Gli Endocrine Disruptors Compounds (EDCs) sono una classe eterogenea di sostanze che possiedono la capacità di interferire con il sistema endocrino. La loro presenza in ambiente è ubiquitaria perché hanno diversa origine, alcuni di essi sono persistenti, capaci di accumularsi nell'ambiente e bioaccumularsi nella catena trofica. Gli effetti sugli animali sono stati confermati da diversi studi, essi si esplicano soprattutto sull'apparato riproduttivo; per quanto riguarda l'uomo, gli effetti non sono stati ancora del tutto chiariti e confermati, tuttavia esistono casi ben noti in letteratura, come quello del DES, farmaco utilizzato come antiabortivo negli anni '50, che causò diverse patologie neoplastiche nei figli di donne che l'avevano utilizzato durante la gravidanza. L'esposizione agli ECDs è multipla, in questo lavoro abbiamo preso in considerazione la via alimentare. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di valutare la presenza di attività estrogenica in alimenti di origine vegetale attraverso due test in vitro. È stato utilizzato un ¿gene reporter assay¿, le cellule impiegate in questo test sono le MELN, le quali sono transfettate con il gene della luciferasi, legato all'elemento di risposta estrogenico, che quindi permette di valutare l'attività estrogenica in campioni ambientali di varia natura. Inoltre è stato utilizzato il test E-screen, il quale impiega cellule MCF-7 e utilizza come end-point la proliferazione cellulare, che avviene in risposta alla stimolazione con sostanze estrogeniche. I campioni alimentari, prelevati presso l'ARPA Piemonte, sono stati forniti omogeneizzati e già analizzati per il loro contenuto di residui di prodotti fitosanitari. In totale sono stati analizzati 24 campioni, 14 classificati come Fito +, i quali presentavano residui misurabili (>0,01 ppm), e 10 classificati come Fito -, in quanto erano al di sotto del limite di rilevabilità. I due test hanno dato risultati paragonabili. La concentrazione equivalente di estradiolo (EEQ) media dei campioni proliferativi è risultata 0,153 ± 0,206 µg/100g e 0,148 ± 0,205 µg/100g rispettivamente per il Luciferase Assay System e per l'E-screen. Abbiamo stimato che esiste una correlazione positiva e statisticamente significativa, p < 0,01, tra gli EEQ medi utilizzati nei due diversi test; anche nei singoli test, correlando gli EEQ con la concentrazione di prodotti fitosanitari, espressi in ppm, abbiamo ottenuto una correlazione statisticamente significativa. È stato stimato l'intake giornaliero di EEQ: 0,70 ¿ 0,90 ng EEQ/L; tale valore è inferiore ai livelli medi di E2 circolanti, tuttavia, bisogna ricordare che l'esposizione attraverso gli alimenti di origine vegetale è solo una delle possibili vie di assunzione. Il luciferase assay system è risultato un ottimo strumento per la valutazione dell'estrogenicità, esso è sensibile e più veloce dell'E-screen, sia per quanto riguarda l'incubazione con i campioni, sia per quanto riguarda la fase di preparazione alla lettura del test. Al fine di rendere maggiormente significativi i risultati di un'indagine come quella svolta nel presente lavoro di tesi, dovranno essere testati un numero maggior di campioni e di specie vegetali, inoltre dovrà essere verificata l'efficienza di estrazione nella preparazione dei campioni stessi.

Applicazione di un "gene reporter assay" nella determinazione dell'attività estrogenica in alimenti di origine vegetale.

BRIO, AGATA
2010/2011

Abstract

Gli Endocrine Disruptors Compounds (EDCs) sono una classe eterogenea di sostanze che possiedono la capacità di interferire con il sistema endocrino. La loro presenza in ambiente è ubiquitaria perché hanno diversa origine, alcuni di essi sono persistenti, capaci di accumularsi nell'ambiente e bioaccumularsi nella catena trofica. Gli effetti sugli animali sono stati confermati da diversi studi, essi si esplicano soprattutto sull'apparato riproduttivo; per quanto riguarda l'uomo, gli effetti non sono stati ancora del tutto chiariti e confermati, tuttavia esistono casi ben noti in letteratura, come quello del DES, farmaco utilizzato come antiabortivo negli anni '50, che causò diverse patologie neoplastiche nei figli di donne che l'avevano utilizzato durante la gravidanza. L'esposizione agli ECDs è multipla, in questo lavoro abbiamo preso in considerazione la via alimentare. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di valutare la presenza di attività estrogenica in alimenti di origine vegetale attraverso due test in vitro. È stato utilizzato un ¿gene reporter assay¿, le cellule impiegate in questo test sono le MELN, le quali sono transfettate con il gene della luciferasi, legato all'elemento di risposta estrogenico, che quindi permette di valutare l'attività estrogenica in campioni ambientali di varia natura. Inoltre è stato utilizzato il test E-screen, il quale impiega cellule MCF-7 e utilizza come end-point la proliferazione cellulare, che avviene in risposta alla stimolazione con sostanze estrogeniche. I campioni alimentari, prelevati presso l'ARPA Piemonte, sono stati forniti omogeneizzati e già analizzati per il loro contenuto di residui di prodotti fitosanitari. In totale sono stati analizzati 24 campioni, 14 classificati come Fito +, i quali presentavano residui misurabili (>0,01 ppm), e 10 classificati come Fito -, in quanto erano al di sotto del limite di rilevabilità. I due test hanno dato risultati paragonabili. La concentrazione equivalente di estradiolo (EEQ) media dei campioni proliferativi è risultata 0,153 ± 0,206 µg/100g e 0,148 ± 0,205 µg/100g rispettivamente per il Luciferase Assay System e per l'E-screen. Abbiamo stimato che esiste una correlazione positiva e statisticamente significativa, p < 0,01, tra gli EEQ medi utilizzati nei due diversi test; anche nei singoli test, correlando gli EEQ con la concentrazione di prodotti fitosanitari, espressi in ppm, abbiamo ottenuto una correlazione statisticamente significativa. È stato stimato l'intake giornaliero di EEQ: 0,70 ¿ 0,90 ng EEQ/L; tale valore è inferiore ai livelli medi di E2 circolanti, tuttavia, bisogna ricordare che l'esposizione attraverso gli alimenti di origine vegetale è solo una delle possibili vie di assunzione. Il luciferase assay system è risultato un ottimo strumento per la valutazione dell'estrogenicità, esso è sensibile e più veloce dell'E-screen, sia per quanto riguarda l'incubazione con i campioni, sia per quanto riguarda la fase di preparazione alla lettura del test. Al fine di rendere maggiormente significativi i risultati di un'indagine come quella svolta nel presente lavoro di tesi, dovranno essere testati un numero maggior di campioni e di specie vegetali, inoltre dovrà essere verificata l'efficienza di estrazione nella preparazione dei campioni stessi.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
284391_tesifinitapdf2.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 2 MB
Formato Adobe PDF
2 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/116032