L'obiettivo di questa tesi è quello di mostrare una panoramica del fenomeno dello stalking e della sua evoluzione in atti sempre piu violenti, fino ad arrivare all'omicidio; analizzando lo stalking da un punto di vista sociale attraverso uno sguardo critico alla moderna società che sembra alimentare tali azioni di molestia; da un punto di vista psicologico cercando di individuare le diverse personalità di molestatori e le motivazioni che conducono ad atti di grande aggressività fino all'omicidio; e infine analizzando l'evoluzione legislativa del fenomeno, dai primi provvedimenti all'ultima legge che risale al febbraio del 2009. Analizzando il fenomeno in questione da un punto di vista culturale, se stalking significa ossessionare, molestare, perseguitare psicologicamente e materialmente una persona, allora lo stalking nasce con l'uomo. Di sicuro lo stalking non nasce nell'epoca contemporanea, è presente nella coscienza culturale già da molti secoli, e questo è dimostrato dai racconti del passato e dalla cinematografia, anche se in precedenza il fenomeno non era definito con questo termine. Lo stalking è il sintomo di una società nella quale il confine tra noi e gli altri è diventato troppo labile e dove le leggi non governano più, i limiti che separano il pubblico dal privato sono ormai invisibili, e massima espressione di questo è sicuramente internet. Dopo aver tracciato un profilo sociologico sul quale si impianta la problematica dello stalking, questa tesi si propone di analizzare il profilo comportamentale dello stalker, comprendere le motivazioni più profonde del suo agire, soprattutto quando l'azione diventa omicidiaria. Gli elementi identificati come possibili motivazioni che spingono uno stalker a commettere un omicidio sono: la dimensione patologica dell'amore, l'erotomania, la gelosia, la fine di un amore, il tradimento e la vendetta. Possiamo ricondurre questi elementi a patologia? Di sicuro non tutti, ma ci rimandano a degli omicidi dettati proprio da queste motivazioni. Nell'ultima parte si è dato spazio all'intervento legislativo e la sua evoluzione rispetto al fenomeno studiato. La legislazione negli ultimi anni ha subito un'importante evoluzione per quanto riguarda il fenomeno dello stalking, soprattutto con la legge del 23 Febbraio 2009. Il Ministro della Giustizia Angelino Alfano insieme al ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna si sono impegnati molto per mettere a punto un sistema legislativo che potesse tutelare le vittime di stalking, ma come più volte abbiamo visto non sempre queste vittime hanno avuto il tempo o la possibilità di raccontare le loro storie. Dall'insieme degli elementi analizzati si può dedurre che lo stalking, che è stato approfonditamente studiato e per diverso tempo associato ad una patologia psichiatrica , non è definibile come tale; ne segue che un reato collegato ad un caso di molestia non è giustificato dalla presenza di un vizio totale o parziale di mente. I comportamenti ossessivi e di molestia, possono essere tratti di una patologia psichiatrica, ma possono impiantarsi anche su essa senza che ci sia una correlazione causale. Ciò non esclude che un soggetto che agisce violentemente fino a provocare la morte della sua vittima possa essere spinto anche da un substrato patologico e che le sue azioni siano frutto di deliri e allucinazioni di natura psicotica.
Dallo stalking all'omicidio: evoluzione sociale, psicologica e legislativa
BARONE, DALILA
2009/2010
Abstract
L'obiettivo di questa tesi è quello di mostrare una panoramica del fenomeno dello stalking e della sua evoluzione in atti sempre piu violenti, fino ad arrivare all'omicidio; analizzando lo stalking da un punto di vista sociale attraverso uno sguardo critico alla moderna società che sembra alimentare tali azioni di molestia; da un punto di vista psicologico cercando di individuare le diverse personalità di molestatori e le motivazioni che conducono ad atti di grande aggressività fino all'omicidio; e infine analizzando l'evoluzione legislativa del fenomeno, dai primi provvedimenti all'ultima legge che risale al febbraio del 2009. Analizzando il fenomeno in questione da un punto di vista culturale, se stalking significa ossessionare, molestare, perseguitare psicologicamente e materialmente una persona, allora lo stalking nasce con l'uomo. Di sicuro lo stalking non nasce nell'epoca contemporanea, è presente nella coscienza culturale già da molti secoli, e questo è dimostrato dai racconti del passato e dalla cinematografia, anche se in precedenza il fenomeno non era definito con questo termine. Lo stalking è il sintomo di una società nella quale il confine tra noi e gli altri è diventato troppo labile e dove le leggi non governano più, i limiti che separano il pubblico dal privato sono ormai invisibili, e massima espressione di questo è sicuramente internet. Dopo aver tracciato un profilo sociologico sul quale si impianta la problematica dello stalking, questa tesi si propone di analizzare il profilo comportamentale dello stalker, comprendere le motivazioni più profonde del suo agire, soprattutto quando l'azione diventa omicidiaria. Gli elementi identificati come possibili motivazioni che spingono uno stalker a commettere un omicidio sono: la dimensione patologica dell'amore, l'erotomania, la gelosia, la fine di un amore, il tradimento e la vendetta. Possiamo ricondurre questi elementi a patologia? Di sicuro non tutti, ma ci rimandano a degli omicidi dettati proprio da queste motivazioni. Nell'ultima parte si è dato spazio all'intervento legislativo e la sua evoluzione rispetto al fenomeno studiato. La legislazione negli ultimi anni ha subito un'importante evoluzione per quanto riguarda il fenomeno dello stalking, soprattutto con la legge del 23 Febbraio 2009. Il Ministro della Giustizia Angelino Alfano insieme al ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna si sono impegnati molto per mettere a punto un sistema legislativo che potesse tutelare le vittime di stalking, ma come più volte abbiamo visto non sempre queste vittime hanno avuto il tempo o la possibilità di raccontare le loro storie. Dall'insieme degli elementi analizzati si può dedurre che lo stalking, che è stato approfonditamente studiato e per diverso tempo associato ad una patologia psichiatrica , non è definibile come tale; ne segue che un reato collegato ad un caso di molestia non è giustificato dalla presenza di un vizio totale o parziale di mente. I comportamenti ossessivi e di molestia, possono essere tratti di una patologia psichiatrica, ma possono impiantarsi anche su essa senza che ci sia una correlazione causale. Ciò non esclude che un soggetto che agisce violentemente fino a provocare la morte della sua vittima possa essere spinto anche da un substrato patologico e che le sue azioni siano frutto di deliri e allucinazioni di natura psicotica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/115714