La crisi del debito è un momento storico cruciale per l'Europa; sebbene sia ormai drammatica, e a farne le spese maggiori siano i Paesi più deboli, quali la Grecia, offre l'opportunità di portare a compimento tutte quelle misure che ne stanno limitando l'integrazione. La crisi ha colpito fondamentalmente nel punto debole europeo: la mancanza sostanziale di una sovranità fiscale. Tuttavia, visto che i tempi per la realizzazione di tali riforme sarebbero senz'altro lunghi, la stabilità del sistema finanziario deve essere garantita attraverso il mantenimento di un ruolo attivo da parte della BCE. I Paesi europei devono proseguire nel consolidamento dei conti pubblici e più in generale nel percorso di convergenza economica con i Paesi maggiormente virtuosi, senza penalizzare eccessivamente la crescita economica nel breve periodo. Per i Paesi più fragili ed esposti alle pressioni dei mercati finanziari, deve essere impedito il raggiungimento di livelli di costo del debito insostenibili, attraverso l'adozione dei fondi salva - stati, la cui capacità d'intervento deve essere incrementata con risorse ¿reali¿ da parte di tutti gli Stati appartenenti all'Area dell'Euro, anche quelli, come la Germania, che forti economicamente vedono tali fondi come un modo per far pagar loro debiti di altri Paesi. Si deve abbandonare la visione di 27 Paesi separati, a favore di una visione totalmente unitaria. L'Europa ha possibilità di ripresa, migliorando i suoi punti deboli e dando sicurezze ai mercati tramite una politica fiscale comune. In questo modo può porre le basi per evitare che una crisi del debito si riverifichi. Inoltre, tenendo conto dei trend positivi di crescita dei Paesi emergenti, si evince che le misure a lungo termine che attualmente sono in fase di elaborazione sono essenziali per costruire un'Europa più stabile ed unita, presupposto fondamentale affinché possa essere ancora competitiva in futuro.

La Banca Centrale Europea e la crisi del debito

VERSINO, SERENA
2011/2012

Abstract

La crisi del debito è un momento storico cruciale per l'Europa; sebbene sia ormai drammatica, e a farne le spese maggiori siano i Paesi più deboli, quali la Grecia, offre l'opportunità di portare a compimento tutte quelle misure che ne stanno limitando l'integrazione. La crisi ha colpito fondamentalmente nel punto debole europeo: la mancanza sostanziale di una sovranità fiscale. Tuttavia, visto che i tempi per la realizzazione di tali riforme sarebbero senz'altro lunghi, la stabilità del sistema finanziario deve essere garantita attraverso il mantenimento di un ruolo attivo da parte della BCE. I Paesi europei devono proseguire nel consolidamento dei conti pubblici e più in generale nel percorso di convergenza economica con i Paesi maggiormente virtuosi, senza penalizzare eccessivamente la crescita economica nel breve periodo. Per i Paesi più fragili ed esposti alle pressioni dei mercati finanziari, deve essere impedito il raggiungimento di livelli di costo del debito insostenibili, attraverso l'adozione dei fondi salva - stati, la cui capacità d'intervento deve essere incrementata con risorse ¿reali¿ da parte di tutti gli Stati appartenenti all'Area dell'Euro, anche quelli, come la Germania, che forti economicamente vedono tali fondi come un modo per far pagar loro debiti di altri Paesi. Si deve abbandonare la visione di 27 Paesi separati, a favore di una visione totalmente unitaria. L'Europa ha possibilità di ripresa, migliorando i suoi punti deboli e dando sicurezze ai mercati tramite una politica fiscale comune. In questo modo può porre le basi per evitare che una crisi del debito si riverifichi. Inoltre, tenendo conto dei trend positivi di crescita dei Paesi emergenti, si evince che le misure a lungo termine che attualmente sono in fase di elaborazione sono essenziali per costruire un'Europa più stabile ed unita, presupposto fondamentale affinché possa essere ancora competitiva in futuro.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/114069