The Susa Valley is located in the province of Turin with an east-west orientation. Characterized by mild temperatures and a hot and dry summer, it includes 41 communities in an area of 1261 km²; the territory is divided into low and high Valley. In order to evaluate the floral resources visited by Apis mellifera ligustica and other Apoidea of this alpine valley and pollinated thanks to their action, the researches of Ferrazzi, Ferrero, Manino and collaborators were taken into consideration. Pollinating insects allow the survival of many plants and the conservation of biodiversity; the honey bees also produce honey. To determine the floral origin of honey and the different plant species visited by honey bees, direct observation and melissopalynological study of their crops is used, namely microscopical recognition and counting of pollen grains and honeydew elements present in honey's sediment. The results are complemented by sensorial and physico-chemical analyses (Ferrazzi, 1992). Through melissopalynological analysis and field observations plant species were identified that form the pollen-based association, i.e. the one that is present in 75% -100% of the honeys: for the Lower Susa Valley they are Castanea, Rubus form, Trifolium repens group, Pyrus form, Tilia, Robinia, Rhododendron and Gramineae (Ferrero, 2005). For the Upper Susa Valley they are the Trifolium repens group, Onobrychis, Salvia form, Rubus, Helianthemum, Lotus corniculatus group and Rhododendron (Ferrazzi and Gerlero, 2001). It was eventually noted that the species more visited by bees on the whole territory belong to the families Leguminosae and Rosaceae. Very important in the Lower Valley is the chestnut tree (Castanea sativa), the only species with dominant pollen (frequency >45%), although over-represented. Unlike A. mellifera, the "solitary apoidea" prefer plants rich in pollen, belonging mainly to the family of Compositae, and then to Ranunculaceae, Cistaceae, Dipsacaceae and Campanulaceae (Quirino et al., 1998). Among the plants most visited from the genus Bombus, prevail Leguminosae with 9 genera including Onobrychis, Trifolium and Lotus, then Compositae and Rosaceae, with 6 genera including Prunus and Rosa (Manino et al., 2010). On the whole, therefore, the families most visited by Apoidea in the Susa Valley are, in order, Leguminosae, Compositae, and Rosaceae. The progressive abandonment of mountains and land and the colonization by shrubs and trees, unfortunately less valuable in terms of beekeeping, are standardizing the types of vegetation and leading to the disappearance of a large part of the biodiversity that pollinators could maintain through their pollination activity. Even the introduction of invasive alien species, such as Solidago, is changing the local vegetation. The chestnut gall wasp (Dryocosmus kuriphilus), a new critical element arrived in the Valley, transforming the buds in galls therefore greatly reduces the intake of nectar and pollen for bees and jeopardizes the survival of the chestnut tree itself (Ferrazzi, personal communication). A continuous monitoring of the flora in the Valley is desirable in order to ensure the maintenance of the diversity of plants and, consequently, of animals. A land management that takes in due account these issues is also essential to support the local beekeeping activities.
La Valle di Susa, sita in provincia di Torino con andamento est-ovest, caratterizzata da temperature miti e da un'estate calda e arida, comprende 41 comuni su una superficie di 1261 km2; il territorio viene diviso in bassa e alta Valle. Allo scopo di valutare le risorse floristiche frequentate da Apis mellifera ligustica e dagli altri Apoidei di questa valle alpina e impollinate grazie alla loro opera, sono stati presi in esame lavori di Ferrazzi, Ferrero, Manino e collaboratori. Gli insetti pronubi permettono la sopravvivenza di molte piante e la conservazione della biodiversità; le api inoltre producono miele. Per determinare l'origine florale dei mieli e le diverse specie botaniche visitate dalle api, si ricorre all'osservazione diretta e allo studio melissopalinologico dei loro raccolti, vale a dire il riconoscimento e conteggio al microscopio dei granuli pollinici e degli elementi di melata presenti nel sedimento del miele. I risultati vengono anche integrati da analisi sensoriali e fisico-chimiche (Ferrazzi, 1992). Attraverso le analisi melissopalinologiche e le osservazioni in campo sono state individuate le specie botaniche che costituiscono l'associazione pollinica di base, cioè quella presente nel 75%-100% dei mieli: per la Bassa Valle di Susa sono Castanea, forma Rubus, gruppo Trifolium repens, forma Pyrus, Tilia, Robinia, Rhododendron e Gramineae (Ferrero, 2005). Per l'Alta Valle di Susa sono il gruppo Trifolium repens, Onobrychis, la forma Salvia, Rubus, Helianthemum, il gruppo Lotus corniculatus e Rhododendron (Ferrazzi e Gerlero, 2001). Si è rilevato, in conclusione, che le specie maggiormente bottinate dall'ape su tutto il territorio appartengono alle famiglie Leguminosae e Rosaceae. Molto importante nella Bassa Valle è il castagno, unica specie che presenta polline dominante (con frequenza >45%), seppur iperrappresentato. A differenza dell'ape, gli ¿apoidei solitari¿ prediligono piante ricche di polline, principalmente Compositae a fiori gialli, quindi specie appartenenti alle famiglie Ranunculaceae, Cistaceae, Dipsacaceae e Campanulaceae (Quirino et al., 1998). Tra le piante più visitate dal genere Bombus, prevalgono le Leguminosae con 9 generi tra cui Onobrychis, Trifolium e Lotus, quindi Compositae e Rosaceae, con 6 generi tra cui Prunus e Rosa (Manino et al., 2010). Complessivamente, quindi, le famiglie più visitate dagli Apoidei nella Valle Susa sono, nell'ordine, Leguminosae, Compositae e Rosaceae. Il progressivo abbandono delle montagne e del territorio e la colonizzazione da parte di arbusti e di alberi, purtroppo meno pregiati dal punto di vista apistico, stanno uniformando le tipologie vegetazionali e portando alla scomparsa di gran parte della biodiversità che gli insetti pronubi potrebbero mantenere tramite l'impollinazione. Anche l'introduzione di specie alloctone invasive come Solidago sta modificando la vegetazione locale. Di recente è giunto in Valle un nuovo elemento di criticità, il cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus), che trasformando in galle le gemme riduce fortemente l'apporto di nettare e polline per l'ape e compromette la sopravvivenza del castagno stesso (Ferrazzi, comunicazioni personali). E' auspicabile un continuo monitoraggio della flora nella Valle per salvaguardare il mantenimento della biodiversità vegetale e, di conseguenza, quella animale. Una gestione del territorio attenta a queste problematiche è indispensabile anche per sostenere l'attività apistica locale.
Risorse floristiche utilizzate da Apis mellifera L., da bombi e da apoidei solitari in Valle di Susa (TO)
PEROTTI, ELISA
2010/2011
Abstract
La Valle di Susa, sita in provincia di Torino con andamento est-ovest, caratterizzata da temperature miti e da un'estate calda e arida, comprende 41 comuni su una superficie di 1261 km2; il territorio viene diviso in bassa e alta Valle. Allo scopo di valutare le risorse floristiche frequentate da Apis mellifera ligustica e dagli altri Apoidei di questa valle alpina e impollinate grazie alla loro opera, sono stati presi in esame lavori di Ferrazzi, Ferrero, Manino e collaboratori. Gli insetti pronubi permettono la sopravvivenza di molte piante e la conservazione della biodiversità; le api inoltre producono miele. Per determinare l'origine florale dei mieli e le diverse specie botaniche visitate dalle api, si ricorre all'osservazione diretta e allo studio melissopalinologico dei loro raccolti, vale a dire il riconoscimento e conteggio al microscopio dei granuli pollinici e degli elementi di melata presenti nel sedimento del miele. I risultati vengono anche integrati da analisi sensoriali e fisico-chimiche (Ferrazzi, 1992). Attraverso le analisi melissopalinologiche e le osservazioni in campo sono state individuate le specie botaniche che costituiscono l'associazione pollinica di base, cioè quella presente nel 75%-100% dei mieli: per la Bassa Valle di Susa sono Castanea, forma Rubus, gruppo Trifolium repens, forma Pyrus, Tilia, Robinia, Rhododendron e Gramineae (Ferrero, 2005). Per l'Alta Valle di Susa sono il gruppo Trifolium repens, Onobrychis, la forma Salvia, Rubus, Helianthemum, il gruppo Lotus corniculatus e Rhododendron (Ferrazzi e Gerlero, 2001). Si è rilevato, in conclusione, che le specie maggiormente bottinate dall'ape su tutto il territorio appartengono alle famiglie Leguminosae e Rosaceae. Molto importante nella Bassa Valle è il castagno, unica specie che presenta polline dominante (con frequenza >45%), seppur iperrappresentato. A differenza dell'ape, gli ¿apoidei solitari¿ prediligono piante ricche di polline, principalmente Compositae a fiori gialli, quindi specie appartenenti alle famiglie Ranunculaceae, Cistaceae, Dipsacaceae e Campanulaceae (Quirino et al., 1998). Tra le piante più visitate dal genere Bombus, prevalgono le Leguminosae con 9 generi tra cui Onobrychis, Trifolium e Lotus, quindi Compositae e Rosaceae, con 6 generi tra cui Prunus e Rosa (Manino et al., 2010). Complessivamente, quindi, le famiglie più visitate dagli Apoidei nella Valle Susa sono, nell'ordine, Leguminosae, Compositae e Rosaceae. Il progressivo abbandono delle montagne e del territorio e la colonizzazione da parte di arbusti e di alberi, purtroppo meno pregiati dal punto di vista apistico, stanno uniformando le tipologie vegetazionali e portando alla scomparsa di gran parte della biodiversità che gli insetti pronubi potrebbero mantenere tramite l'impollinazione. Anche l'introduzione di specie alloctone invasive come Solidago sta modificando la vegetazione locale. Di recente è giunto in Valle un nuovo elemento di criticità, il cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus), che trasformando in galle le gemme riduce fortemente l'apporto di nettare e polline per l'ape e compromette la sopravvivenza del castagno stesso (Ferrazzi, comunicazioni personali). E' auspicabile un continuo monitoraggio della flora nella Valle per salvaguardare il mantenimento della biodiversità vegetale e, di conseguenza, quella animale. Una gestione del territorio attenta a queste problematiche è indispensabile anche per sostenere l'attività apistica locale.File | Dimensione | Formato | |
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