La seta, uno dei tessuti più pregiati e dinamici dell'umanità, costituisce un esempio di come l'uomo ha sempre adattato la natura ai propri bisogni. Diversi osservatori hanno capito che l'involucro entro il quale il baco si trasforma prima in crisalide e poi in farfalla poteva essere utilizzato, dopo opportuni trattamenti, nei settori dell'abbigliamento e dell'arredamento. L'arte della seta non merita di essere dimenticata, non possiamo ¿perdere il filo¿ ovvero restare indifferenti di fronte al fatto che il possesso della tecnologia, necessaria per trarre la seta dal bozzolo del baco, nel tempo, si è rilevato sinonimo di potere, permettendo la sussistenza di molti popoli dall'Oriente al Mediterraneo. Le vesti di seta, inizialmente riservate alle classi più abbienti, con l'evolversi dei costumi e delle mode, divennero comuni anche al ceto medio, determinando l'industrializzazione della produzione di questa fibra tessile. La contemporanea presenza nella provincia di Cuneo di fattori favorevoli, quali una tradizione plurisecolare di attività mercantili e artigianali, numerosi corsi d'acqua, un territorio atto alla coltivazione del gelso e un'offerta costante di manodopera, proveniente dalle vicine valli, convinse banchieri e negozianti torinesi e stranieri ad investire in questa zona. I loro sforzi furono compensati tanto che nel corso del Settecento, come nella prima metà dell'Ottocento, la zona corrispondente all'attuale Provincia di Cuneo rappresentava l'area di maggior sviluppo della sericoltura piemontese, allora definitivamente affermata sul mercato internazionale.

Per non perdere il filo: storia della seta e dell'industria serica in provincia di Cuneo

TOMATIS, MARTINO
2010/2011

Abstract

La seta, uno dei tessuti più pregiati e dinamici dell'umanità, costituisce un esempio di come l'uomo ha sempre adattato la natura ai propri bisogni. Diversi osservatori hanno capito che l'involucro entro il quale il baco si trasforma prima in crisalide e poi in farfalla poteva essere utilizzato, dopo opportuni trattamenti, nei settori dell'abbigliamento e dell'arredamento. L'arte della seta non merita di essere dimenticata, non possiamo ¿perdere il filo¿ ovvero restare indifferenti di fronte al fatto che il possesso della tecnologia, necessaria per trarre la seta dal bozzolo del baco, nel tempo, si è rilevato sinonimo di potere, permettendo la sussistenza di molti popoli dall'Oriente al Mediterraneo. Le vesti di seta, inizialmente riservate alle classi più abbienti, con l'evolversi dei costumi e delle mode, divennero comuni anche al ceto medio, determinando l'industrializzazione della produzione di questa fibra tessile. La contemporanea presenza nella provincia di Cuneo di fattori favorevoli, quali una tradizione plurisecolare di attività mercantili e artigianali, numerosi corsi d'acqua, un territorio atto alla coltivazione del gelso e un'offerta costante di manodopera, proveniente dalle vicine valli, convinse banchieri e negozianti torinesi e stranieri ad investire in questa zona. I loro sforzi furono compensati tanto che nel corso del Settecento, come nella prima metà dell'Ottocento, la zona corrispondente all'attuale Provincia di Cuneo rappresentava l'area di maggior sviluppo della sericoltura piemontese, allora definitivamente affermata sul mercato internazionale.
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