12 novembre 1924. La Camera dei Deputati italiana rende omaggio a Mario Gioda, parlamentare deceduto a causa della leucemia nel settembre dello stesso anno. Ma chi è costui? Nato da una famiglia di modeste condizioni economiche egli intraprende il mestiere di tipografo ma è la politica la sua vera passione: inizialmente si lega al circolo nato intorno alla rivista La Folla e ai repubblicani, grazie alla sua amicizia con Terenzio Grandi. Ma Gioda compie un percorso particolare. Forte oppositore della guerra di Libia egli muta opinione in occasione della Prima Guerra Mondiale (a cui tenta di partecipare anche in modo attivo anche se è riformato per colpa delle condizioni fisiche), avvicinandosi al contempo a Mussolini e cominciando a scrivere su Il Popolo d'Italia. Fascista sin dal raduno di San Sepolcro, egli fonda il Fascio torinese e ne diventa segretario politico. Degni di nota i suoi scontri con Cesare Maria de Vecchi, uno dei futuri quadrumviri e altro punto di riferimento nel panorama fascista torinese fino alla sua nomina come Governatore della Somalia nel 1923, che lo porteranno più volte alle dimissioni. Vicino all'ambiente operaio e contrario agli eccessi di violenza delle squadre comandate da Brandimarte, viene candidato alle elezioni del 1924 ed eletto deputato, ma muore a soli quarantuno anni a causa della leucemia. Collaboratore di numerose riviste anarchiche, dirige, nonostante alcune interruzioni, anche l'organo di stampa ufficiale del Fascismo torinese, Il Maglio, fino alla sua morte nel 1924.
Biografia politica di Mario Gioda
PETROSINO, FEDERICA
2010/2011
Abstract
12 novembre 1924. La Camera dei Deputati italiana rende omaggio a Mario Gioda, parlamentare deceduto a causa della leucemia nel settembre dello stesso anno. Ma chi è costui? Nato da una famiglia di modeste condizioni economiche egli intraprende il mestiere di tipografo ma è la politica la sua vera passione: inizialmente si lega al circolo nato intorno alla rivista La Folla e ai repubblicani, grazie alla sua amicizia con Terenzio Grandi. Ma Gioda compie un percorso particolare. Forte oppositore della guerra di Libia egli muta opinione in occasione della Prima Guerra Mondiale (a cui tenta di partecipare anche in modo attivo anche se è riformato per colpa delle condizioni fisiche), avvicinandosi al contempo a Mussolini e cominciando a scrivere su Il Popolo d'Italia. Fascista sin dal raduno di San Sepolcro, egli fonda il Fascio torinese e ne diventa segretario politico. Degni di nota i suoi scontri con Cesare Maria de Vecchi, uno dei futuri quadrumviri e altro punto di riferimento nel panorama fascista torinese fino alla sua nomina come Governatore della Somalia nel 1923, che lo porteranno più volte alle dimissioni. Vicino all'ambiente operaio e contrario agli eccessi di violenza delle squadre comandate da Brandimarte, viene candidato alle elezioni del 1924 ed eletto deputato, ma muore a soli quarantuno anni a causa della leucemia. Collaboratore di numerose riviste anarchiche, dirige, nonostante alcune interruzioni, anche l'organo di stampa ufficiale del Fascismo torinese, Il Maglio, fino alla sua morte nel 1924.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/114757