In questo studio abbiamo investigato il ruolo dell'intenzione motoria nell'anosognosia per emiplegia (AHP). La nostra idea, in linea con la teoria di Berti e coll. (2006; 2007), era che l'illusione motoria che si riscontra tipicamente nell'AHP, si strutturasse a partire da una preservata intenzionalità motoria. Per studiare la relazione tra consapevolezza motoria (alterata nei pazienti AHP) e intenzionalità motoria abbiamo utilizzato l'effetto di compatibilità negativa (NCE). Abbiamo somministrato a 5 soggetti emiplegici e a un soggetto anosonosico, il compito del prime mascherato. Ai soggetti veniva chiesto di premere un tasto destro quando compariva una freccia destra e un tasto sinistro quando compariva una freccia sinistra. Prima del target facevamo comparire, a loro insaputa, un prime, che poteva essere uguale, opposto o neutro rispetto al target. A conferma del modello interpretativo dell'AHP proposto da Berti e coll. (2006; 2007), che prevede un danno al comparatore, preposto al confronto tra l'azione pianificata e l'azione realmente eseguita (anatomicamente identificato con la porzione premotoria dell'area 6), e una preservata intenzione e programmazione motoria (anatomicamente riconducibile al risparmio della SMA e pre-SMA), abbiamo riscontrato nel soggetto anosognosico, ma non nei soggetti emiplegici, la presenza dell'effetto di compatibilità negativa (tempi di reazione più rapidi quando prime e target sono incongruenti), che dimostra come nel soggetto anosognosico l'intenzione e la programmazione motoria relativa all'arto plegico siano del tutto comparabili a quelle dei sani. Tale effetto, come descritto da Eimer e coll. (1998) è dovuto all'inibizione del programma motorio attivato dal prime che, nel caso di prime congruenti, comporta l'inibizione dell'alternativa giusta e causa quindi il rallentamento della condizione congruente. Se l'anosognosico eseguisse solo una programmazione unimanuale con l'arto ipsilesionale, il prime, che evocherebbe una risposta con l'arto controlesionale, non essendo in grado di suscitare un'attivazione motoria non provocherebbe nemmeno una facilitazione della risposta nella condizione incongruente. Il fatto che sia stato possibile osservare l'effetto di compatibilità negativa nei soggetti anosognosici può essere letto come una prova indiretta forte a favore del risparmio del circuito legato all'intenzione/inibizione motoria in questi pazienti.

Uno studio sull'intenzionalità motoria nell'anosognosia per emiplegia attraverso il paradigma del prime mascherato

CARLEO, FEDERICA
2010/2011

Abstract

In questo studio abbiamo investigato il ruolo dell'intenzione motoria nell'anosognosia per emiplegia (AHP). La nostra idea, in linea con la teoria di Berti e coll. (2006; 2007), era che l'illusione motoria che si riscontra tipicamente nell'AHP, si strutturasse a partire da una preservata intenzionalità motoria. Per studiare la relazione tra consapevolezza motoria (alterata nei pazienti AHP) e intenzionalità motoria abbiamo utilizzato l'effetto di compatibilità negativa (NCE). Abbiamo somministrato a 5 soggetti emiplegici e a un soggetto anosonosico, il compito del prime mascherato. Ai soggetti veniva chiesto di premere un tasto destro quando compariva una freccia destra e un tasto sinistro quando compariva una freccia sinistra. Prima del target facevamo comparire, a loro insaputa, un prime, che poteva essere uguale, opposto o neutro rispetto al target. A conferma del modello interpretativo dell'AHP proposto da Berti e coll. (2006; 2007), che prevede un danno al comparatore, preposto al confronto tra l'azione pianificata e l'azione realmente eseguita (anatomicamente identificato con la porzione premotoria dell'area 6), e una preservata intenzione e programmazione motoria (anatomicamente riconducibile al risparmio della SMA e pre-SMA), abbiamo riscontrato nel soggetto anosognosico, ma non nei soggetti emiplegici, la presenza dell'effetto di compatibilità negativa (tempi di reazione più rapidi quando prime e target sono incongruenti), che dimostra come nel soggetto anosognosico l'intenzione e la programmazione motoria relativa all'arto plegico siano del tutto comparabili a quelle dei sani. Tale effetto, come descritto da Eimer e coll. (1998) è dovuto all'inibizione del programma motorio attivato dal prime che, nel caso di prime congruenti, comporta l'inibizione dell'alternativa giusta e causa quindi il rallentamento della condizione congruente. Se l'anosognosico eseguisse solo una programmazione unimanuale con l'arto ipsilesionale, il prime, che evocherebbe una risposta con l'arto controlesionale, non essendo in grado di suscitare un'attivazione motoria non provocherebbe nemmeno una facilitazione della risposta nella condizione incongruente. Il fatto che sia stato possibile osservare l'effetto di compatibilità negativa nei soggetti anosognosici può essere letto come una prova indiretta forte a favore del risparmio del circuito legato all'intenzione/inibizione motoria in questi pazienti.
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