Le due opere prese in esame in questa sede raffigurano santa Valeria e santa Apollonia. Sono due sculture lavorate a tuttotondo provenenti dal Duomo di Milano. Non possediamo un'indicazione certa in merito al nome del loro autore, ma sono ritenute riferibili alla cerchia di Jacopino da Tradate, scultore attivo al cantiere milanese tra il 1401 e il 1425. L'elaborato di tesi, finalizzato all'individuazione di tecniche e materiali utili alla risoluzione dei problemi conservativi che interessano le sculture, ha previsto una prima fase conoscitiva di tipo interdisciplinare ed una successiva di tipo tecnica dal carattere prettamente operativo. Per lo studio delle due sculture si è ritenuto necessario approfondire alcuni contenuti al fine di sottolineare le complesse modalità di organizzazione e gli avvicendamenti che hanno riguardato la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano nelle sue prime fasi al fine di ottenere un'ampia panoramica su diversi aspetti. In primis è stato definito il contesto storico nel quale le sculture sono collocate, analizzando l'organizzazione del cantiere a partire dal funzionamento del suo organo amministrativo, ovvero il Consiglio di Fabbrica, che aveva il compito di sovrintendere e di prendere le decisioni più importanti sia a livello organizzativo che a livello architettonico. In secondo luogo è stata presa in esame la bibliografia relativa alla progettazione dell'edificio e alle svariate problematiche che sorsero nelle prime fasi del cantiere, anche in conseguenza dell'arrivo di maestranze dalla formazione culturale molto diversa. Il cantiere del Duomo di Milano è stato infatti un punto d'incontro per i maestri non solo provenienti da diversi luoghi d'Italia ma anche d'Europa. Si è preso inoltre in considerazione le modalità di approvvigionamento dei materiali, in particolare del marmo proveniente dalle cave di Candoglia, e il reclutamento dei diversi lavoratori. Infine si è preso in esame gli studi che hanno tentato di mettere in evidenza i caratteri peculiari della prima scultura del Duomo e di ritrovare le personalità che hanno influenzato maggiormente la produzione scultorea lombarda nella prima metà del Quattrocento, ovvero il momento storico in cui vengono collocate le due sculture di seguito analizzate. La ricerca bibliografica ha portato ad analizzare molti testi, tra i quali, di fondamentale importanza, gli Annali della Fabbrica pubblicati tra il 1877 ed il 1885. Dopo aver analizzato i dati storici e il contesto entro cui si colloca la produzione delle due sculture, ovvero santa Valeria e santa Apollonia, si sono studiati gli aspetti tecnico- scientifici delle due opere al fine di individuare idonee tecniche e materiali di intervento. Tale studio è iniziato con un approfondimento riguardante la tecnica esecutiva, durante il quale è stata individuata la strumentazione utilizzata dagli scultori ed è stata ipotizzata la sequenza delle fasi di lavorazione. In seguito si è analizzato lo stato di conservazione e gli interventi di restauro passati, attraverso studi interdisciplinari ed una approfondita documentazione tematica delle opere. Una volta completata la fase conoscitiva ed analizzati i dati a disposizione, si è potuto redigere un progetto definitivo e dettagliare le modalità d'intervento per la conservazione delle opere .
SANTA VALERIA E SANTA APOLLONIA, DUE SCULTURE GOTICHE PROVENIENTI DAL DUOMO DI MILANO: STUDIO ED ANALISI PER UNA PROPOSTA DI CONSERVAZIONE E RESTAURO
EDIMOND, GIULIA
2010/2011
Abstract
Le due opere prese in esame in questa sede raffigurano santa Valeria e santa Apollonia. Sono due sculture lavorate a tuttotondo provenenti dal Duomo di Milano. Non possediamo un'indicazione certa in merito al nome del loro autore, ma sono ritenute riferibili alla cerchia di Jacopino da Tradate, scultore attivo al cantiere milanese tra il 1401 e il 1425. L'elaborato di tesi, finalizzato all'individuazione di tecniche e materiali utili alla risoluzione dei problemi conservativi che interessano le sculture, ha previsto una prima fase conoscitiva di tipo interdisciplinare ed una successiva di tipo tecnica dal carattere prettamente operativo. Per lo studio delle due sculture si è ritenuto necessario approfondire alcuni contenuti al fine di sottolineare le complesse modalità di organizzazione e gli avvicendamenti che hanno riguardato la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano nelle sue prime fasi al fine di ottenere un'ampia panoramica su diversi aspetti. In primis è stato definito il contesto storico nel quale le sculture sono collocate, analizzando l'organizzazione del cantiere a partire dal funzionamento del suo organo amministrativo, ovvero il Consiglio di Fabbrica, che aveva il compito di sovrintendere e di prendere le decisioni più importanti sia a livello organizzativo che a livello architettonico. In secondo luogo è stata presa in esame la bibliografia relativa alla progettazione dell'edificio e alle svariate problematiche che sorsero nelle prime fasi del cantiere, anche in conseguenza dell'arrivo di maestranze dalla formazione culturale molto diversa. Il cantiere del Duomo di Milano è stato infatti un punto d'incontro per i maestri non solo provenienti da diversi luoghi d'Italia ma anche d'Europa. Si è preso inoltre in considerazione le modalità di approvvigionamento dei materiali, in particolare del marmo proveniente dalle cave di Candoglia, e il reclutamento dei diversi lavoratori. Infine si è preso in esame gli studi che hanno tentato di mettere in evidenza i caratteri peculiari della prima scultura del Duomo e di ritrovare le personalità che hanno influenzato maggiormente la produzione scultorea lombarda nella prima metà del Quattrocento, ovvero il momento storico in cui vengono collocate le due sculture di seguito analizzate. La ricerca bibliografica ha portato ad analizzare molti testi, tra i quali, di fondamentale importanza, gli Annali della Fabbrica pubblicati tra il 1877 ed il 1885. Dopo aver analizzato i dati storici e il contesto entro cui si colloca la produzione delle due sculture, ovvero santa Valeria e santa Apollonia, si sono studiati gli aspetti tecnico- scientifici delle due opere al fine di individuare idonee tecniche e materiali di intervento. Tale studio è iniziato con un approfondimento riguardante la tecnica esecutiva, durante il quale è stata individuata la strumentazione utilizzata dagli scultori ed è stata ipotizzata la sequenza delle fasi di lavorazione. In seguito si è analizzato lo stato di conservazione e gli interventi di restauro passati, attraverso studi interdisciplinari ed una approfondita documentazione tematica delle opere. Una volta completata la fase conoscitiva ed analizzati i dati a disposizione, si è potuto redigere un progetto definitivo e dettagliare le modalità d'intervento per la conservazione delle opere .File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/114376