L'obiettivo dell' elaborato è quello di analizzare le cause della crisi del Gruppo Fiat, avvenuta tra la fine degli anni Novanta e primi anni del Duemila ed esaminare in maniera approfondita la riorganizzazione attuata dal nuovo amministratore delegato, Sergio Marchionne, per evitare il fallimento del Gruppo e rilanciarlo a livello mondiale aumentandone la competitività e l' efficienza. Al fine di consentire una facile comprensione dei fatti e delle tematiche trattate, il lavoro è stato suddiviso in tre parti. Nella prima parte sarà presentato un excursus storico che ripercorrerà tutti i momenti salienti della storia della Fiat, dall' anno della sua fondazione fino ai giorni nostri. Verranno inoltre elencate ed esaminate le cause scatenanti la profonda crisi in cui si è trovato il Gruppo agli inizi del Duemila. La seconda parte dell'elaborato sarà dedicata al processo di turnaround che, non soltanto ha interessato tutte le aree funzionali dell'impresa dando vita ad una struttura gerarchica piatta ed efficiente, ma si è caratterizzato soprattutto come cambiamento culturale che ha fatto transitare il Gruppo torinese da un modello fondato sul principio della gerarchia, ad un modello manageriale più flessibile basato sulla leadership. La strategia del nuovo amministratore delegato ha permesso il ritorno alla redditività e il rilancio del Gruppo anche all'estero grazie alle numerose alleanze strategiche; l'acquisizione del Gruppo Chrysler è un chiaro esempio di questo nuovo orientamento. Nella terza ed ultima parte, sono trattati gli effetti della crisi finanziaria del 2008 che ha drasticamente modificato l'arena competitiva mondiale e la nuova strategia messa in atto dal Gruppo per fronteggiare tale crisi, enunciata nel piano industriale del quadriennio 2010-2014. Di quest'ultimo, appaiono anche degni di nota il programma ¿Fabbrica Italia¿, e la scissione proporzionale del Gruppo in due società distinte, Fiat S.p.A. e Fiat Industrial. La scissione del Gruppo, entrata in vigore il 1° gennaio 2011, rappresenta un passo molto importante dal punto di vista strategico. Di tale scissione, saranno analizzate le cause scatenanti, i rischi e le opportunità ai quali le due nuove società saranno soggette ed infine alcuni dati economico-finanziari. Nonostante il processo di turnaround abbia riportato il Gruppo ad occupare un ruolo importante nel settore automotive, la strada da percorrere per eguagliare i diretti concorrenti e per considerarsi fuori pericolo è ancora lunga e tortuosa. Attualmente, le carenze da sanare riguardano la presenza nei mercati esteri, gli investimenti in R&S, e la gamma di prodotto. Per quanto riguarda la presenza nei mercati esteri, a parte il Brasile, il Gruppo risulta molto in ritardo rispetto ai concorrenti, soprattutto in mercati emergenti come Russia e Cina. Gli altri due punti deboli da risolvere sono legati tra loro. Il Gruppo per recuperare sui diretti concorrenti dovrebbe aumentare gli stanziamenti in ricerca e sviluppo ed evitare l'acquisizione di innovazione dall' esterno. Gli investimenti in R&S permetterebbero un upgrading delle gamma di prodotto e ciò consentirebbe al gruppo di giovarsi di maggiori margini sulle vendite. Spostandosi su segmenti più alti si eviterebbe anche la competizione con i produttori low-cost che annullerebbe i margini sulle vendite per Fiat, poiché essa non dispone dei vantaggi di costo di un paese low-cost.

Riorganizzazione del Gruppo Fiat: Crisi e Rilancio

DI NOLFO, FRANCESCO
2010/2011

Abstract

L'obiettivo dell' elaborato è quello di analizzare le cause della crisi del Gruppo Fiat, avvenuta tra la fine degli anni Novanta e primi anni del Duemila ed esaminare in maniera approfondita la riorganizzazione attuata dal nuovo amministratore delegato, Sergio Marchionne, per evitare il fallimento del Gruppo e rilanciarlo a livello mondiale aumentandone la competitività e l' efficienza. Al fine di consentire una facile comprensione dei fatti e delle tematiche trattate, il lavoro è stato suddiviso in tre parti. Nella prima parte sarà presentato un excursus storico che ripercorrerà tutti i momenti salienti della storia della Fiat, dall' anno della sua fondazione fino ai giorni nostri. Verranno inoltre elencate ed esaminate le cause scatenanti la profonda crisi in cui si è trovato il Gruppo agli inizi del Duemila. La seconda parte dell'elaborato sarà dedicata al processo di turnaround che, non soltanto ha interessato tutte le aree funzionali dell'impresa dando vita ad una struttura gerarchica piatta ed efficiente, ma si è caratterizzato soprattutto come cambiamento culturale che ha fatto transitare il Gruppo torinese da un modello fondato sul principio della gerarchia, ad un modello manageriale più flessibile basato sulla leadership. La strategia del nuovo amministratore delegato ha permesso il ritorno alla redditività e il rilancio del Gruppo anche all'estero grazie alle numerose alleanze strategiche; l'acquisizione del Gruppo Chrysler è un chiaro esempio di questo nuovo orientamento. Nella terza ed ultima parte, sono trattati gli effetti della crisi finanziaria del 2008 che ha drasticamente modificato l'arena competitiva mondiale e la nuova strategia messa in atto dal Gruppo per fronteggiare tale crisi, enunciata nel piano industriale del quadriennio 2010-2014. Di quest'ultimo, appaiono anche degni di nota il programma ¿Fabbrica Italia¿, e la scissione proporzionale del Gruppo in due società distinte, Fiat S.p.A. e Fiat Industrial. La scissione del Gruppo, entrata in vigore il 1° gennaio 2011, rappresenta un passo molto importante dal punto di vista strategico. Di tale scissione, saranno analizzate le cause scatenanti, i rischi e le opportunità ai quali le due nuove società saranno soggette ed infine alcuni dati economico-finanziari. Nonostante il processo di turnaround abbia riportato il Gruppo ad occupare un ruolo importante nel settore automotive, la strada da percorrere per eguagliare i diretti concorrenti e per considerarsi fuori pericolo è ancora lunga e tortuosa. Attualmente, le carenze da sanare riguardano la presenza nei mercati esteri, gli investimenti in R&S, e la gamma di prodotto. Per quanto riguarda la presenza nei mercati esteri, a parte il Brasile, il Gruppo risulta molto in ritardo rispetto ai concorrenti, soprattutto in mercati emergenti come Russia e Cina. Gli altri due punti deboli da risolvere sono legati tra loro. Il Gruppo per recuperare sui diretti concorrenti dovrebbe aumentare gli stanziamenti in ricerca e sviluppo ed evitare l'acquisizione di innovazione dall' esterno. Gli investimenti in R&S permetterebbero un upgrading delle gamma di prodotto e ciò consentirebbe al gruppo di giovarsi di maggiori margini sulle vendite. Spostandosi su segmenti più alti si eviterebbe anche la competizione con i produttori low-cost che annullerebbe i margini sulle vendite per Fiat, poiché essa non dispone dei vantaggi di costo di un paese low-cost.
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