Il mio interesse verso i disturbi specifici dell'apprendimento e, in particolar modo verso la dislessia, è emerso grazie alla Prof.ssa Andorno. Quando ho cominciato a studiare e ad approfondire alcuni campi specifici della Linguistica Applicata, come ad esempio l'acquisizione del linguaggio ed i vari modelli cognitivi del processo mentale che consente la produzione di un atto linguistico o di un testo scritto, ho deciso di finire il mio percorso della specialistica dedicandomi ai bambini che hanno le difficoltà nel loro percorso di apprendimento. Nei primi capitoli cerco di descrivere una visione d'insieme degli studi compiuti in questo campo nel corso degli anni dalla Linguistica e dalla Neuropsicologia Cognitiva, e di vedere come la ricerca scientifica sta muovendo i propri passi e quali risultati ha finora ottenuto. Ho organizzato la mia tesi nel modo seguente: nel capitolo 1 verrà introdotta una definizione di dislessia evolutiva. Successivamente nel capitolo 2 presenterò una breve storia della dislessia e confronterò i principali approcci sviluppati nel corso degli anni per spiegare le sue basi biologiche e cognitive. In particolare, vedremo che la dislessia è un disturbo specifico, che colpisce soprattutto l'elaborazione fonologica delle parole e sembra avere cause neurologiche e genetiche. Parlando con molti ragazzi o giovani adulti dislessici, ho visto che ricordano ancora l'accusa di non aver studiato, rivolta loro dall'insegnante dopo l'ennesimo insuccesso nella lettura o nel riferire la lezione, come un'ingiustizia intollerabile. La frase più tipica ¿non hai studiato abbastanza¿, viene vissuta come insopportabile, questo è ingiusto quando viene detto a chi ha trascorso lunghi pomeriggi nel tentativo di vincere per una volta le difficoltà. Nel terzo capitolo vedremo i modelli correnti sull'elaborazione della lettura e della scrittura e l'effetto dell'ortografia per il percorso dell'acquisizione della letto-scrittura. Nel capitolo 4 cerco di descrivere la pratica diagnostica presentando il consensus conference e la pratica che la scuola deve mettere in atto prima di chiedere una diagnosi per alunno. Nel l'ultimo capitolo porto la mia osservazione di una ASL piemontese e le difficoltà che si trovano nella ASL e a scuola, per avviare una diagnosi di dislessia prendendo in considerazione l'alta presenza di bambini di origine straniera.
Disturbi specifici di apprendimento: La diagnosi della dislessia in un contesto scolastico pubblico
KIANIKHANSARY, LADAN
2015/2016
Abstract
Il mio interesse verso i disturbi specifici dell'apprendimento e, in particolar modo verso la dislessia, è emerso grazie alla Prof.ssa Andorno. Quando ho cominciato a studiare e ad approfondire alcuni campi specifici della Linguistica Applicata, come ad esempio l'acquisizione del linguaggio ed i vari modelli cognitivi del processo mentale che consente la produzione di un atto linguistico o di un testo scritto, ho deciso di finire il mio percorso della specialistica dedicandomi ai bambini che hanno le difficoltà nel loro percorso di apprendimento. Nei primi capitoli cerco di descrivere una visione d'insieme degli studi compiuti in questo campo nel corso degli anni dalla Linguistica e dalla Neuropsicologia Cognitiva, e di vedere come la ricerca scientifica sta muovendo i propri passi e quali risultati ha finora ottenuto. Ho organizzato la mia tesi nel modo seguente: nel capitolo 1 verrà introdotta una definizione di dislessia evolutiva. Successivamente nel capitolo 2 presenterò una breve storia della dislessia e confronterò i principali approcci sviluppati nel corso degli anni per spiegare le sue basi biologiche e cognitive. In particolare, vedremo che la dislessia è un disturbo specifico, che colpisce soprattutto l'elaborazione fonologica delle parole e sembra avere cause neurologiche e genetiche. Parlando con molti ragazzi o giovani adulti dislessici, ho visto che ricordano ancora l'accusa di non aver studiato, rivolta loro dall'insegnante dopo l'ennesimo insuccesso nella lettura o nel riferire la lezione, come un'ingiustizia intollerabile. La frase più tipica ¿non hai studiato abbastanza¿, viene vissuta come insopportabile, questo è ingiusto quando viene detto a chi ha trascorso lunghi pomeriggi nel tentativo di vincere per una volta le difficoltà. Nel terzo capitolo vedremo i modelli correnti sull'elaborazione della lettura e della scrittura e l'effetto dell'ortografia per il percorso dell'acquisizione della letto-scrittura. Nel capitolo 4 cerco di descrivere la pratica diagnostica presentando il consensus conference e la pratica che la scuola deve mettere in atto prima di chiedere una diagnosi per alunno. Nel l'ultimo capitolo porto la mia osservazione di una ASL piemontese e le difficoltà che si trovano nella ASL e a scuola, per avviare una diagnosi di dislessia prendendo in considerazione l'alta presenza di bambini di origine straniera.File | Dimensione | Formato | |
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