Le proprietà dell'olio extravergine di oliva, il condimento principe della dieta mediterranea sono note ormai da millenni: già Ippocrate, nel 400 a.C., consigliava il succo di olive fresche per curare le malattie mentali, e impacchi di olive macerate per guarire le ulcere. Tali proprietà, insieme alle caratteristiche organolettiche, sono dovute alla sua composizione, ed in particolare alla presenza di una serie di costituenti minori con notevole importanza nutrizionale. Negli ultimi anni l'attenzione dei ricercatori si è concentrata su un ristretto gruppo di molecole appartenenti alla famiglia dei secoiridoidi: queste molecole (che sono esteri dell'acido elenolico) si trovano esclusivamente nelle piante appartenenti alla famiglia delle Oleaceae, ed esistono in due forme particolari, una forma glicosilata, che è possibile ritrovare principalmente nelle drupe, ed una forma agliconica, che è possibile ritrovare principalmente nell'olio di oliva. Sul potenziale effetto benefico di questo secondo gruppo di molecole agliconiche, che comprende anche l'oleocantale ed il ligstroside aglicone, negli ultimi anni sono stati effettuati numerosi esperimenti. L'oleocantale in particolare, che è il polifenolo responsabile del gusto piccante dell'olio di oliva, è uno dei composti più studiati per la sua forte attività anti-infiammatoria simile all'ibuprofene. Diversi studi hanno messo in evidenza la capacità dell'oleocantale di bloccare la crescita di cellule tumorali e l'invasività in numerosi tipi di tumore. Scopo della tesi era valutare l'effetto di un estratto polifenolico, contenente principalmente oleocantale e ligstroside aglicone, derivato da olio extravergine di oliva, somministrandolo a diverse concentrazioni e tempi di trattamento su cellule di coloncarcinoma umano (HT-29), e su due linee cellulari di epatocarcinoma umano, a diverso grado di differenziamento (HepG2 e Huh7). In particolare, sono state valutate: la morfologia, la curva di crescita e il ciclo cellulare (citofluorimetria a flusso). Sono state anche ricercate le proteine caspasi-3 (marcatore di morte per apoptosi) ed LC-3 (marcatore di morte per autofagia), per comprendere i possibili meccanismi attraverso i quali l'estratto polifenolico esercita i suoi effetti. I risultati hanno mostrato che il trattamento di cellule di coloncarcinoma ed epatocarcinoma con un estratto ricco in oleocantale e ligstroside aglicone riduce la velocità di proliferazione di tali cellule, in particolar modo sulle cellule di epatocarcinoma. L'analisi morfologica ha mostrato evidenti cambiamenti nelle cellule in seguito al trattamento con il nostro estratto, se paragonate con le cellule di controllo. Inoltre è stata osservata attraverso le analisi di citofluorimetria una modificazione delle fasi del ciclo cellulare nelle cellule sottoposte al trattamento. Infine, contrariamente ai dati presenti in letteratura, le nostre analisi non hanno mostrato un processo di apoptosi mediato da caspasi-3, mentre hanno mostrato una potenziale attivazione dell'autofagia nelle cellule HepG2.

Effetto antineoplastico di polifenoli estratti dall'olio di oliva

SCIMÈ, SALVATORE
2015/2016

Abstract

Le proprietà dell'olio extravergine di oliva, il condimento principe della dieta mediterranea sono note ormai da millenni: già Ippocrate, nel 400 a.C., consigliava il succo di olive fresche per curare le malattie mentali, e impacchi di olive macerate per guarire le ulcere. Tali proprietà, insieme alle caratteristiche organolettiche, sono dovute alla sua composizione, ed in particolare alla presenza di una serie di costituenti minori con notevole importanza nutrizionale. Negli ultimi anni l'attenzione dei ricercatori si è concentrata su un ristretto gruppo di molecole appartenenti alla famiglia dei secoiridoidi: queste molecole (che sono esteri dell'acido elenolico) si trovano esclusivamente nelle piante appartenenti alla famiglia delle Oleaceae, ed esistono in due forme particolari, una forma glicosilata, che è possibile ritrovare principalmente nelle drupe, ed una forma agliconica, che è possibile ritrovare principalmente nell'olio di oliva. Sul potenziale effetto benefico di questo secondo gruppo di molecole agliconiche, che comprende anche l'oleocantale ed il ligstroside aglicone, negli ultimi anni sono stati effettuati numerosi esperimenti. L'oleocantale in particolare, che è il polifenolo responsabile del gusto piccante dell'olio di oliva, è uno dei composti più studiati per la sua forte attività anti-infiammatoria simile all'ibuprofene. Diversi studi hanno messo in evidenza la capacità dell'oleocantale di bloccare la crescita di cellule tumorali e l'invasività in numerosi tipi di tumore. Scopo della tesi era valutare l'effetto di un estratto polifenolico, contenente principalmente oleocantale e ligstroside aglicone, derivato da olio extravergine di oliva, somministrandolo a diverse concentrazioni e tempi di trattamento su cellule di coloncarcinoma umano (HT-29), e su due linee cellulari di epatocarcinoma umano, a diverso grado di differenziamento (HepG2 e Huh7). In particolare, sono state valutate: la morfologia, la curva di crescita e il ciclo cellulare (citofluorimetria a flusso). Sono state anche ricercate le proteine caspasi-3 (marcatore di morte per apoptosi) ed LC-3 (marcatore di morte per autofagia), per comprendere i possibili meccanismi attraverso i quali l'estratto polifenolico esercita i suoi effetti. I risultati hanno mostrato che il trattamento di cellule di coloncarcinoma ed epatocarcinoma con un estratto ricco in oleocantale e ligstroside aglicone riduce la velocità di proliferazione di tali cellule, in particolar modo sulle cellule di epatocarcinoma. L'analisi morfologica ha mostrato evidenti cambiamenti nelle cellule in seguito al trattamento con il nostro estratto, se paragonate con le cellule di controllo. Inoltre è stata osservata attraverso le analisi di citofluorimetria una modificazione delle fasi del ciclo cellulare nelle cellule sottoposte al trattamento. Infine, contrariamente ai dati presenti in letteratura, le nostre analisi non hanno mostrato un processo di apoptosi mediato da caspasi-3, mentre hanno mostrato una potenziale attivazione dell'autofagia nelle cellule HepG2.
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