Lo studio presentato in questa tesi riguarda la caratterizzazione minero-petrografica di materiali lapidei impiegati in epoca romana nella città di Aosta. In particolare sono stati studiati reperti lapidei impiegati nella pavimentazione di un'abitazione di epoca romana (domus di età imperiale), nella costruzione delle Grandi Terme (età medio-imperiale) e della Villa romana della Consolata (età repubblicana). Il fine è stato rivolto all'identificazione della provenienza dei materiali lapidei analizzati. Sono stati studiati trentanove campioni di cui: sei provenienti dalle Grandi Terme, ventisette prelevati dalla domus dell'Insula 30 e cinque appartenenti alla Villa della Consolata. Lo studio ha comportato l'utilizzo di tecniche analitiche distruttive. Per questo motivo, prima della realizzazione delle sezioni sottili, i lapidei sono stati classificati e documentati fotograficamente. I materiali scelti sono stati classificati dividendoli secondo i differenti siti archeologici di provenienza. In primo luogo, le sezioni sottili sono state osservate al microscopio ottico; in seguito, alcuni campioni, dopo un'opportuna preparazione, comprendente lucidatura e metallizzazione della sezione, sono stati analizzati mediante microscopia a scansione elettronica abbinata a microanalisi (SEM-EDS). L'analisi microscopica ha permesso la caratterizzazione della microstruttura, della tessitura, della GBS (ovvero la forma dei grani), dei parametri MGS (maximum grain size) e AGS (average grain size). L'analisi mediante microsonda elettronica ha consentito, in primo luogo, d'identificare la composizione della porzione carbonatica costituente i marmi studiati, nonché l'individuazione di minerali opachi e accessori. Mediante l'impiego delle analisi sopra descritte è stato possibile evidenziare il differente pregio di reperti lapidei impiegati nell'edilizia pubblica e privata dei siti archeologici presi in esame. Il confronto con l'Editto di Diocleziano ha inoltre, consentito di interpretare i lapidei provenienti dalla domus come materiali di pregio. In particolare, le varietà di marmo identificate sono: marmo rosso antico, fior di pesco, giallo antico numidico, pavonazzetto, breccia corallina, bardiglio, africano verde. Questi materiali provengono da quattro distinte aree territoriali: Grecia, Turchia, Tunisia e Valle d'Aosta. I reperti lapidei provenienti dalla Villa della Consolata non mostrano particolare pregio; si tratta, infatti, di materiali di provenienza locale. Infine, i lapidei provenienti dalle Grandi Terme sono ascrivibili a due tipologie: marmi bianchi e oficalciti. I marmi bianchi non sono stati identificati con certezza poiché non sono state compiute analisi isotopiche, ma mediante l'osservazione microscopica e la valutazione dei parametri di AGS e MGS sono state formulate alcune ipotesi identificative che ascrivono una possibile provenienza dalle Alpi apuane e dalla Grecia, più precisamente dall'isola di Paros. Per quanto riguarda i campioni di oficalcite, l'osservazione di cristalli di anfibolo tremolitico ha permesso di identificare questo marmo brecciato come ¿verde antico¿ proveniente dalla Tessaglia, secondo la letteratura (Lazzarini L, 2007).
Caratterizzazione petrografica di marmi colorati di epoca romana in Aosta
DA PRA, VERONICA
2010/2011
Abstract
Lo studio presentato in questa tesi riguarda la caratterizzazione minero-petrografica di materiali lapidei impiegati in epoca romana nella città di Aosta. In particolare sono stati studiati reperti lapidei impiegati nella pavimentazione di un'abitazione di epoca romana (domus di età imperiale), nella costruzione delle Grandi Terme (età medio-imperiale) e della Villa romana della Consolata (età repubblicana). Il fine è stato rivolto all'identificazione della provenienza dei materiali lapidei analizzati. Sono stati studiati trentanove campioni di cui: sei provenienti dalle Grandi Terme, ventisette prelevati dalla domus dell'Insula 30 e cinque appartenenti alla Villa della Consolata. Lo studio ha comportato l'utilizzo di tecniche analitiche distruttive. Per questo motivo, prima della realizzazione delle sezioni sottili, i lapidei sono stati classificati e documentati fotograficamente. I materiali scelti sono stati classificati dividendoli secondo i differenti siti archeologici di provenienza. In primo luogo, le sezioni sottili sono state osservate al microscopio ottico; in seguito, alcuni campioni, dopo un'opportuna preparazione, comprendente lucidatura e metallizzazione della sezione, sono stati analizzati mediante microscopia a scansione elettronica abbinata a microanalisi (SEM-EDS). L'analisi microscopica ha permesso la caratterizzazione della microstruttura, della tessitura, della GBS (ovvero la forma dei grani), dei parametri MGS (maximum grain size) e AGS (average grain size). L'analisi mediante microsonda elettronica ha consentito, in primo luogo, d'identificare la composizione della porzione carbonatica costituente i marmi studiati, nonché l'individuazione di minerali opachi e accessori. Mediante l'impiego delle analisi sopra descritte è stato possibile evidenziare il differente pregio di reperti lapidei impiegati nell'edilizia pubblica e privata dei siti archeologici presi in esame. Il confronto con l'Editto di Diocleziano ha inoltre, consentito di interpretare i lapidei provenienti dalla domus come materiali di pregio. In particolare, le varietà di marmo identificate sono: marmo rosso antico, fior di pesco, giallo antico numidico, pavonazzetto, breccia corallina, bardiglio, africano verde. Questi materiali provengono da quattro distinte aree territoriali: Grecia, Turchia, Tunisia e Valle d'Aosta. I reperti lapidei provenienti dalla Villa della Consolata non mostrano particolare pregio; si tratta, infatti, di materiali di provenienza locale. Infine, i lapidei provenienti dalle Grandi Terme sono ascrivibili a due tipologie: marmi bianchi e oficalciti. I marmi bianchi non sono stati identificati con certezza poiché non sono state compiute analisi isotopiche, ma mediante l'osservazione microscopica e la valutazione dei parametri di AGS e MGS sono state formulate alcune ipotesi identificative che ascrivono una possibile provenienza dalle Alpi apuane e dalla Grecia, più precisamente dall'isola di Paros. Per quanto riguarda i campioni di oficalcite, l'osservazione di cristalli di anfibolo tremolitico ha permesso di identificare questo marmo brecciato come ¿verde antico¿ proveniente dalla Tessaglia, secondo la letteratura (Lazzarini L, 2007).File | Dimensione | Formato | |
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