With this research I wanted to ask myself how people with intellectual disabilities use the media to build their own personalities. This dissertation consists of three parts, the first chapter deals with the theme of the existence, in culture and in the current debate, of two conceptions of disability: the first one considers it as a condition of "handicap", "deficit" and "deficiency", the second one considers disability as a condition of subjective integrity. In this study I highlight how these two conceptions find a congruence with the two concepts of medium that have been proposed to me in my course of studies. In all the studies of media and communication, in fact, it is possible to identify a theoretical tradition, today dominant, that considers the medium as a tool to transfer content, and a second tradition that considers the medium, agreeing with Marshall McLuhan’s proposal, as "extension" of the subject. Then I reconstructed the historical evolution of associations that operate in the field of disability, in Italy, at the national level, and then in the specific case of Biella, the city where I did my study, relating to three social cooperatives active in the territory: ANFFAS, Domus Laetitiae e Sportivamente. The second part of the dissertation is dedicated to the comparison with theoretical references and reference literature on disability and media. This chapter is divided into two sections: the first one is about how the two concepts of disability previously analyzed are present in the studies today, the second focuses on three fundamental concepts for my dissertation: "medium as an extension" proposed by Marshall McLuhan, "media matrix" hypothesized by Joshua Meyrowitz and "media system" introduced by Peppino Ortoleva. In the third part of the dissertation I present my case study that consists of the analysis of six interviews I made with people with intellectual disabilities to whom I asked to tell me about their relationship with the media. Using the concept of media matrix I was able to highlight the characteristics of their relationship with the media, highlighting both the aspects of connection with the social reality, both those of organization of their personal experience. From the analysis of the interviews emerges the fact that none of the witnesses feels the need to be integrated into the "normal" society, because they all consider themselves included; they do not feel in any way inferior to other people, nor affected by diseases, and are able to achieve a good level of autonomy. The media model the experience of people with disabilities, just as it does for people with normal symptoms, and this dissertation shows that, at least in the case of the six respondents, the subjects have a constantly changing media matrix that acts in building the relationships that they have with themselves, with others and with the reality that surrounds them. While the changes impressed by digitalization on the media system have allowed people with intellectual disabilities to gain both autonomy and relationality by integrating digital media to their media matrices, from the social point of view, Associations have also made great strides in the promotion of the culture of inclusion: people with disabilities increasingly find their place within society, in different areas, such as work and school for example.
Con questa ricerca ho inteso interrogarmi su come le persone con disabilità intellettiva utilizzino i media per costruire la propria personalità. Questa tesi si compone di tre parti, il primo capitolo affronta il tema dell’esistenza, nella cultura e nel dibattito attuale, di due concezioni di disabilità: la prima la considera come una condizione di ”minorazione”, ”deficit” e ”carenza”, la seconda considera la disabilità come una condizione di integrità soggettiva. In questo mio studio evidenzio come queste due concezioni trovino una congruenza con le due concezioni di medium che mi sono state proposte nel mio percorso di studi. Nel complesso degli studi di media e comunicazione, infatti, è possibile individuare una tradizione teorica, oggi dominante, che considera il medium come uno strumento atto a trasferire contenuti, e una seconda tradizione che considera il medium, d’accordo con la proposta di Marshall McLuhan, come ”estensione” del soggetto. Successivamente ho ricostruito l’evoluzione storica dell’associazionismo che opera nel campo della disabilità, in Italia, a livello nazionale, e poi nel caso specifico di Biella, la città dove ho svolto il mio studio, relazionandomi con tre cooperative sociali attive nel territorio: ANFFAS, Domus Laetitiae e Sportivamente. La seconda parte della tesi è dedicata al confronto con i riferimenti teorici e la letteratura di riferimento in tema di disabilità e media. Questo capitolo si divide in due sezioni: la prima tratta di come le due concezioni di disabilità precedentemente analizzate siano presenti oggi negli studi, la seconda si concentra su tre concetti fondamentali per la mia tesi: “medium come estensione” proposto da Marshall McLuhan, “matrice dei media” ipotizzato da Joshua Meyrowitz e “sistema dei media” introdotto da Peppino Ortoleva. Nella terza parte della tesi presento il mio caso di studio che consiste dell’analisi di sei interviste che ho realizzato con persone con disabilità intellettiva alle quali ho chiesto di raccontarmi del loro rapporto con i media. Utilizzando il concetto di matrice dei media ho potuto mettere in luce le caratteristiche del loro rapporto con i media, evidenziandone sia gli aspetti di raccordo con la realtà sociale, sia quelli di organizzazione della loro esperienza personale. Dall’analisi delle interviste emerge il fatto che nessuno dei testimoni sente il bisogno di essere integrato nella società “normale”, perché tutti si ritengono inclusi; non si sentono in alcun modo inferiori alle altre persone, né affetti da malattie, e sono in grado di arrivare ad un buon livello di autonomia. I media modellano l’esperienza delle persone con disabilità, esattamente come accade alle persone normotipiche, e questa tesi dimostra che, almeno nel caso dei sei intervistati, i soggetti hanno una matrice dei media in continuo mutamento che agisce nella costruzione dei rapporti che loro hanno con loro stessi, con gli altri e con la realtà che li circonda. Se da un lato i mutamenti impressi dalla digitalizzazione al sistema dei media hanno permesso alle persone con disabilità intellettiva di guadagnare insieme autonomia e relazionalità integrando i media digitali alle loro matrici dei media, dal punto di vista sociale, anche l’associazionismo ha fatto grandi passi avanti nella promozione della cultura dell’inclusione: le persone con disabilità trovano sempre di più il loro spazio all’interno della società, in diversi ambiti, come il lavoro e la scuola per esempio.
Speciale. Come le persone con disabilità intellettiva utilizzano i media: l'esperienza di sei testimoni
VICARIO, STEFANO
2023/2024
Abstract
Con questa ricerca ho inteso interrogarmi su come le persone con disabilità intellettiva utilizzino i media per costruire la propria personalità. Questa tesi si compone di tre parti, il primo capitolo affronta il tema dell’esistenza, nella cultura e nel dibattito attuale, di due concezioni di disabilità: la prima la considera come una condizione di ”minorazione”, ”deficit” e ”carenza”, la seconda considera la disabilità come una condizione di integrità soggettiva. In questo mio studio evidenzio come queste due concezioni trovino una congruenza con le due concezioni di medium che mi sono state proposte nel mio percorso di studi. Nel complesso degli studi di media e comunicazione, infatti, è possibile individuare una tradizione teorica, oggi dominante, che considera il medium come uno strumento atto a trasferire contenuti, e una seconda tradizione che considera il medium, d’accordo con la proposta di Marshall McLuhan, come ”estensione” del soggetto. Successivamente ho ricostruito l’evoluzione storica dell’associazionismo che opera nel campo della disabilità, in Italia, a livello nazionale, e poi nel caso specifico di Biella, la città dove ho svolto il mio studio, relazionandomi con tre cooperative sociali attive nel territorio: ANFFAS, Domus Laetitiae e Sportivamente. La seconda parte della tesi è dedicata al confronto con i riferimenti teorici e la letteratura di riferimento in tema di disabilità e media. Questo capitolo si divide in due sezioni: la prima tratta di come le due concezioni di disabilità precedentemente analizzate siano presenti oggi negli studi, la seconda si concentra su tre concetti fondamentali per la mia tesi: “medium come estensione” proposto da Marshall McLuhan, “matrice dei media” ipotizzato da Joshua Meyrowitz e “sistema dei media” introdotto da Peppino Ortoleva. Nella terza parte della tesi presento il mio caso di studio che consiste dell’analisi di sei interviste che ho realizzato con persone con disabilità intellettiva alle quali ho chiesto di raccontarmi del loro rapporto con i media. Utilizzando il concetto di matrice dei media ho potuto mettere in luce le caratteristiche del loro rapporto con i media, evidenziandone sia gli aspetti di raccordo con la realtà sociale, sia quelli di organizzazione della loro esperienza personale. Dall’analisi delle interviste emerge il fatto che nessuno dei testimoni sente il bisogno di essere integrato nella società “normale”, perché tutti si ritengono inclusi; non si sentono in alcun modo inferiori alle altre persone, né affetti da malattie, e sono in grado di arrivare ad un buon livello di autonomia. I media modellano l’esperienza delle persone con disabilità, esattamente come accade alle persone normotipiche, e questa tesi dimostra che, almeno nel caso dei sei intervistati, i soggetti hanno una matrice dei media in continuo mutamento che agisce nella costruzione dei rapporti che loro hanno con loro stessi, con gli altri e con la realtà che li circonda. Se da un lato i mutamenti impressi dalla digitalizzazione al sistema dei media hanno permesso alle persone con disabilità intellettiva di guadagnare insieme autonomia e relazionalità integrando i media digitali alle loro matrici dei media, dal punto di vista sociale, anche l’associazionismo ha fatto grandi passi avanti nella promozione della cultura dell’inclusione: le persone con disabilità trovano sempre di più il loro spazio all’interno della società, in diversi ambiti, come il lavoro e la scuola per esempio.File | Dimensione | Formato | |
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