La tesi in oggetto è divisa in due parti: la prima riassume i principali studi sociologici relativi alle dinamiche interazionali umane e al processo di definizione dell'identità, nell'obbiettivo di contestualizzare il nuovo oggetto di studio dell'interazione web 2.0 all'interno di confini e logiche storicamente già ben disegnati e ricondurre così l'innovazione a semplice sviluppo di un processo insito nell'evoluzione della società stessa. S'incontrano così nei primi cinque capitoli: l'Interazionismo Simbolico, prospettiva di studio che fornì spinta all'idea che l'interazione sociale e i significati condivisi siano la base delle interpretazioni individuali del mondo oggettivo e del conseguente processo di costruzione dell'identità soggettiva; gli studi di E. Durkheim e la sue definizioni di coscienza collettiva e individuale; E. Goffman e la metafora drammaturgica della vita come rappresentazione teatrale quotidiana; la teoria dell'individuo di G. Simmel, per cui l'identità del soggetto sarebbe il risultato del binomio d'impulsi emotivi definito dall'ambivalenza fra la tendenza all'imitazione e la ricerca di differenziazione individuale. La seconda parte muove da tali spunti teorici volgendo all'oggi, cercando cioè di spiegare come l'odierna esplosione di nuove forme identitarie e relazionali sia in realtà interpretabile con i medesimi paradigmi del passato. Traendo spunto da contributi di studiosi contemporanei come Bouman e Castells, si arriva a considerare la medialità il mezzo ideale per ricomporre il puzzle che caratterizza l'identità individuale, così da sedare l'antico bisogno d'individualizzazione e affiliazione dell'uomo moderno grazie alle nuove possibilità offerte dai Social Network. Di questi, si evidenziano l'evoluzione e quelle caratteristiche attuali che ne fanno strumento imprescindibile per il cittadino moderno che voglia rendersi protagonista attivo, distinguibile e rispettato nel proprio ambiente sociale. Il focus viene dunque concentrato su Facebook, in un'analisi volta a sottolineare come una tale struttura sociale-virtuale ben si adatti ad essere studiata sotto i presupposti goffmaniani della metafora drammaturgica della rappresentazione dell'Io ad un pubblico esigente. Sarà questi, con le sue reazioni, a definire il dipanarsi della trama della storia messa in scena. A partire quindi dall'evidenza di una trama narrativa soggiacente ogni articolazione esterna del Self, si volge al ¿testo¿ del Social Media un veloce sguardo d'impronta semiotica, mirato a evidenziare come lo studio delle differenze tra i segni che lo compongono, possa sperare di ricavare informazioni utili alla comprensione della natura degli stimoli più viscerali alla base delle diverse espressioni identitarie. Stimoli di solito assimilabili alla fisiologica necessità umana d'integrazione sociale, realizzata attraverso il controllo della reputazione e l'attuazione di sane politiche di promozione di se stessi. Viene pertanto proposta al lettore una lettura di base dei social media scissa da pregiudizi di ordine morale e semplicistici luoghi comuni. Nell'ultimo capitolo, infine, vengono presentati i risultati di una ricerca sperimentale a riprova concreta di quanto affermato: il narcisismo, così come qualsiasi degenerazione da abuso di libero arbitro riscontrabile sui new media, dovrà considerarsi banale e immancabile riproposizione di realtà che caratterizzano tali soggetti a prescindere dalla valvola di sfogo da essi di volta in volta utilizzata.
I Social Network: nuove maschere per antichi copioni
BORIO, GIANLUCA
2010/2011
Abstract
La tesi in oggetto è divisa in due parti: la prima riassume i principali studi sociologici relativi alle dinamiche interazionali umane e al processo di definizione dell'identità, nell'obbiettivo di contestualizzare il nuovo oggetto di studio dell'interazione web 2.0 all'interno di confini e logiche storicamente già ben disegnati e ricondurre così l'innovazione a semplice sviluppo di un processo insito nell'evoluzione della società stessa. S'incontrano così nei primi cinque capitoli: l'Interazionismo Simbolico, prospettiva di studio che fornì spinta all'idea che l'interazione sociale e i significati condivisi siano la base delle interpretazioni individuali del mondo oggettivo e del conseguente processo di costruzione dell'identità soggettiva; gli studi di E. Durkheim e la sue definizioni di coscienza collettiva e individuale; E. Goffman e la metafora drammaturgica della vita come rappresentazione teatrale quotidiana; la teoria dell'individuo di G. Simmel, per cui l'identità del soggetto sarebbe il risultato del binomio d'impulsi emotivi definito dall'ambivalenza fra la tendenza all'imitazione e la ricerca di differenziazione individuale. La seconda parte muove da tali spunti teorici volgendo all'oggi, cercando cioè di spiegare come l'odierna esplosione di nuove forme identitarie e relazionali sia in realtà interpretabile con i medesimi paradigmi del passato. Traendo spunto da contributi di studiosi contemporanei come Bouman e Castells, si arriva a considerare la medialità il mezzo ideale per ricomporre il puzzle che caratterizza l'identità individuale, così da sedare l'antico bisogno d'individualizzazione e affiliazione dell'uomo moderno grazie alle nuove possibilità offerte dai Social Network. Di questi, si evidenziano l'evoluzione e quelle caratteristiche attuali che ne fanno strumento imprescindibile per il cittadino moderno che voglia rendersi protagonista attivo, distinguibile e rispettato nel proprio ambiente sociale. Il focus viene dunque concentrato su Facebook, in un'analisi volta a sottolineare come una tale struttura sociale-virtuale ben si adatti ad essere studiata sotto i presupposti goffmaniani della metafora drammaturgica della rappresentazione dell'Io ad un pubblico esigente. Sarà questi, con le sue reazioni, a definire il dipanarsi della trama della storia messa in scena. A partire quindi dall'evidenza di una trama narrativa soggiacente ogni articolazione esterna del Self, si volge al ¿testo¿ del Social Media un veloce sguardo d'impronta semiotica, mirato a evidenziare come lo studio delle differenze tra i segni che lo compongono, possa sperare di ricavare informazioni utili alla comprensione della natura degli stimoli più viscerali alla base delle diverse espressioni identitarie. Stimoli di solito assimilabili alla fisiologica necessità umana d'integrazione sociale, realizzata attraverso il controllo della reputazione e l'attuazione di sane politiche di promozione di se stessi. Viene pertanto proposta al lettore una lettura di base dei social media scissa da pregiudizi di ordine morale e semplicistici luoghi comuni. Nell'ultimo capitolo, infine, vengono presentati i risultati di una ricerca sperimentale a riprova concreta di quanto affermato: il narcisismo, così come qualsiasi degenerazione da abuso di libero arbitro riscontrabile sui new media, dovrà considerarsi banale e immancabile riproposizione di realtà che caratterizzano tali soggetti a prescindere dalla valvola di sfogo da essi di volta in volta utilizzata.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/113796