In 1972 the report made by the Club of Rome, The limits to growth, highlighted the connection between economic growth and ecosystem services. This report remarks the difference between the meaning of growth, as a quantitative increase of goods, and the meaning of development, as a qualitative improvement in comparison to the initial conditions. In that document is declared that ¿if the present growth trends in world population, industrialization, pollution, food production, and resource depletion continue unchanged, the limits to growth on this planet will be reached sometime within the next one hundred years¿. Agriculture produces food and resources using a big quantity of energy and materials coming from natural systems. Moreover, ecosystems have cyclic organization: any object of the system is reused and reconverted within the energy flows and the material cycles that occur in the system itself. In the same way agroecosystems reuse and convert the inputs from ecosystem services, but it often uses a faster rate in comparison to the natural systems. Furthermore they produce waste that may create environmental problems in the disposal and emissions that can alter the ecological services of nearly natural systems. If on one hand it is possible to observe the emerging agricultural systems more conscious about their ecosystem burdens, on the other side almost all the intensive systems have high environmental costs. Environmental impact indicators are tools that allow to evaluate which phases of a productive cycle are the most impacting from an environmental prospective. Among such tools, the ecological footprint analysis calculates the demand of world surface required for sustain a specific human activity. In the past, fruit farming was considered a sector with a smaller environmental demand compared to other food production systems; nevertheless recent studies demonstrate that the environmental impacts of this sector may be high as other herbaceous cultivations. In this work some fruit farming applications of the ecological footprint analysis are reported. Case study 1 considers a nectarine orchard in its entire lifetime and evaluates which phase mostly engraves on the total ecological footprint of the system; case study 2 compares the ecological footprint of two wine farming systems, one organic and one traditional, focusing on impacts of both the production and the retail system. Case study 3 presents the suitability of the ecological imprint in evaluating the real demand of natural capital that are related to the introduction of a new agronomic techniques. According to this examples, this report deepens the permaculture theory in the light of an agricultural protocol which has a low ecological footprint as it tries not to over exploit natural services. Furthermore a project of a middle dimension permacultural orchard is presented and also a conventional orchard cycle is analized making suggestion for reducing ecological footprint using permacultural principles.

Nel 1972 il rapporto The limits to growth, redatto dal Club di Roma, mise in luce il legame tra crescita economica e disponibilità di risorse naturali, evidenziando la differenza tra il concetto di crescita, un aumento quantitativo di beni, e quello di sviluppo, ovvero un miglioramento qualitativo rispetto alle condizioni di partenza. In tale documento si dichiara che ¿se l'attuale tasso di crescita della popolazione, dell'industrializzazione, dell'inquinamento, della produzione di cibo e dello sfruttamento delle risorse continuerà inalterato, i limiti dello sviluppo su questo pianeta saranno raggiunti in un momento imprecisato entro prossimi cento anni¿. L'agricoltura produce cibo e risorse utilizzando grandi quantità di energia e materia proveniente dal mondo naturale. Una produttività in grado di assolvere la domanda di cibo e risorse mondiale è legata principalmente al buon funzionamento degli ecosistemi. L'ecosistema ha un'organizzazione ciclica, ovvero ogni prodotto è riutilizzato e riconvertito per alimentare i flussi di energia e cicli di materia. L'agrosistema ugualmente converte e riutilizza gli input di capitale naturale, ma spesso ad un ritmo superiore rispetto a quello dei sistemi naturali, causando un impoverimento di risorse. Inoltre l'agroecosistema produce rifiuti che molto spesso creano problemi di smaltimento ed emissioni che possono alterare i servizi ecologici dei sistemi naturali adiacenti. Se da un lato i sistemi agricoli che stanno emergendo negli ultimi anni sono organizzati in modo più consapevole rispetto al carico esercitato sugli ecosistemi, dall'altro la maggior parte delle forme di agricoltura intensiva hanno elevati costi ambientali. Gli indicatori di impatto ambientale sono strumenti che consentono di avere un'idea precisa dei punti in cui il ciclo produttivo presenta maggiori consumi o sprechi di capitale naturale. Tra questi, l'analisi di impronta ecologica mette in relazione i consumi di una determinata attività con la domanda di superficie terrestre impiegata dai processi e dalle risorse da essa utilizzate. Considerata per anni un settore a minore domanda di beni e risorse rispetto alle altre produzioni agroalimentari, la frutticoltura viene oggi ritenuta un'attività a grande impatto ambientale. In questa relazione vengono riportate alcune analisi di impronta ecologica applicate all'arboricoltura da frutto. Il caso di studio 1 considera le fasi del ciclo produttivo di un frutteto di nettarine per stabilire quali tra queste incidano maggiormente sull'impronta ecologica complessiva; il caso di studio 2 confronta l'impronta ecologica di due aziende viticole, una biologica e una convenzionale, ponendo l'attenzione sia sugli impatti della produzione sia su quelli del prodotto finito. Il caso di studio 3 invece presenta l'efficacia dell'impronta ecologica nel valutare la reale richiesta di capitale naturale che può apportare l'introduzione di una nuova tecnologia. Alla luce di queste considerazioni viene approfondita la pratica della permacoltura che, in considerazione delle sue caratteristiche di non sovrasfruttamento dei servizi naturali, risulta avere un'impronta ecologica più bassa e maggiormente compatibile con la vita degli ecosistemi. Viene inoltre presentato un progetto di frutteto permacolturale su media scala ed analizzato il ciclo di un frutteto convenzionale proponendo le possibili soluzioni per ridurre l'impronta ecologica dell'impianto adottando alcuni principi della permacoltura.

La sostenibilità ambientale in frutticoltura: servizi degli ecosistemi, metodi di valutazione e casi di studio

GASPARETTO, ELETTRA
2010/2011

Abstract

Nel 1972 il rapporto The limits to growth, redatto dal Club di Roma, mise in luce il legame tra crescita economica e disponibilità di risorse naturali, evidenziando la differenza tra il concetto di crescita, un aumento quantitativo di beni, e quello di sviluppo, ovvero un miglioramento qualitativo rispetto alle condizioni di partenza. In tale documento si dichiara che ¿se l'attuale tasso di crescita della popolazione, dell'industrializzazione, dell'inquinamento, della produzione di cibo e dello sfruttamento delle risorse continuerà inalterato, i limiti dello sviluppo su questo pianeta saranno raggiunti in un momento imprecisato entro prossimi cento anni¿. L'agricoltura produce cibo e risorse utilizzando grandi quantità di energia e materia proveniente dal mondo naturale. Una produttività in grado di assolvere la domanda di cibo e risorse mondiale è legata principalmente al buon funzionamento degli ecosistemi. L'ecosistema ha un'organizzazione ciclica, ovvero ogni prodotto è riutilizzato e riconvertito per alimentare i flussi di energia e cicli di materia. L'agrosistema ugualmente converte e riutilizza gli input di capitale naturale, ma spesso ad un ritmo superiore rispetto a quello dei sistemi naturali, causando un impoverimento di risorse. Inoltre l'agroecosistema produce rifiuti che molto spesso creano problemi di smaltimento ed emissioni che possono alterare i servizi ecologici dei sistemi naturali adiacenti. Se da un lato i sistemi agricoli che stanno emergendo negli ultimi anni sono organizzati in modo più consapevole rispetto al carico esercitato sugli ecosistemi, dall'altro la maggior parte delle forme di agricoltura intensiva hanno elevati costi ambientali. Gli indicatori di impatto ambientale sono strumenti che consentono di avere un'idea precisa dei punti in cui il ciclo produttivo presenta maggiori consumi o sprechi di capitale naturale. Tra questi, l'analisi di impronta ecologica mette in relazione i consumi di una determinata attività con la domanda di superficie terrestre impiegata dai processi e dalle risorse da essa utilizzate. Considerata per anni un settore a minore domanda di beni e risorse rispetto alle altre produzioni agroalimentari, la frutticoltura viene oggi ritenuta un'attività a grande impatto ambientale. In questa relazione vengono riportate alcune analisi di impronta ecologica applicate all'arboricoltura da frutto. Il caso di studio 1 considera le fasi del ciclo produttivo di un frutteto di nettarine per stabilire quali tra queste incidano maggiormente sull'impronta ecologica complessiva; il caso di studio 2 confronta l'impronta ecologica di due aziende viticole, una biologica e una convenzionale, ponendo l'attenzione sia sugli impatti della produzione sia su quelli del prodotto finito. Il caso di studio 3 invece presenta l'efficacia dell'impronta ecologica nel valutare la reale richiesta di capitale naturale che può apportare l'introduzione di una nuova tecnologia. Alla luce di queste considerazioni viene approfondita la pratica della permacoltura che, in considerazione delle sue caratteristiche di non sovrasfruttamento dei servizi naturali, risulta avere un'impronta ecologica più bassa e maggiormente compatibile con la vita degli ecosistemi. Viene inoltre presentato un progetto di frutteto permacolturale su media scala ed analizzato il ciclo di un frutteto convenzionale proponendo le possibili soluzioni per ridurre l'impronta ecologica dell'impianto adottando alcuni principi della permacoltura.
ITA
In 1972 the report made by the Club of Rome, The limits to growth, highlighted the connection between economic growth and ecosystem services. This report remarks the difference between the meaning of growth, as a quantitative increase of goods, and the meaning of development, as a qualitative improvement in comparison to the initial conditions. In that document is declared that ¿if the present growth trends in world population, industrialization, pollution, food production, and resource depletion continue unchanged, the limits to growth on this planet will be reached sometime within the next one hundred years¿. Agriculture produces food and resources using a big quantity of energy and materials coming from natural systems. Moreover, ecosystems have cyclic organization: any object of the system is reused and reconverted within the energy flows and the material cycles that occur in the system itself. In the same way agroecosystems reuse and convert the inputs from ecosystem services, but it often uses a faster rate in comparison to the natural systems. Furthermore they produce waste that may create environmental problems in the disposal and emissions that can alter the ecological services of nearly natural systems. If on one hand it is possible to observe the emerging agricultural systems more conscious about their ecosystem burdens, on the other side almost all the intensive systems have high environmental costs. Environmental impact indicators are tools that allow to evaluate which phases of a productive cycle are the most impacting from an environmental prospective. Among such tools, the ecological footprint analysis calculates the demand of world surface required for sustain a specific human activity. In the past, fruit farming was considered a sector with a smaller environmental demand compared to other food production systems; nevertheless recent studies demonstrate that the environmental impacts of this sector may be high as other herbaceous cultivations. In this work some fruit farming applications of the ecological footprint analysis are reported. Case study 1 considers a nectarine orchard in its entire lifetime and evaluates which phase mostly engraves on the total ecological footprint of the system; case study 2 compares the ecological footprint of two wine farming systems, one organic and one traditional, focusing on impacts of both the production and the retail system. Case study 3 presents the suitability of the ecological imprint in evaluating the real demand of natural capital that are related to the introduction of a new agronomic techniques. According to this examples, this report deepens the permaculture theory in the light of an agricultural protocol which has a low ecological footprint as it tries not to over exploit natural services. Furthermore a project of a middle dimension permacultural orchard is presented and also a conventional orchard cycle is analized making suggestion for reducing ecological footprint using permacultural principles.
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
704408_tesidefinitiva.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 631.84 kB
Formato Adobe PDF
631.84 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/115687