The work "L'arte contemporanea all'interno delle pagine di «Repubblica»: from 1976 to 1980"analyzes a period of great socio-cultural and artistic transformation in Italy, with particular attention to the years of lead. Characterized by intense terrorist activity and a climate of political tension, the years of lead have had a significant impact on culture and art in Italy. Within the social - cultural dynamics, art became the means par excellence of expression and social denunciation. Founded in 1976 by Eugenio Scalfari, «Repubblica» represented a new way of doing journalism in Italy: the newspaper, following the line of rigor and truth, stood out for its innovative approach and the quality of its signatures, ranging from politics to culture. In a short time, «Repubblica» became a point of reference for Italian public opinion, contributing significantly to the cultural and social debate in the country. Among the authors involved in the system, Scalfari called to himself Giuliano Briganti, art historian and critic, author of countless articles dedicated to modern art. His reflections marked how artistic trends reflected the cultural transformations of the time. Fabrizio d'Amico, art critic, brought to the pages of «Repubblica» a detailed analysis of the new emerging artistic currents, knowing how to interpret and communicate to the general public the most innovative movements of the contemporary artistic panorama. Pier Giovanni Castagnoli, also an art critic, offered significant contributions in the field of contemporary art, with particular attention to the Italian scene. His reviews and essays enriched the debate on the evolution of art in Italy and abroad. Germano Celant, a prominent figure in the art world, known for coining the term "Arte Povera", explored the most radical and experimental trends of contemporary art, promoting a critical and innovative vision. Particular attention is now focused on the artistic events that marked the country: an example was the Venice Biennale in 1977. The edition, characterized by a strong political component and attention to the new avant-garde, represented a break with the past, opening new paths for artistic expression. «Repubblica» played a fundamental role in documenting and commenting on the evolution of contemporary art. Through the signatures of its critics, the newspaper offered a platform for discussion and dissemination of new artistic trends. This attentive and critical gaze helped to form a more aware and interested public in contemporary art. The study emphasizes the importance of cultural journalism in documenting and influencing the artistic and social dynamics of the period between the late 1970s and the early 1980s. At the end of the course, the paper presents some reflections, about facts, events and personalities involved, developed during the analysis and the regulation of the articles.
Il lavoro “L’arte contemporanea all’interno delle pagine di «Repubblica»: dal 1976 al 1980”analizza un periodo di grande trasformazione socio-culturale e artistica in Italia, con particolare attenzione rivolta agli anni di piombo. Caratterizzati da un'intensa attività terroristica e da un clima di tensione politica, gli anni di piombo hanno avuto un impatto significativo sulla cultura e sull'arte in Italia. All’interno delle dinamiche socio - culturali, l’arte diventò il mezzo per eccellenza di espressione e denuncia sociale. Fondata nel 1976 da Eugenio Scalfari, «Repubblica» rappresentò un nuovo modo di fare giornalismo in Italia: il quotidiano, seguendo la linea del rigore e della verità, si distinse per l’approccio innovativo e la qualità delle sue firme, che spaziavano dalla politica alla cultura. In poco tempo, «Repubblica» diventò un punto di riferimento per l'opinione pubblica italiana, contribuendo in modo significativo al dibattito culturale e sociale del Paese. Tra gli autori coinvolti nel sistema, Scalfari chiamò a sé Giuliano Briganti, storico dell'arte e critico, autore di innumerevoli articoli dedicati all’arte moderna. Le sue riflessioni segnarono come le tendenze artistiche rispecchiassero le trasformazioni culturali del tempo. Fabrizio d'Amico, critico d'arte, portò sulle pagine di «Repubblica» un'analisi dettagliata delle nuove correnti artistiche emergenti, sapendo interpretare e comunicare al grande pubblico i movimenti più innovativi del panorama artistico contemporaneo. Pier Giovanni Castagnoli, anch'egli critico d'arte, offrì contributi significativi nel campo dell'arte contemporanea, con particolare attenzione alla scena italiana. Le sue recensioni e i suoi saggi arricchirono il dibattito sull'evoluzione dell'arte in Italia e all’estero. Germano Celant, figura di spicco nel mondo dell'arte, noto per aver coniato il termine "Arte Povera", esplorò le tendenze più radicali e sperimentali dell'arte contemporanea, promuovendo una visione critica e innovativa. Particolare attenzione verte ora su gli eventi artistici che segnarono il Paese: un esempio fu la Biennale di Venezia del 1977. L’edizione, caratterizzata da una forte componente politica e da un'attenzione alle nuove avanguardie, rappresentò un momento di rottura con il passato, aprendo nuove strade per l'espressione artistica. «Repubblica» svolse un ruolo fondamentale nel documentare e commentare le evoluzioni dell'arte contemporanea. Attraverso le firme dei suoi critici, il quotidiano offrì una piattaforma per la discussione e la diffusione delle nuove tendenze artistiche. Questo sguardo attento e critico contribuì a formare un pubblico più consapevole e interessato all'arte contemporanea. Lo studio sottolinea l'importanza del giornalismo culturale nel documentare e influenzare le dinamiche artistiche e sociali del periodo compreso tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta. Al termine del percorso, l’elaborato presenta alcune riflessioni, riguardanti fatti, eventi e personalità coinvolte, sviluppatesi durante l’analisi e il regesto degli articoli.
L'Arte contemporanea nelle pagine di «Repubblica»: dal 1976 al 1980
THIONE, CARLOTTA
2023/2024
Abstract
Il lavoro “L’arte contemporanea all’interno delle pagine di «Repubblica»: dal 1976 al 1980”analizza un periodo di grande trasformazione socio-culturale e artistica in Italia, con particolare attenzione rivolta agli anni di piombo. Caratterizzati da un'intensa attività terroristica e da un clima di tensione politica, gli anni di piombo hanno avuto un impatto significativo sulla cultura e sull'arte in Italia. All’interno delle dinamiche socio - culturali, l’arte diventò il mezzo per eccellenza di espressione e denuncia sociale. Fondata nel 1976 da Eugenio Scalfari, «Repubblica» rappresentò un nuovo modo di fare giornalismo in Italia: il quotidiano, seguendo la linea del rigore e della verità, si distinse per l’approccio innovativo e la qualità delle sue firme, che spaziavano dalla politica alla cultura. In poco tempo, «Repubblica» diventò un punto di riferimento per l'opinione pubblica italiana, contribuendo in modo significativo al dibattito culturale e sociale del Paese. Tra gli autori coinvolti nel sistema, Scalfari chiamò a sé Giuliano Briganti, storico dell'arte e critico, autore di innumerevoli articoli dedicati all’arte moderna. Le sue riflessioni segnarono come le tendenze artistiche rispecchiassero le trasformazioni culturali del tempo. Fabrizio d'Amico, critico d'arte, portò sulle pagine di «Repubblica» un'analisi dettagliata delle nuove correnti artistiche emergenti, sapendo interpretare e comunicare al grande pubblico i movimenti più innovativi del panorama artistico contemporaneo. Pier Giovanni Castagnoli, anch'egli critico d'arte, offrì contributi significativi nel campo dell'arte contemporanea, con particolare attenzione alla scena italiana. Le sue recensioni e i suoi saggi arricchirono il dibattito sull'evoluzione dell'arte in Italia e all’estero. Germano Celant, figura di spicco nel mondo dell'arte, noto per aver coniato il termine "Arte Povera", esplorò le tendenze più radicali e sperimentali dell'arte contemporanea, promuovendo una visione critica e innovativa. Particolare attenzione verte ora su gli eventi artistici che segnarono il Paese: un esempio fu la Biennale di Venezia del 1977. L’edizione, caratterizzata da una forte componente politica e da un'attenzione alle nuove avanguardie, rappresentò un momento di rottura con il passato, aprendo nuove strade per l'espressione artistica. «Repubblica» svolse un ruolo fondamentale nel documentare e commentare le evoluzioni dell'arte contemporanea. Attraverso le firme dei suoi critici, il quotidiano offrì una piattaforma per la discussione e la diffusione delle nuove tendenze artistiche. Questo sguardo attento e critico contribuì a formare un pubblico più consapevole e interessato all'arte contemporanea. Lo studio sottolinea l'importanza del giornalismo culturale nel documentare e influenzare le dinamiche artistiche e sociali del periodo compreso tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta. Al termine del percorso, l’elaborato presenta alcune riflessioni, riguardanti fatti, eventi e personalità coinvolte, sviluppatesi durante l’analisi e il regesto degli articoli.File | Dimensione | Formato | |
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