe delle attività filantropiche. Nel Capitolo primo vengono introdotti i concetti di territorio quale sistema vitale e di sviluppo locale. Dopo una breve trattazione dei drivers classici dello sviluppo locale, viene presentato il contributo delle FOB allo sviluppo del territorio, individuando nelle prime un nuovo driver di sviluppo. Le FOB operano secondo due principi fondamentali, che ne determinano anche i criteri di legittimazione: dar conto del proprio operato al territorio e alla comunità di riferimento e tener conto delle esigenze e dei bisogni della comunità stessa. Nel Capitolo secondo si esamina il lungo cammino storico e legislativo che le FOB hanno affrontato e che ha portato alla loro attuale natura, partendo dalle Casse di Risparmio o dalle Banche del Monte, che a loro volta sono evoluzioni degli antichi Monti di Pietà. Vengono analizzate le principali norme che hanno disciplinato l'attività delle FOB: la Legge Amato, che ne ha sancito la nascita scindendo la Cassa di Risparmio S.p.A. dalla Fondazione, e la Legge Ciampi, che ha consentito la creazione di grandi gruppi bancari e il mantenimento di Casse di Risparmio S.p.A. di piccole dimensioni, in cui le FOB sono soci di riferimento. Ha inoltre realizzato una revisione della disciplina civilistica e fiscale delle Fondazioni. Da ultimo le sentenze della Corte Costituzionale hanno fatto chiarezza sul ruolo e sull'identità delle Fondazioni di origine bancaria, consacrandole come ¿persone giuridiche private dotate di piena autonomia statutaria e gestionale¿ collocate a pieno titolo tra i ¿soggetti dell'organizzazione delle libertà sociali¿. Il Capitolo terzo entra nel merito dell'attività delle FOB. Vengono analizzati gli organi di governo, la gestione del patrimonio e, in modo approfondito, l'attività erogativa. Nell'analisi vengono utilizzati i dati relativi al sistema Fondazioni, comprendenti cioè gli importi complessivi delle 88 FOB italiane, desunti dal Sedicesimo Rapporto ACRI sull'esercizio 2010. Nel Capitolo quarto si affrontano le nuove frontiere di intervento delle FOB, che non si limitano ad erogare risorse per finanziare progetti, ma si preoccupano di creare una rete con altri attori del volontariato e del sociale al fine di creare una progettualità continuativa e in grado di dare una risposta innovativa ai bisogni del territorio. Il Capitolo quinto funge da ¿lente di ingrandimento¿ sulla realtà piemontese delle Fondazioni di origine bancaria. La nostra Regione può contare sull'operato di 12 FOB, 11 delle quali riunite nell'Associazione delle Fondazioni delle Casse di Risparmio piemontesi. Nel Capitolo sesto viene presentato il case study della Fondazione CRBra. La scelta di analizzare questa Fondazione è dettata da due ragioni: è la Fondazione che conosco meglio in quanto opera nel territorio braidese, ovvero la mia città di appartenenza, ed è una piccola Fondazione, e come tale è la dimostrazione che piccole e grandi Fondazioni intraprendono strategie e azioni in un'unica direzione di marcia, le une a fianco delle altre.
NUOVE FRONTIERE DI INTERVENTO PER LE FOB, DRIVERS DELLO SVILUPPO. IL CASO DELLA FONDAZIONE CRBRA.
MILANESIO, CLAUDIA
2010/2011
Abstract
Questo lavoro ha lo scopo di analizzare le FOB italiane, la loro struttura organizzativa e la loro attività istituzionale. Fulcro della trattazione è l'analisi del contributo che le Fondazioni di origine bancaria apportano allo sviluppo non solo del territorio di appartenenza, ma dell'intero sistema Paese. Le FOB si presentano infatti come il miglior esempio di attori del sociale attivo, che interagisce con la collettività e la rende partecipe delle attività filantropiche. Nel Capitolo primo vengono introdotti i concetti di territorio quale sistema vitale e di sviluppo locale. Dopo una breve trattazione dei drivers classici dello sviluppo locale, viene presentato il contributo delle FOB allo sviluppo del territorio, individuando nelle prime un nuovo driver di sviluppo. Le FOB operano secondo due principi fondamentali, che ne determinano anche i criteri di legittimazione: dar conto del proprio operato al territorio e alla comunità di riferimento e tener conto delle esigenze e dei bisogni della comunità stessa. Nel Capitolo secondo si esamina il lungo cammino storico e legislativo che le FOB hanno affrontato e che ha portato alla loro attuale natura, partendo dalle Casse di Risparmio o dalle Banche del Monte, che a loro volta sono evoluzioni degli antichi Monti di Pietà. Vengono analizzate le principali norme che hanno disciplinato l'attività delle FOB: la Legge Amato, che ne ha sancito la nascita scindendo la Cassa di Risparmio S.p.A. dalla Fondazione, e la Legge Ciampi, che ha consentito la creazione di grandi gruppi bancari e il mantenimento di Casse di Risparmio S.p.A. di piccole dimensioni, in cui le FOB sono soci di riferimento. Ha inoltre realizzato una revisione della disciplina civilistica e fiscale delle Fondazioni. Da ultimo le sentenze della Corte Costituzionale hanno fatto chiarezza sul ruolo e sull'identità delle Fondazioni di origine bancaria, consacrandole come ¿persone giuridiche private dotate di piena autonomia statutaria e gestionale¿ collocate a pieno titolo tra i ¿soggetti dell'organizzazione delle libertà sociali¿. Il Capitolo terzo entra nel merito dell'attività delle FOB. Vengono analizzati gli organi di governo, la gestione del patrimonio e, in modo approfondito, l'attività erogativa. Nell'analisi vengono utilizzati i dati relativi al sistema Fondazioni, comprendenti cioè gli importi complessivi delle 88 FOB italiane, desunti dal Sedicesimo Rapporto ACRI sull'esercizio 2010. Nel Capitolo quarto si affrontano le nuove frontiere di intervento delle FOB, che non si limitano ad erogare risorse per finanziare progetti, ma si preoccupano di creare una rete con altri attori del volontariato e del sociale al fine di creare una progettualità continuativa e in grado di dare una risposta innovativa ai bisogni del territorio. Il Capitolo quinto funge da ¿lente di ingrandimento¿ sulla realtà piemontese delle Fondazioni di origine bancaria. La nostra Regione può contare sull'operato di 12 FOB, 11 delle quali riunite nell'Associazione delle Fondazioni delle Casse di Risparmio piemontesi. Nel Capitolo sesto viene presentato il case study della Fondazione CRBra. La scelta di analizzare questa Fondazione è dettata da due ragioni: è la Fondazione che conosco meglio in quanto opera nel territorio braidese, ovvero la mia città di appartenenza, ed è una piccola Fondazione, e come tale è la dimostrazione che piccole e grandi Fondazioni intraprendono strategie e azioni in un'unica direzione di marcia, le une a fianco delle altre.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
304779_304779tesi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
5.63 MB
Formato
Adobe PDF
|
5.63 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/116231