Partendo dallo studio del concetto di peacebuilding tale elaborato consiste in un'analisi relativa alle strategie di costruzione della pace messe in pratica nel conflitto colombiano, paragonando in particolare strategie di tipo ¿top-down¿ e ¿bottom-up¿ portate avanti nel paese da attori differenti. A tale scopo la sezione iniziale di questo lavoro si concentra prima di tutto sulla nascita del concetto di peacebuilding così come concepito per la prima volta da Galtung nel 1976, analizzando anche tutta un'altra serie di nozioni fondamentali per la disciplina che il sociologo e matematico norvegese ha introdotto in collegamento con quest'ultimo, quali quelle di ¿pace positiva¿ e ¿pace negativa¿, ¿violenza strutturale¿ e ¿violenza diretta¿. L'elaborato prosegue poi con una presentazione teorica delle diverse visioni che sottostanno agli approcci al peacebuilding portati avanti da differenti attori e, in particolare, questa sezione evidenzia la differenza fra approcci di tipo top-down, rispetto a quelli di tipo bottom-up. Viene così esposta la teoria della ¿pace liberale¿ (teoria dominante a partire dalla fine della Guerra Fredda) presentata nelle sue tre diverse accezioni quali quella più ¿conservativa¿ ed ¿ortodossa¿, su cui si basano la maggior parte degli interventi di tipo top-down; e quella più ¿emancipatrice¿ che, presupponendo un maggiore coinvolgimento degli attori locali, può essere in parte considerata una strategia di tipo bottom-up. Oltre all'ideologia della pace liberale si analizzano poi le posizioni critiche nei confronti di quest'ultima e i diversi approcci al peacebuilding che queste presuppongono. Relativamente alle attività di peacebuilding di tipo top-down il capitolo prosegue poi con un'analisi della nascita e dell'evoluzione del concetto di peacebuilding all'interno delle Nazioni Unite. Tale analisi viene effettuata sia in riferimento ad alcuni documenti specifici pubblicati dall'organizzazione, sia in riferimento a determinati interventi portati avanti in contesti differenti. Partendo quindi dalla presentazione della nozione di peacebuilding in An Agenda for Peace, si arriva infine alla concezione più recente sottostante alla nascita della Commissione di Peacebuilding. Per quanto riguarda invece la messa in pratica di approcci di tipo bottom-up, vengono in ultimo presentate alcune esperienze particolari, quelle delle cosiddette ¿Zones of Peace¿. La seconda e la terza parte dell'elaborato si concentrano invece nello specifico sul conflitto ancora in corso in Colombia e sui tentativi elaborati finora per arrivare alla pace nel paese. Iniziando dunque con una breve panoramica del conflitto colombiano in cui se ne analizzano cause e origini così come i diversi attori coinvolti, si prosegue poi con lo studio di tre diverse strategie di peacebuilding portate avanti nel paese rispettivamente dagli Stati Uniti e dalle Nazioni Unite, quali esempi di approcci differenti ma entrambi top-down; e quelli portati avanti dalle Comunità di Pace di San Josè de Apartadò e Samaniego quali esempi invece di approcci bottom-up. Basandosi dunque sugli elementi concettuali esposti nel primo capitolo e su quelli pratici relativi al contesto colombiano presentati nel II e III capitolo, l'obiettivo di questo lavoro è di valutare quale possa essere la strategia più efficace da adottare nel paese per giungere alla costruzione di una pace sostenibile e duratura.

Approcci al Peacebuilding: costruire la pace dall'alto o dal basso?

FRANCESCATO, ARIANNA
2014/2015

Abstract

Partendo dallo studio del concetto di peacebuilding tale elaborato consiste in un'analisi relativa alle strategie di costruzione della pace messe in pratica nel conflitto colombiano, paragonando in particolare strategie di tipo ¿top-down¿ e ¿bottom-up¿ portate avanti nel paese da attori differenti. A tale scopo la sezione iniziale di questo lavoro si concentra prima di tutto sulla nascita del concetto di peacebuilding così come concepito per la prima volta da Galtung nel 1976, analizzando anche tutta un'altra serie di nozioni fondamentali per la disciplina che il sociologo e matematico norvegese ha introdotto in collegamento con quest'ultimo, quali quelle di ¿pace positiva¿ e ¿pace negativa¿, ¿violenza strutturale¿ e ¿violenza diretta¿. L'elaborato prosegue poi con una presentazione teorica delle diverse visioni che sottostanno agli approcci al peacebuilding portati avanti da differenti attori e, in particolare, questa sezione evidenzia la differenza fra approcci di tipo top-down, rispetto a quelli di tipo bottom-up. Viene così esposta la teoria della ¿pace liberale¿ (teoria dominante a partire dalla fine della Guerra Fredda) presentata nelle sue tre diverse accezioni quali quella più ¿conservativa¿ ed ¿ortodossa¿, su cui si basano la maggior parte degli interventi di tipo top-down; e quella più ¿emancipatrice¿ che, presupponendo un maggiore coinvolgimento degli attori locali, può essere in parte considerata una strategia di tipo bottom-up. Oltre all'ideologia della pace liberale si analizzano poi le posizioni critiche nei confronti di quest'ultima e i diversi approcci al peacebuilding che queste presuppongono. Relativamente alle attività di peacebuilding di tipo top-down il capitolo prosegue poi con un'analisi della nascita e dell'evoluzione del concetto di peacebuilding all'interno delle Nazioni Unite. Tale analisi viene effettuata sia in riferimento ad alcuni documenti specifici pubblicati dall'organizzazione, sia in riferimento a determinati interventi portati avanti in contesti differenti. Partendo quindi dalla presentazione della nozione di peacebuilding in An Agenda for Peace, si arriva infine alla concezione più recente sottostante alla nascita della Commissione di Peacebuilding. Per quanto riguarda invece la messa in pratica di approcci di tipo bottom-up, vengono in ultimo presentate alcune esperienze particolari, quelle delle cosiddette ¿Zones of Peace¿. La seconda e la terza parte dell'elaborato si concentrano invece nello specifico sul conflitto ancora in corso in Colombia e sui tentativi elaborati finora per arrivare alla pace nel paese. Iniziando dunque con una breve panoramica del conflitto colombiano in cui se ne analizzano cause e origini così come i diversi attori coinvolti, si prosegue poi con lo studio di tre diverse strategie di peacebuilding portate avanti nel paese rispettivamente dagli Stati Uniti e dalle Nazioni Unite, quali esempi di approcci differenti ma entrambi top-down; e quelli portati avanti dalle Comunità di Pace di San Josè de Apartadò e Samaniego quali esempi invece di approcci bottom-up. Basandosi dunque sugli elementi concettuali esposti nel primo capitolo e su quelli pratici relativi al contesto colombiano presentati nel II e III capitolo, l'obiettivo di questo lavoro è di valutare quale possa essere la strategia più efficace da adottare nel paese per giungere alla costruzione di una pace sostenibile e duratura.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/114847