In un'epoca di grande rinnovamento scientifico e filosofico quale è stata l'età moderna, in particolare tra Cinque e Seicento, si rileva una mancanza di chiarezza nella definizione della facoltà immaginativa. L'immaginazione, pur avendo una grande importanza nelle teorie della conoscenza moderne, non vede pienamente riconosciuto il suo ruolo. Terzo escluso tra i sensi e l'intelletto, essa deve fare i conti con una tradizione secolare che, se per un verso la relega a facoltà ingannevole, propria dei bruti, per un altro la elegge a "medium" per eccellenza tra sensibile e intellegibile, a partire dalla storica sentenza di Aristotele per cui non è possibile pensare senza immagini. Si è dunque deciso di procedere lungo due binari, volgendo da una parte lo sguardo proprio alla tradizione, utilizzando lo strumento dei lessici e dizionari a carattere scientifico, che iniziano a diffondersi proprio fra il XVI e il XVII secolo e che riferiscono del "substratum" culturale dell'epoca, dall'altro immergendosi nella filosofia cartesiana, per osservare l'attività dell'immaginazione nel campo della filosofia moderna. Cartesio, campione esemplare del rinnovamento filosofico dell'età moderna, dimostra di fare un uso ampio dell'immaginazione, a cui riconosce funzioni specifiche. Tuttavia, in linea con l'atmosfera dell'epoca, Cartesio manca l'occasione di produrre una specifica teoria dell'immaginazione, condannando di fato questa facoltà a rimanere, ancora per tutto il Seicento, fondamentalmente indefinita.
Immaginazione oscura e distinta. Una mancata definizione nell'età moderna
RUSCICA, LAURA
2015/2016
Abstract
In un'epoca di grande rinnovamento scientifico e filosofico quale è stata l'età moderna, in particolare tra Cinque e Seicento, si rileva una mancanza di chiarezza nella definizione della facoltà immaginativa. L'immaginazione, pur avendo una grande importanza nelle teorie della conoscenza moderne, non vede pienamente riconosciuto il suo ruolo. Terzo escluso tra i sensi e l'intelletto, essa deve fare i conti con una tradizione secolare che, se per un verso la relega a facoltà ingannevole, propria dei bruti, per un altro la elegge a "medium" per eccellenza tra sensibile e intellegibile, a partire dalla storica sentenza di Aristotele per cui non è possibile pensare senza immagini. Si è dunque deciso di procedere lungo due binari, volgendo da una parte lo sguardo proprio alla tradizione, utilizzando lo strumento dei lessici e dizionari a carattere scientifico, che iniziano a diffondersi proprio fra il XVI e il XVII secolo e che riferiscono del "substratum" culturale dell'epoca, dall'altro immergendosi nella filosofia cartesiana, per osservare l'attività dell'immaginazione nel campo della filosofia moderna. Cartesio, campione esemplare del rinnovamento filosofico dell'età moderna, dimostra di fare un uso ampio dell'immaginazione, a cui riconosce funzioni specifiche. Tuttavia, in linea con l'atmosfera dell'epoca, Cartesio manca l'occasione di produrre una specifica teoria dell'immaginazione, condannando di fato questa facoltà a rimanere, ancora per tutto il Seicento, fondamentalmente indefinita.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/115114