Obiettivo di questo lavoro è stato quello di indagare il tipo di supporto fornito dalla scienza al razzismo fascista ed alla sua evoluzione fino all'antisemitismo. É stato analizzato il caso specifico dell'antropologo Lidio Cipriani, uno dei dieci firmatari del ¿Manifesto della razza¿, che con i suoi numerosi articoli, a seguito di viaggi per spedizioni scientifiche in Africa, contribuì a diffondere il razzismo in Italia, secondo le esigenze del regime. Nella prima parte della tesi è stata presentata una biografia del personaggio, parlando della sua lunga carriera accademica di studioso presso l'università di Firenze, delle sue pubblicazioni e dei suoi numerosi viaggi di ricerca sul campo in Africa e non solo. Nel capitolo successivo è stato presentato il contesto storico in cui Cipriani operò; è stata trattato l'argomento della politica espansionistica del regime fascista, l'occupazione dell'Etiopia e la propaganda razzista e colonialista voluta da Mussolini. Nel quarto capitolo è stato analizzato il contesto culturale, cercando di evidenziare come l'ambiente scientifico dell'epoca contribuì e favorì le politiche fasciste riguardanti la difesa della razza italica. Si è poi indagato su quale sia stato l'apporto e su quali siano state le responsabilità di Lidio Cipriani nella stesura del ¿Manifesto della razza¿, il documento del luglio 1938 che sancì l'inizio della legislazione razzista in Italia. Nella parte conclusiva del lavoro sono stati riportati numerosi articoli di Cipriani pubblicati sulla ¿Difesa della razza¿, dai quali emergono chiaramente le sue teorie razziste. Egli fu infatti sin dagli inizi della carriera un convinto sostenitore del razzismo biologico, che vedeva le razze irrimediabilmente distinte da caratteristiche fisiche e mentali che erano genetiche ed ereditarie.

Il razzismo di uno "scienziato" fascista: Lidio Cipriani

VIOLINO, STEFANO
2011/2012

Abstract

Obiettivo di questo lavoro è stato quello di indagare il tipo di supporto fornito dalla scienza al razzismo fascista ed alla sua evoluzione fino all'antisemitismo. É stato analizzato il caso specifico dell'antropologo Lidio Cipriani, uno dei dieci firmatari del ¿Manifesto della razza¿, che con i suoi numerosi articoli, a seguito di viaggi per spedizioni scientifiche in Africa, contribuì a diffondere il razzismo in Italia, secondo le esigenze del regime. Nella prima parte della tesi è stata presentata una biografia del personaggio, parlando della sua lunga carriera accademica di studioso presso l'università di Firenze, delle sue pubblicazioni e dei suoi numerosi viaggi di ricerca sul campo in Africa e non solo. Nel capitolo successivo è stato presentato il contesto storico in cui Cipriani operò; è stata trattato l'argomento della politica espansionistica del regime fascista, l'occupazione dell'Etiopia e la propaganda razzista e colonialista voluta da Mussolini. Nel quarto capitolo è stato analizzato il contesto culturale, cercando di evidenziare come l'ambiente scientifico dell'epoca contribuì e favorì le politiche fasciste riguardanti la difesa della razza italica. Si è poi indagato su quale sia stato l'apporto e su quali siano state le responsabilità di Lidio Cipriani nella stesura del ¿Manifesto della razza¿, il documento del luglio 1938 che sancì l'inizio della legislazione razzista in Italia. Nella parte conclusiva del lavoro sono stati riportati numerosi articoli di Cipriani pubblicati sulla ¿Difesa della razza¿, dai quali emergono chiaramente le sue teorie razziste. Egli fu infatti sin dagli inizi della carriera un convinto sostenitore del razzismo biologico, che vedeva le razze irrimediabilmente distinte da caratteristiche fisiche e mentali che erano genetiche ed ereditarie.
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