La corretta illuminazione di opere d'arte ha da sempre rappresentato un problema molto delicato, sia dal punto di vista della conservazione delle opere esposte che dal punto di vista fruitivo da parte dell'osservatore. A livello museale la percezione del colore è fondamentale per la valorizzazione delle opere da esporre attraverso un illuminazione ottimale. Determinare la sorgente luminosa più idonea non è compito facile in quanto bisognerebbe tenere in considerazione non solo le caratteristiche proprie della sorgente luminosa ma l'interazione della radiazione luminosa emessa con le caratteristiche fisiche proprie dell'oggetto e con l'osservatore. A partire dagli anni '50 del '900 furono condotte ricerche con lo scopo di determinare un metodo matematico che consentisse con un solo numero di definire la resa del colore di una sorgente luminosa. Questi studi hanno portato alla determinazione dell'indice di resa del colore (Ra) messo a punto per la valutazione delle lampade tradizionali, allora presenti. Tuttavia il metodo adottato per la determinazione dell'indice Ra è stato oggetto di critiche poiché definito in uno spazio colorimetrico non perfettamente uniforme e su un numero limitato di campioni colore. Inoltre tale metodo è risultato inapplicabile per la caratterizzazione di sorgenti LED a luce bianca ed è stata riconosciuta la necessità di determinare una metodologia alternativa. L'importanza di queste ricerche è aumentata nel momento in cui il mercato dei LED è aumentato considerevolmente e le istituzioni museali hanno preferito adottare fonti LED a luce bianca per l'illuminazione delle opere esposte. Indagini in questo campo con lo scopo di determinare un metodo scientifico che permetta di ottenere una valutazione della resa del colore di sorgenti a LED in rapporto alla percezione dell'osservatore sono tuttora in corso. Questi studi sono condotti effettuando indagini oggettive integrate con indagini soggettive nelle quali osservatori esperti sono sottoposti alla visione di campioni monocromatici illuminati con sorgenti tradizionali e LED e al confronto delle condizioni di illuminazione mostrate. Il presente lavoro,sulla base di questi studi, pone l'attenzione al campo museale sostituendo nell'indagine soggettiva, i campioni monocromatici con immagini più complesse a livello cromatico e ispirate a opere d'arte. L'indagine soggettiva è stata condotta allestendo due box di osservazione nei quali sono state collocate sorgenti tradizionali, a luce calda e a luce fredda, sorgenti LED, a luce calda e a luce fredda, e le immagini sopra citate. A soggetti, non esperti del settore, è stato chiesto di confrontare la condizione di illuminazione a LED con quella di lampade tradizionali e di rispondere ad un questionario il cui scopo era valutare la variazione di percezione tra le due condizioni di illuminazione. I soggetti sono stati chiamati a valutare aspetti come: illuminazione (uniformità di illuminazione, tonalità della luce emessa), variazione nella percezione dei singoli colori presenti nell'immagine (alterazione, saturazione, brillanza, colore dominante), resa dell'immagine (leggibilità, senso di profondità, condizione di illuminazione preferita, fatica nella lettura). La finalità del presente lavoro non è l'individuazione di nuovi modelli matematici utili alla valutazione oggettiva della resa cromatica di sorgenti LED, ma contribuire alle ricerche in atto e, soprattutto, fornire indicazioni chiare e semplici, utili ai tecnici e curato

L'illuminazione delle opere d'arte con sorgenti LED: caratterizzazione oggettiva e soggettiva della percezione

RADIS, MICHELA
2010/2011

Abstract

La corretta illuminazione di opere d'arte ha da sempre rappresentato un problema molto delicato, sia dal punto di vista della conservazione delle opere esposte che dal punto di vista fruitivo da parte dell'osservatore. A livello museale la percezione del colore è fondamentale per la valorizzazione delle opere da esporre attraverso un illuminazione ottimale. Determinare la sorgente luminosa più idonea non è compito facile in quanto bisognerebbe tenere in considerazione non solo le caratteristiche proprie della sorgente luminosa ma l'interazione della radiazione luminosa emessa con le caratteristiche fisiche proprie dell'oggetto e con l'osservatore. A partire dagli anni '50 del '900 furono condotte ricerche con lo scopo di determinare un metodo matematico che consentisse con un solo numero di definire la resa del colore di una sorgente luminosa. Questi studi hanno portato alla determinazione dell'indice di resa del colore (Ra) messo a punto per la valutazione delle lampade tradizionali, allora presenti. Tuttavia il metodo adottato per la determinazione dell'indice Ra è stato oggetto di critiche poiché definito in uno spazio colorimetrico non perfettamente uniforme e su un numero limitato di campioni colore. Inoltre tale metodo è risultato inapplicabile per la caratterizzazione di sorgenti LED a luce bianca ed è stata riconosciuta la necessità di determinare una metodologia alternativa. L'importanza di queste ricerche è aumentata nel momento in cui il mercato dei LED è aumentato considerevolmente e le istituzioni museali hanno preferito adottare fonti LED a luce bianca per l'illuminazione delle opere esposte. Indagini in questo campo con lo scopo di determinare un metodo scientifico che permetta di ottenere una valutazione della resa del colore di sorgenti a LED in rapporto alla percezione dell'osservatore sono tuttora in corso. Questi studi sono condotti effettuando indagini oggettive integrate con indagini soggettive nelle quali osservatori esperti sono sottoposti alla visione di campioni monocromatici illuminati con sorgenti tradizionali e LED e al confronto delle condizioni di illuminazione mostrate. Il presente lavoro,sulla base di questi studi, pone l'attenzione al campo museale sostituendo nell'indagine soggettiva, i campioni monocromatici con immagini più complesse a livello cromatico e ispirate a opere d'arte. L'indagine soggettiva è stata condotta allestendo due box di osservazione nei quali sono state collocate sorgenti tradizionali, a luce calda e a luce fredda, sorgenti LED, a luce calda e a luce fredda, e le immagini sopra citate. A soggetti, non esperti del settore, è stato chiesto di confrontare la condizione di illuminazione a LED con quella di lampade tradizionali e di rispondere ad un questionario il cui scopo era valutare la variazione di percezione tra le due condizioni di illuminazione. I soggetti sono stati chiamati a valutare aspetti come: illuminazione (uniformità di illuminazione, tonalità della luce emessa), variazione nella percezione dei singoli colori presenti nell'immagine (alterazione, saturazione, brillanza, colore dominante), resa dell'immagine (leggibilità, senso di profondità, condizione di illuminazione preferita, fatica nella lettura). La finalità del presente lavoro non è l'individuazione di nuovi modelli matematici utili alla valutazione oggettiva della resa cromatica di sorgenti LED, ma contribuire alle ricerche in atto e, soprattutto, fornire indicazioni chiare e semplici, utili ai tecnici e curato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/114495