In this work I intend to analyze the marriage in the late empire and Justinian age Roman law. In the past year there was a predominant interpretation, affirming the marriage, in the Roman law, didn't know any ceremony forms, founding instead on the affectio maritalis: the unique bride and groom's will manifestation. Actually, on closer analysis, extending that theory to the whole roman history civilization is too simplistic, but it is necessary evaluating the roman judicial system evolution over the centuries. Bearing in mind attitudes and behaviours variety in the roman society during different historical moments, we have not to forget that law can arise from not expressly normative formalities, founded on social traditions and mores maiorum. The late empire and Justinian age start from 235 A.D., emperor Alessandro Severo's death, to 565 A.D., East emperor Giustiniano's death. To better contextualize this historical-judicial moment it is necessary to highlight the Empire's secession in two partes: Pars Orientis with capital city Costantinopoli, and Pars Occidentis with capital city Ravenna. The split happened in 395 A.D. : when emperor Teodosio I died, the kingdom was divided between his two sons Arcadio and Onorio. In this scenario, already rich in political and social complexities, the Christian religion was definitely recognized as empire's official religion by Teodosio I in 380 A.D.. This new religious reality certainly influences the whole roman judicial legislation, and, especially, the matrimonial legislation. Therefore I had to use, among the other sources, the Church Father's passages, as unaware witnesses of that historic period and part of that society in which the law evolved. Furthermore some references to the Classical Age's judicial legislation are essential to better highlight the marriage's transformation and modification over the centuries: in this way we can avoid to express an artificial image of the roman marriage out of the truth.
Col presente lavoro intendo analizzare il matrimonio nel diritto romano nell'età postclassica e giustinianea. Nel tempo, è andata formandosi una dottrina assolutamente dominante, che afferma come il matrimonio non ha mai conosciuto, nel diritto romano, forme di celebrazione, fondandosi, invece, sempre su quella particolare espressione della volontà dei nubendi, indicata con l'espressione affectio maritalis. In realtà, a un più accurato esame, è troppo semplicistico estendere questa teoria a tutta la storia della civiltà romana, ma è necessario considerare l'evoluzione del sistema giuridico romano durante il susseguirsi dei secoli. Tenendo presente la varietà di atteggiamenti e comportamenti di quella società nei diversi momenti storici, non dobbiamo dimenticare che il diritto, può nascere anche da forme non apertamente normative, fondate sulle consuetudini sociali e sui mores maiorum. In questo lavoro intendo concentrare la mia analisi sulla disciplina matrimoniale nel periodo postclassico e giustinianeo, che si colloca tra il 235 d.C., anno della morte dell'imperatore Alessandro Severo, e il 565 d.C., anno della morte dell'imperatore d'Oriente Giustiniano. Per inquadrare meglio questo momento storico-giuridico è necessario sottolineare che in questo periodo si assiste alla scissione dell'Impero in due partes: Pars Orientis con capitale Costantinopoli, e Pars Occidentis con capitale Ravenna. Ciò avvenne nel 395 d.C., quando alla morte dell'imperatore Teodosio I il regno fu diviso tra i suoi due figli, Arcadio e Onorio. In questo scenario, già ricco di complessità sociali e politiche, si assiste anche al diffondersi e al radicarsi della religione cristiana, che viene definitivamente riconosciuta come religione ufficiale dell'impero da parte dell'imperatore Teodosio I nel 380 d.C.. Naturalmente questa nuova realtà religiosa influenza tutta la disciplina giuridica romana e, anche e soprattutto, la legislazione matrimoniale. Nel mio lavoro mi è sembrato, quindi, opportuno utilizzare, tra le altre fonti, i passi dei Padri della Chiesa, quali testimoni inconsapevoli di quel periodo storico e parte di quella società in cui il diritto si è evoluto. Inoltre, si sono rivelati indispensabili alcuni accenni e riferimenti alla disciplina giuridica dell'età classica per evidenziare meglio le trasformazioni e i mutamenti che il fenomeno del matrimonio ha subito attraverso i secoli: si potrà così evitare di rendere del matrimonio romano un'artificiosa immagine unitaria al di fuori della realtà.
Il matrimonio romano in età tardo antica
RONCHAIL, STEFANO
2014/2015
Abstract
Col presente lavoro intendo analizzare il matrimonio nel diritto romano nell'età postclassica e giustinianea. Nel tempo, è andata formandosi una dottrina assolutamente dominante, che afferma come il matrimonio non ha mai conosciuto, nel diritto romano, forme di celebrazione, fondandosi, invece, sempre su quella particolare espressione della volontà dei nubendi, indicata con l'espressione affectio maritalis. In realtà, a un più accurato esame, è troppo semplicistico estendere questa teoria a tutta la storia della civiltà romana, ma è necessario considerare l'evoluzione del sistema giuridico romano durante il susseguirsi dei secoli. Tenendo presente la varietà di atteggiamenti e comportamenti di quella società nei diversi momenti storici, non dobbiamo dimenticare che il diritto, può nascere anche da forme non apertamente normative, fondate sulle consuetudini sociali e sui mores maiorum. In questo lavoro intendo concentrare la mia analisi sulla disciplina matrimoniale nel periodo postclassico e giustinianeo, che si colloca tra il 235 d.C., anno della morte dell'imperatore Alessandro Severo, e il 565 d.C., anno della morte dell'imperatore d'Oriente Giustiniano. Per inquadrare meglio questo momento storico-giuridico è necessario sottolineare che in questo periodo si assiste alla scissione dell'Impero in due partes: Pars Orientis con capitale Costantinopoli, e Pars Occidentis con capitale Ravenna. Ciò avvenne nel 395 d.C., quando alla morte dell'imperatore Teodosio I il regno fu diviso tra i suoi due figli, Arcadio e Onorio. In questo scenario, già ricco di complessità sociali e politiche, si assiste anche al diffondersi e al radicarsi della religione cristiana, che viene definitivamente riconosciuta come religione ufficiale dell'impero da parte dell'imperatore Teodosio I nel 380 d.C.. Naturalmente questa nuova realtà religiosa influenza tutta la disciplina giuridica romana e, anche e soprattutto, la legislazione matrimoniale. Nel mio lavoro mi è sembrato, quindi, opportuno utilizzare, tra le altre fonti, i passi dei Padri della Chiesa, quali testimoni inconsapevoli di quel periodo storico e parte di quella società in cui il diritto si è evoluto. Inoltre, si sono rivelati indispensabili alcuni accenni e riferimenti alla disciplina giuridica dell'età classica per evidenziare meglio le trasformazioni e i mutamenti che il fenomeno del matrimonio ha subito attraverso i secoli: si potrà così evitare di rendere del matrimonio romano un'artificiosa immagine unitaria al di fuori della realtà.File | Dimensione | Formato | |
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