Quanto e cosa cambia nei nostri movimenti, quando afferriamo lo stesso oggetto in situazioni diverse? Come varia il movimento, se eseguiamo la stessa azione con due intenzioni diverse? Il tema proposto fa capo ad un florido settore della ricerca sulla motor cognition, e nel primo capitolo di questa dissertazione sarà esposta una review dove verranno descritte le più importanti ricerche che hanno cercato di rispondere agli interrogativi posti poco fa, con particolare riferimento alla differenza che insorge quando ad essere compiute sono delle azioni reali (realizzate verso un oggetto fisicamente presente) o delle azioni mimate (realizzate verso un'oggetto che non c'è). Il capitolo poi indagherà una questione più delicata: laddove esistessero differenze cinematiche in un'azione, un osservatore potrebbe carpirle per predire l'esito di un movimento o l'intenzione di chi la sta eseguendo? L'argomento verrà trattato nel dettaglio: saranno esposte diverse ricerche che hanno cercato di comprendere se gli osservatori possano essere sensibili alle differenze cinematiche nei movimenti osservati, e se possano usare tali differenze come informazioni utili per inferire le caratteristiche degli oggetti o gli stati mentali di chi sta eseguendo l'azione. Infine, verrà sondata l'ipotesi secondo la quale più gli individui sono esperti nel compiere un determinato tipo di movimento, più sono responsivi durante una sua osservazione. Inquadrato il contesto di riferimento, verrà poi descritta dettagliatamente una ricerca sperimentale originale, che ha voluto mettere in relazione le differenze cinematiche esistenti tra i movimenti reali e i movimenti mimati, con le abilità che gli individui hanno mostrato di possedere nell'estrarre informazioni riguardo le singole caratteristiche di un'azione osservata. In altre parole, ci siamo chiesti se un osservatore possa, estrapolando le singole caratteristiche cinematiche di un'azione reale o un'azione mimata, comprendere se si stia trovando di fronte ad un movimento compiuto verso un oggetto fisicamente presente, o meno. Inoltre, è stata testata l'ipotesi secondo la quale gli individui esperti nel manipolare oggetti che non sono presenti sulla scena (rappresentati da un gruppo di prestigiatori professionisti) possano svolgere questo compito in modo migliore rispetto a degli individui non-esperti. Dopo una descrizione dei principali risultati ottenuti, il capitolo terminerà con una breve discussione delle evidenze emerse alla luce della letteratura precedente, con particolare attenzione per alcuni dati nell'ottica del significato che possono avere per possibili studi futuri sull'argomento.

Cinematica di un inganno: il ruolo dell'expertise nel riconoscimento dei movimenti mimati

PASCOLINI, LUCA
2015/2016

Abstract

Quanto e cosa cambia nei nostri movimenti, quando afferriamo lo stesso oggetto in situazioni diverse? Come varia il movimento, se eseguiamo la stessa azione con due intenzioni diverse? Il tema proposto fa capo ad un florido settore della ricerca sulla motor cognition, e nel primo capitolo di questa dissertazione sarà esposta una review dove verranno descritte le più importanti ricerche che hanno cercato di rispondere agli interrogativi posti poco fa, con particolare riferimento alla differenza che insorge quando ad essere compiute sono delle azioni reali (realizzate verso un oggetto fisicamente presente) o delle azioni mimate (realizzate verso un'oggetto che non c'è). Il capitolo poi indagherà una questione più delicata: laddove esistessero differenze cinematiche in un'azione, un osservatore potrebbe carpirle per predire l'esito di un movimento o l'intenzione di chi la sta eseguendo? L'argomento verrà trattato nel dettaglio: saranno esposte diverse ricerche che hanno cercato di comprendere se gli osservatori possano essere sensibili alle differenze cinematiche nei movimenti osservati, e se possano usare tali differenze come informazioni utili per inferire le caratteristiche degli oggetti o gli stati mentali di chi sta eseguendo l'azione. Infine, verrà sondata l'ipotesi secondo la quale più gli individui sono esperti nel compiere un determinato tipo di movimento, più sono responsivi durante una sua osservazione. Inquadrato il contesto di riferimento, verrà poi descritta dettagliatamente una ricerca sperimentale originale, che ha voluto mettere in relazione le differenze cinematiche esistenti tra i movimenti reali e i movimenti mimati, con le abilità che gli individui hanno mostrato di possedere nell'estrarre informazioni riguardo le singole caratteristiche di un'azione osservata. In altre parole, ci siamo chiesti se un osservatore possa, estrapolando le singole caratteristiche cinematiche di un'azione reale o un'azione mimata, comprendere se si stia trovando di fronte ad un movimento compiuto verso un oggetto fisicamente presente, o meno. Inoltre, è stata testata l'ipotesi secondo la quale gli individui esperti nel manipolare oggetti che non sono presenti sulla scena (rappresentati da un gruppo di prestigiatori professionisti) possano svolgere questo compito in modo migliore rispetto a degli individui non-esperti. Dopo una descrizione dei principali risultati ottenuti, il capitolo terminerà con una breve discussione delle evidenze emerse alla luce della letteratura precedente, con particolare attenzione per alcuni dati nell'ottica del significato che possono avere per possibili studi futuri sull'argomento.
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