L'amianto è un agente cancerogeno che agisce allo stato solido. La sua azione tossica si esplica quando le fibre, estremamente sottili e leggere, rimangono sospese in aria e vengono inalate. Per poter valutare l'effettivo rischio di esposizione, c'è la necessità di affiancare all'ispeziona visiva dei materiali prevista dal DM 6/9/94 una corretta valutazione quantitativa del tenore in amianto. Questa operazione è estremamente dipendente dalla tipologia di materiale da analizzare in quanto l'effetto della matrice è uno dei parametri più importanti da considerare durante l'analisi e la preparazione del campione. Sorgente di rischio, fino ad oggi trascurata, è rappresentata dalla realizzazione di scavi, gallerie in zone del territorio in cui naturalmente sono presenti i minerali d'amianto. Ulteriore sorgente d'esposizione è rappresentata dal rilascio di fibre da manufatti, come nel caso di materiali compatti da costruzione. Le problematiche sopra descritte sono state fonte di studio in questo lavoro di tesi: sono descritti due casi reali e complessi (case study) relativi alla determinazione quantitativa in terre e rocce da scavo naturalmente contenenti amianto (primo case study) e alla valutazione della pericolosità di un materiale compatto da costruzione (secondo case study). L'obiettivo del primo case study è il superamento delle problematiche legate alla normativa vigente per la determinazione quantitativa di fibre di amianto in terre e rocce da scavo. Per campioni massivi di ¿pietre verdi¿, non essendoci una metodica standardizzata per l'analisi mediante microscopia elettronica a scansione (SEM) associata alla microanalisi in dispersione di energia (EDS), si è operato secondo quanto descritto nell'allegato 1B del D.M. del 6/9/94 tenendo conto che fu redatta per campioni massimi di manufatti contenenti amianto (MCA) e non per terre e rocce da scavo. Lo studio è stato progettato ed eseguito seguendo due fasi distinte: la fase 1 atta a fornire indicazioni ed informazioni di tipo petrografico e mineralogico sull'amianto presente nei campioni di roccia di interesse del progetto; nella fase 2, utilizzando la metodica SEM-EDS ed una innovativa preparazione del campione, si è proceduto a stabilire la quantità e la tipologia di fibre di amianto presenti nel materiale lapideo campionato in campo. Il secondo case study è dedicato allo studio della correlazione tra le caratteristiche chimiche, morfologiche e termogravimetriche dei pavimenti vinilici e il rilascio di fibre nell'ambiente. Per raggiungere tali obiettivi, si sono analizzati diversi campioni di pavimento vinilico potenzialmente contaminato con amianto proveniente da alcuni edifici di Torino. Lo studio è stato strutturato in tre fasi: i) l'accertamento della presenza di amianto condotta per mezzo della diffrattometria a raggi X su frammenti di pavimento, ii) la valutazione quantitativa del tenore in amianto tramite SEM-EDS e iii) la simulazione accelerata dell'usura di una piastrella di materiale vinilico contenente amianto (scelto sulla base dei risultati della fase i e ii) al fine di stimare la dispersione potenziale di fibre nell'ambiente. Al fine di valutare procedure di smaltimento alternative al conferimento in discarica, sono stati inoltre condotti studi termogravimetrici per evidenziare i processi degradativi a cui il campione può andare in contro in seguito a riscaldamento in atmosfera ossidante nel range 25-1000 °C.

Determinazione quantitativa dell'amianto in matrici reali complesse mediante microscopia elettronica a scansione

MIGLIOZZI, CARMINA
2015/2016

Abstract

L'amianto è un agente cancerogeno che agisce allo stato solido. La sua azione tossica si esplica quando le fibre, estremamente sottili e leggere, rimangono sospese in aria e vengono inalate. Per poter valutare l'effettivo rischio di esposizione, c'è la necessità di affiancare all'ispeziona visiva dei materiali prevista dal DM 6/9/94 una corretta valutazione quantitativa del tenore in amianto. Questa operazione è estremamente dipendente dalla tipologia di materiale da analizzare in quanto l'effetto della matrice è uno dei parametri più importanti da considerare durante l'analisi e la preparazione del campione. Sorgente di rischio, fino ad oggi trascurata, è rappresentata dalla realizzazione di scavi, gallerie in zone del territorio in cui naturalmente sono presenti i minerali d'amianto. Ulteriore sorgente d'esposizione è rappresentata dal rilascio di fibre da manufatti, come nel caso di materiali compatti da costruzione. Le problematiche sopra descritte sono state fonte di studio in questo lavoro di tesi: sono descritti due casi reali e complessi (case study) relativi alla determinazione quantitativa in terre e rocce da scavo naturalmente contenenti amianto (primo case study) e alla valutazione della pericolosità di un materiale compatto da costruzione (secondo case study). L'obiettivo del primo case study è il superamento delle problematiche legate alla normativa vigente per la determinazione quantitativa di fibre di amianto in terre e rocce da scavo. Per campioni massivi di ¿pietre verdi¿, non essendoci una metodica standardizzata per l'analisi mediante microscopia elettronica a scansione (SEM) associata alla microanalisi in dispersione di energia (EDS), si è operato secondo quanto descritto nell'allegato 1B del D.M. del 6/9/94 tenendo conto che fu redatta per campioni massimi di manufatti contenenti amianto (MCA) e non per terre e rocce da scavo. Lo studio è stato progettato ed eseguito seguendo due fasi distinte: la fase 1 atta a fornire indicazioni ed informazioni di tipo petrografico e mineralogico sull'amianto presente nei campioni di roccia di interesse del progetto; nella fase 2, utilizzando la metodica SEM-EDS ed una innovativa preparazione del campione, si è proceduto a stabilire la quantità e la tipologia di fibre di amianto presenti nel materiale lapideo campionato in campo. Il secondo case study è dedicato allo studio della correlazione tra le caratteristiche chimiche, morfologiche e termogravimetriche dei pavimenti vinilici e il rilascio di fibre nell'ambiente. Per raggiungere tali obiettivi, si sono analizzati diversi campioni di pavimento vinilico potenzialmente contaminato con amianto proveniente da alcuni edifici di Torino. Lo studio è stato strutturato in tre fasi: i) l'accertamento della presenza di amianto condotta per mezzo della diffrattometria a raggi X su frammenti di pavimento, ii) la valutazione quantitativa del tenore in amianto tramite SEM-EDS e iii) la simulazione accelerata dell'usura di una piastrella di materiale vinilico contenente amianto (scelto sulla base dei risultati della fase i e ii) al fine di stimare la dispersione potenziale di fibre nell'ambiente. Al fine di valutare procedure di smaltimento alternative al conferimento in discarica, sono stati inoltre condotti studi termogravimetrici per evidenziare i processi degradativi a cui il campione può andare in contro in seguito a riscaldamento in atmosfera ossidante nel range 25-1000 °C.
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