In questo lavoro ho cercato di analizzare come l'insegnamento della religione nella scuola secondaria superiore sia cambiato in questi anni, in relazione all'arrivo di studenti provenienti da altri paesi e da sistemi culturali e religiosi diversi. Il testo è strutturato in tre parti. Il capitolo iniziale ha un taglio storico nel quale ho brevemente ripercorso le vicende dell'ora di religione nella scuola pubblica dall'unità d'Italia fino alla ratifica del concordato nel 1984. Nel secondo capitolo mi sono concentrato sull'evoluzione socio-culturale che l'arrivo di cittadini stranieri sul territorio italiano ha provocato a partire dagli anni Novanta del XX secolo ai giorni nostri, indagando come, nell'ambito della scuola, questo fenomeno abbia contribuito a modificare la didattica e i contenuti dei programmi ministeriali. Per non limitarmi a un approccio esclusivamente bibliografico all'argomento, ho intervistato cinque docenti di religione di scuole torinesi, confrontandomi con loro sui cambiamenti e sull'evoluzione del loro magistero in relazione alla crescente multiculturalità. Nel terzo capitolo ho riportato queste interviste contestualmente ai risultati di un questionario composto da dieci domande a risposta multipla che ho sottoposto a ventuno docenti di religione sparsi sul territorio nazionale. L'insieme delle ricerche effettuate e dei dati raccolti ha confermato l'ipotesi iniziale e cioè che, data la complessità dell'argomento e l'inevitabile eterogeneità delle risposte, ogni posizione categorica o assoluta non può che risultare inadeguata. Eppure è proprio in questa indefinitezza, che solo apparentemente costituisce un limite, che si possono individuare gli elementi centrali e le più feconde prospettive operative in un simile scenario. Da quanto ho potuto riscontrare nelle mie interviste e nelle fonti consultate, la maggior parte dei docenti di religione sta già utilizzando l'ora a disposizione per favorire un dibattito tra voci e anime diverse, rendendosi al contempo interprete di uno ¿spirito dell'accoglienza¿ fortemente cristiano e fautore di una fruttuosa mediazione socio-culturale, contribuendo dunque fattivamente, con una scelta che pare trarre ispirazione dai numerosi esempi di apertura che giungono dell'esperienza pastorale, a influenzare, con buona probabilità, anche la dottrina del futuro.

Accoglienza e confronto. L'ora di religione alla sfida del pluralismo religioso contemporaneo

BRUSASCO, TAZIO
2010/2011

Abstract

In questo lavoro ho cercato di analizzare come l'insegnamento della religione nella scuola secondaria superiore sia cambiato in questi anni, in relazione all'arrivo di studenti provenienti da altri paesi e da sistemi culturali e religiosi diversi. Il testo è strutturato in tre parti. Il capitolo iniziale ha un taglio storico nel quale ho brevemente ripercorso le vicende dell'ora di religione nella scuola pubblica dall'unità d'Italia fino alla ratifica del concordato nel 1984. Nel secondo capitolo mi sono concentrato sull'evoluzione socio-culturale che l'arrivo di cittadini stranieri sul territorio italiano ha provocato a partire dagli anni Novanta del XX secolo ai giorni nostri, indagando come, nell'ambito della scuola, questo fenomeno abbia contribuito a modificare la didattica e i contenuti dei programmi ministeriali. Per non limitarmi a un approccio esclusivamente bibliografico all'argomento, ho intervistato cinque docenti di religione di scuole torinesi, confrontandomi con loro sui cambiamenti e sull'evoluzione del loro magistero in relazione alla crescente multiculturalità. Nel terzo capitolo ho riportato queste interviste contestualmente ai risultati di un questionario composto da dieci domande a risposta multipla che ho sottoposto a ventuno docenti di religione sparsi sul territorio nazionale. L'insieme delle ricerche effettuate e dei dati raccolti ha confermato l'ipotesi iniziale e cioè che, data la complessità dell'argomento e l'inevitabile eterogeneità delle risposte, ogni posizione categorica o assoluta non può che risultare inadeguata. Eppure è proprio in questa indefinitezza, che solo apparentemente costituisce un limite, che si possono individuare gli elementi centrali e le più feconde prospettive operative in un simile scenario. Da quanto ho potuto riscontrare nelle mie interviste e nelle fonti consultate, la maggior parte dei docenti di religione sta già utilizzando l'ora a disposizione per favorire un dibattito tra voci e anime diverse, rendendosi al contempo interprete di uno ¿spirito dell'accoglienza¿ fortemente cristiano e fautore di una fruttuosa mediazione socio-culturale, contribuendo dunque fattivamente, con una scelta che pare trarre ispirazione dai numerosi esempi di apertura che giungono dell'esperienza pastorale, a influenzare, con buona probabilità, anche la dottrina del futuro.
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