L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2010 anno internazionale della biodiversità, ma oggi il controllo e lo sfruttamento delle risorse biologiche del pianeta coinvolgono interessi economici e politici ingenti, sollevando problematiche sociali ed ecologiche la cui regolamentazione rappresenta una sfida agli ordinamenti giuridici interni ma soprattutto internazionali. Gli studiosi di geopolitica hanno più volte messo in evidenza che il controllo delle risorse naturali e delle conoscenze tradizionali da esse derivanti costituiscono un fattore importante della politica e dell'economia degli Stati. Spesso però esse non sono tutelate adeguatamente e il caso del riso ¿Basmati¿ ne è un esempio lampante. La tesi introduce alcune nozioni quali la diversità biologica, le conoscenze tradizionali e la biopirateria. La diversità biologica è la principale caratteristica della natura e il fondamento dell'equilibrio ambientale dell'intero pianeta, nonché frutto di millenni di evoluzione; essa non è omogeneamente distribuita sul suolo terrestre e rappresenta la variabilità degli organismi viventi di ogni origine e specie. Le conoscenze tradizionali (traditional knowledges) sono il frutto della lunga e continua interazione delle comunità indigene con il complesso ecosistema che le circonda, che ha reso loro possibile la sopravvivenza e la conservazione di specie animali e vegetali attraverso centinaia di anni di esperienza, prove, errori ed miglioramenti incrementali. Esse rappresentano la proprietà intellettuale di tali comunità e sono quindi fonte di valore economico e sociale per le comunità dei Paesi in via di sviluppo. La biopirateria mette in pericolo la biodiversità e le conoscenze tradizionali perché si basa sulla pratica del prelievo illegittimo di materiale biologico e genetico dal territorio di uno Stato senza che questo abbia manifestato il suo consenso e sull'ottenimento di diritti di proprietà intellettuale su invenzioni basate sulle conoscenze tradizionali o indigene. La causa di questo potenziale pericolo risiede nella mancanza di tutela della biodiversità, e di un'assenza di riconoscimento legale delle conoscenze tradizionali. Il caso del riso Basmati è emblematico perché ha dimostrato come le multinazionali dei Paesi più avanzati abbiano il potere di prelevare campioni di materiale genetico nei PVS, di brevettare un composto chimico da esso ottenuto e di ottenere così i diritti di proprietà su tali conoscenze. L'azienda texana RiceTec infatti nel 94 ottenne il brevetto su un riso ¿Basmati Style¿, che imitava in tutto e per tutto il vero Basmati originario dell'Asia e lo esportò in tutto il mondo, con evidente danno sia morale che economico per le comunità indigene che quel riso l'avevano da sempre coltivato e protetto,e che si ritrovavano a dover pagare i diritti per seminarlo. Il governo indiano, sostenuto da molte associazioni riuscì a vincere la battaglia legale e la RiceTec ritirò il brevetto, ma fu evidente che il problema non era risolto e che bisognava ancora lottare per la tutela della biodiversità e della conoscenze indigene. La soluzione può passare solo attraverso la modifica dell'accordo TRIPs, che dovrebbe garantire la tutela dell'indicazioni di un prodotto, la regolazione dell'acceso alle biorisorse, l'uso delle Indicazioni Geografiche e un sistema di compensazione che possa ripagare le comunità indigene dei danno subiti.

BIODIVERSITà E BIOPIRATERIA. IL CASO DEL RISO BASMATI.

GIAMINARDI, SERENA
2009/2010

Abstract

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2010 anno internazionale della biodiversità, ma oggi il controllo e lo sfruttamento delle risorse biologiche del pianeta coinvolgono interessi economici e politici ingenti, sollevando problematiche sociali ed ecologiche la cui regolamentazione rappresenta una sfida agli ordinamenti giuridici interni ma soprattutto internazionali. Gli studiosi di geopolitica hanno più volte messo in evidenza che il controllo delle risorse naturali e delle conoscenze tradizionali da esse derivanti costituiscono un fattore importante della politica e dell'economia degli Stati. Spesso però esse non sono tutelate adeguatamente e il caso del riso ¿Basmati¿ ne è un esempio lampante. La tesi introduce alcune nozioni quali la diversità biologica, le conoscenze tradizionali e la biopirateria. La diversità biologica è la principale caratteristica della natura e il fondamento dell'equilibrio ambientale dell'intero pianeta, nonché frutto di millenni di evoluzione; essa non è omogeneamente distribuita sul suolo terrestre e rappresenta la variabilità degli organismi viventi di ogni origine e specie. Le conoscenze tradizionali (traditional knowledges) sono il frutto della lunga e continua interazione delle comunità indigene con il complesso ecosistema che le circonda, che ha reso loro possibile la sopravvivenza e la conservazione di specie animali e vegetali attraverso centinaia di anni di esperienza, prove, errori ed miglioramenti incrementali. Esse rappresentano la proprietà intellettuale di tali comunità e sono quindi fonte di valore economico e sociale per le comunità dei Paesi in via di sviluppo. La biopirateria mette in pericolo la biodiversità e le conoscenze tradizionali perché si basa sulla pratica del prelievo illegittimo di materiale biologico e genetico dal territorio di uno Stato senza che questo abbia manifestato il suo consenso e sull'ottenimento di diritti di proprietà intellettuale su invenzioni basate sulle conoscenze tradizionali o indigene. La causa di questo potenziale pericolo risiede nella mancanza di tutela della biodiversità, e di un'assenza di riconoscimento legale delle conoscenze tradizionali. Il caso del riso Basmati è emblematico perché ha dimostrato come le multinazionali dei Paesi più avanzati abbiano il potere di prelevare campioni di materiale genetico nei PVS, di brevettare un composto chimico da esso ottenuto e di ottenere così i diritti di proprietà su tali conoscenze. L'azienda texana RiceTec infatti nel 94 ottenne il brevetto su un riso ¿Basmati Style¿, che imitava in tutto e per tutto il vero Basmati originario dell'Asia e lo esportò in tutto il mondo, con evidente danno sia morale che economico per le comunità indigene che quel riso l'avevano da sempre coltivato e protetto,e che si ritrovavano a dover pagare i diritti per seminarlo. Il governo indiano, sostenuto da molte associazioni riuscì a vincere la battaglia legale e la RiceTec ritirò il brevetto, ma fu evidente che il problema non era risolto e che bisognava ancora lottare per la tutela della biodiversità e della conoscenze indigene. La soluzione può passare solo attraverso la modifica dell'accordo TRIPs, che dovrebbe garantire la tutela dell'indicazioni di un prodotto, la regolazione dell'acceso alle biorisorse, l'uso delle Indicazioni Geografiche e un sistema di compensazione che possa ripagare le comunità indigene dei danno subiti.
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