La ceramica longobarda in Piemonte Vengono esaminati alcuni siti in cui è stata rinvenuta ceramica longobarda in Piemonte: Asti Via dei Varroni e Via San Giovanni, Biella, Borgovercelli, Carignano, regione Boatera, Centallo, località Madonna dei Prati, Collegno, località Varda, Desana, località Settime, Dorzano, località San Secondo, Mombello Monferrato, località Mulino nuovo di Gambarello, Moncalieri, frazione Testona, Monteu da Po, Pecetto, località Bric San Vito, Torino area della chiesa del Salvatore e Via Botero, Vercelli. Questi contesti permettono di fare alcune considerazioni: i vasi longobardi non venivano utilizzati solo in ambito funerario, ma costituivano oggetti d'uso quotidiano; l'insediamento longobardo segue modalità diverse di regione in regione; i livelli di vita di insediamenti longobardi includono assai pochi frammenti di ceramica caratterizzata ed una larga maggioranza di vasellame con caratteristiche comuni ai coevi contesti romanzi sia urbani che rurali. Si propone dunque una tipologia di riferimento per i vasi rinvenuti in Piemonte creando otto gruppi: le caraffe, le brocche, gli orci, le fiasche, le bottiglie, i bicchieri, le fiaschette da pellegrino e le olle. Ogni gruppo viene diviso in tipi secondo differenze morfologiche e in sottotipi in base ai diversi apparati decorativi. Osservando la tipologia si nota che in Piemonte è presente un maggior numero di gruppi rispetto a quelli rinvenuti a Brescia e che nella regione operavano probabilmente due differenti officine una operante a Torino, l'altra a Vercelli o nei suoi dintorni. Ci si sofferma ad analizzare le tecniche di produzione di questo vasellame: l'utilizzo del tornio primitivo; i differenti tipi di decorazione (stampigliata e a stralucido); la cottura. Vengono infine proposte altre considerazioni sulla classe ceramica, prodotta probabilmente in un paio di centri (Torino e Vercelli) in maniera quasi standardizzata ed in altri contesti in ambito casalingo. Difficile ipotizzare un commercio in larga scala in quanto questi contenitori sono piccoli, dunque non adatti a contenere merci in quantità utile, e fragili.

La ceramica longobarda in Piemonte

RUBINETTO, ENZO
2010/2011

Abstract

La ceramica longobarda in Piemonte Vengono esaminati alcuni siti in cui è stata rinvenuta ceramica longobarda in Piemonte: Asti Via dei Varroni e Via San Giovanni, Biella, Borgovercelli, Carignano, regione Boatera, Centallo, località Madonna dei Prati, Collegno, località Varda, Desana, località Settime, Dorzano, località San Secondo, Mombello Monferrato, località Mulino nuovo di Gambarello, Moncalieri, frazione Testona, Monteu da Po, Pecetto, località Bric San Vito, Torino area della chiesa del Salvatore e Via Botero, Vercelli. Questi contesti permettono di fare alcune considerazioni: i vasi longobardi non venivano utilizzati solo in ambito funerario, ma costituivano oggetti d'uso quotidiano; l'insediamento longobardo segue modalità diverse di regione in regione; i livelli di vita di insediamenti longobardi includono assai pochi frammenti di ceramica caratterizzata ed una larga maggioranza di vasellame con caratteristiche comuni ai coevi contesti romanzi sia urbani che rurali. Si propone dunque una tipologia di riferimento per i vasi rinvenuti in Piemonte creando otto gruppi: le caraffe, le brocche, gli orci, le fiasche, le bottiglie, i bicchieri, le fiaschette da pellegrino e le olle. Ogni gruppo viene diviso in tipi secondo differenze morfologiche e in sottotipi in base ai diversi apparati decorativi. Osservando la tipologia si nota che in Piemonte è presente un maggior numero di gruppi rispetto a quelli rinvenuti a Brescia e che nella regione operavano probabilmente due differenti officine una operante a Torino, l'altra a Vercelli o nei suoi dintorni. Ci si sofferma ad analizzare le tecniche di produzione di questo vasellame: l'utilizzo del tornio primitivo; i differenti tipi di decorazione (stampigliata e a stralucido); la cottura. Vengono infine proposte altre considerazioni sulla classe ceramica, prodotta probabilmente in un paio di centri (Torino e Vercelli) in maniera quasi standardizzata ed in altri contesti in ambito casalingo. Difficile ipotizzare un commercio in larga scala in quanto questi contenitori sono piccoli, dunque non adatti a contenere merci in quantità utile, e fragili.
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