This dissertation aims to investigate the presence and the function of literature in the early cinematography of Jean-Luc Godard, focusing on feature films and sketches for anthology films produced between 1960 and 1967. This initial phase of the director's career showed great fecundity, with approximately two films per year. At the same time, those years are characterized by enormous political and social issues that would culminate in the events of May 1968. The final title card of Week-end (1967), which announces the end of cinema, can be seen as a premonition, if not of the end of certain types of institutions, at least of a phase in Godard's cinema. Among the «collage of different materials» (Rondolino, 1977, p. 493) that emerges from viewing Godard's films, literature stands out the most. Following an initial survey of the author's biography and his transition from film critic to director, within the milieu of the emerging Nouvelle Vague, the dissertation delves into the complex field of interactions between literature and cinema. A theoretical reflection is thus necessary to introduce the discourse on literary citation. The inquiry does not focus only on which literary sources are chosen but, more significantly, on the function these sources assume in the construction of Godard's new, revolutionary, language. In various forms, through the particular procedures that delineate the director's stylistic signature, citation contributes differently to the enrichment of the film. It can take the form of homage, a practice much cherished by the Nouvelle Vague, but also as a foreshadowing of what will happen next, or as a characterization of characters and situations by referencing the audience's previous readings. However, it can also assume a negative value, producing effects of contrast, parody, or estrangement. The complex system of citation, of re-making and re-use what has already been expressed in a network of intertextual ties, fully fits into the poetics of modern cinema. By analyzing sequences in which the role of literature is particularly significant, it will be clear that literature in Godard's work does not serve merely as a support for cinema but as an essential factor for the renewal of cinematic language, the director acting as protagonist. In conclusion, Godard’s cinema is outlined as true writing. He managed in presenting himself as an author, complying with the politique des auteurs, the critical notion he contributed to theorize as a critic.

L’intento di questa dissertazione è indagare la presenza e la funzione della letteratura nella prima cinematografia di Jean-Luc Godard. Oggetto di analisi sono i lungometraggi e gli sketch per film a episodi prodotti nel periodo compreso tra il 1960 e il 1967. Questa prima fase dell’attività del regista è segnata da una grande fecondità; si contano all’incirca due lungometraggi all’anno. Allo stesso tempo, essa si situa in anni caratterizzati da enormi tensioni politiche e sociali che sfoceranno nel Sessantotto. Proprio il cartello finale di Week-end (Id., 1967), che annuncia la fine del cinema, può essere visto come presagio, se non della fine di un certo tipo di istituzioni, quantomeno di una fase del cinema godardiano. Nel «collage di materiali diversi» (Rondolino, 1977, p. 493) che risulta dalla visione dei film di Godard spicca fra tutti la letteratura. Dopo un’iniziale ricognizione sulla biografia dell’autore e il suo passaggio da critico cinematografico a regista, sempre nell’ambiente della nascente Nouvelle vague, ci si addentrerà nel complesso campo di interazioni tra letteratura e cinema. Una riflessione teorica pare dunque necessaria ad avviare il discorso sulla citazione letteraria. Ci si interroga infatti non solo su quali fonti letterarie vengano scelte dal regista franco-svizzero, ma soprattutto sulla funzione che queste assumono ai fine della costruzione del discorso godardiano. Sotto varie forme, attraverso particolari procedimenti che contraddistinguono la cifra stilistica del regista, la citazione contribuisce in maniera differente all’arricchimento del film. Essa può assumere forma di omaggio, pratica molto cara alla Nouvelle vague, ma anche di anticipazione di ciò che accadrà successivamente o ancora di caratterizzazione di personaggi e situazioni facendo riferimento alle pregresse letture dello spettatore. Tuttavia può anche assumere valore negativo, producendo effetti di contrasto, parodici o di straniamento. La complessa logica della citazione, del ri-fare e ri-dire ciò che è già stato espresso in una rete di legami intertestuali, rientra a pieno titolo nella poetica del cinema della modernità. Avvalendosi dell’analisi di sequenze nelle quali il ruolo della letteratura si rivela particolarmente significativo, si dimostrerà come la letteratura in Godard non assuma il ruolo di semplice supporto per la narrazione cinematografica, bensì di fattore imprescindibile per processo di rinnovamento del linguaggio cinematografico di cui il regista è protagonista. In ultima analisi, il cinema di Godard si delinea come vera e propria scrittura. Il regista assume dunque lo statuto di autore, inscrivendosi così a pieno titolo nella politique des auteurs, nozione critica che aveva contribuito a fondare insieme ai compagni della Nouvelle vague.

La forma come rivoluzione. La letteratura nel cinema di Jean-Luc Godard (1960-67).

CORNA, GABRIELE
2023/2024

Abstract

L’intento di questa dissertazione è indagare la presenza e la funzione della letteratura nella prima cinematografia di Jean-Luc Godard. Oggetto di analisi sono i lungometraggi e gli sketch per film a episodi prodotti nel periodo compreso tra il 1960 e il 1967. Questa prima fase dell’attività del regista è segnata da una grande fecondità; si contano all’incirca due lungometraggi all’anno. Allo stesso tempo, essa si situa in anni caratterizzati da enormi tensioni politiche e sociali che sfoceranno nel Sessantotto. Proprio il cartello finale di Week-end (Id., 1967), che annuncia la fine del cinema, può essere visto come presagio, se non della fine di un certo tipo di istituzioni, quantomeno di una fase del cinema godardiano. Nel «collage di materiali diversi» (Rondolino, 1977, p. 493) che risulta dalla visione dei film di Godard spicca fra tutti la letteratura. Dopo un’iniziale ricognizione sulla biografia dell’autore e il suo passaggio da critico cinematografico a regista, sempre nell’ambiente della nascente Nouvelle vague, ci si addentrerà nel complesso campo di interazioni tra letteratura e cinema. Una riflessione teorica pare dunque necessaria ad avviare il discorso sulla citazione letteraria. Ci si interroga infatti non solo su quali fonti letterarie vengano scelte dal regista franco-svizzero, ma soprattutto sulla funzione che queste assumono ai fine della costruzione del discorso godardiano. Sotto varie forme, attraverso particolari procedimenti che contraddistinguono la cifra stilistica del regista, la citazione contribuisce in maniera differente all’arricchimento del film. Essa può assumere forma di omaggio, pratica molto cara alla Nouvelle vague, ma anche di anticipazione di ciò che accadrà successivamente o ancora di caratterizzazione di personaggi e situazioni facendo riferimento alle pregresse letture dello spettatore. Tuttavia può anche assumere valore negativo, producendo effetti di contrasto, parodici o di straniamento. La complessa logica della citazione, del ri-fare e ri-dire ciò che è già stato espresso in una rete di legami intertestuali, rientra a pieno titolo nella poetica del cinema della modernità. Avvalendosi dell’analisi di sequenze nelle quali il ruolo della letteratura si rivela particolarmente significativo, si dimostrerà come la letteratura in Godard non assuma il ruolo di semplice supporto per la narrazione cinematografica, bensì di fattore imprescindibile per processo di rinnovamento del linguaggio cinematografico di cui il regista è protagonista. In ultima analisi, il cinema di Godard si delinea come vera e propria scrittura. Il regista assume dunque lo statuto di autore, inscrivendosi così a pieno titolo nella politique des auteurs, nozione critica che aveva contribuito a fondare insieme ai compagni della Nouvelle vague.
ITA
This dissertation aims to investigate the presence and the function of literature in the early cinematography of Jean-Luc Godard, focusing on feature films and sketches for anthology films produced between 1960 and 1967. This initial phase of the director's career showed great fecundity, with approximately two films per year. At the same time, those years are characterized by enormous political and social issues that would culminate in the events of May 1968. The final title card of Week-end (1967), which announces the end of cinema, can be seen as a premonition, if not of the end of certain types of institutions, at least of a phase in Godard's cinema. Among the «collage of different materials» (Rondolino, 1977, p. 493) that emerges from viewing Godard's films, literature stands out the most. Following an initial survey of the author's biography and his transition from film critic to director, within the milieu of the emerging Nouvelle Vague, the dissertation delves into the complex field of interactions between literature and cinema. A theoretical reflection is thus necessary to introduce the discourse on literary citation. The inquiry does not focus only on which literary sources are chosen but, more significantly, on the function these sources assume in the construction of Godard's new, revolutionary, language. In various forms, through the particular procedures that delineate the director's stylistic signature, citation contributes differently to the enrichment of the film. It can take the form of homage, a practice much cherished by the Nouvelle Vague, but also as a foreshadowing of what will happen next, or as a characterization of characters and situations by referencing the audience's previous readings. However, it can also assume a negative value, producing effects of contrast, parody, or estrangement. The complex system of citation, of re-making and re-use what has already been expressed in a network of intertextual ties, fully fits into the poetics of modern cinema. By analyzing sequences in which the role of literature is particularly significant, it will be clear that literature in Godard's work does not serve merely as a support for cinema but as an essential factor for the renewal of cinematic language, the director acting as protagonist. In conclusion, Godard’s cinema is outlined as true writing. He managed in presenting himself as an author, complying with the politique des auteurs, the critical notion he contributed to theorize as a critic.
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