L'argomento di questa tesi è principalmente Boris Pahor e il suo libro Necropoli. Nell'accostarmi a questo libro è stato subito chiaro che sono molte le questioni che intervengono nella storia dello scrittore: deportato come italiano in diversi campi di concentramento nazisti, Pahor chiarisce fin da subito e con orgoglio la sua identità slovena. Alla fine della lettura, questi temi molteplici e lo stile di Pahor, così incurante di qualsiasi considerazione spazio-temporale ma allo stesso tempo incisivo e drammatico, mi hanno portato ad avere molti dubbi e a considerare che non avevo compreso fino in fondo il contenuto del libro. Sono iniziate quindi le mie ricerche storiche su quanto è accaduto nel Litorale austriaco all'inizio del Novecento fino alla Prima guerra mondiale, cercando notizie della vicenda etnica tra italiani e sloveni che tanto aveva segnato Pahor. I primi due capitoli sono quindi dedicati alle origini della contrapposizione tra italiani e sloveni, sfociata nella politica di snazionalizzazione fascista, che mi ha permesso di comprendere appieno quali fossero i sentimenti di Pahor nei confronti degli italiani e di leggere con occhi diversi il suo libro. Il terzo capitolo è dedicato a Necropoli, ma se ero riuscita a risolvere le mie perplessità storiche rimanevano comunque le mie difficoltà nell'accostarmi al particolarissimo procedimento narrativo di Pahor. È stato per me immediato e naturale il confronto con Primo Levi, che come Pahor ha subito la deportazione nazista, in quanto ebreo italiano, ma che a differenza sua non ha sottolineato la sua vicenda personale, ponendosi invece come testimone esterno e lasciando l'onere del giudizio ai lettori. Probabilmente per spirito di giustizia, una volta indagato su quanto era successo agli slavi a carico degli italiani, nel quarto capitolo il mio interesse mi ha spinto a cercare informazioni anche sugli accadimenti della Seconda guerra mondiale, che ha visto la contrapposizione tra italiani e sloveni inasprirsi. Era infatti nata la Jugoslavia e si poneva il problema del confine orientale italiano. Qui la storia si intreccia ad avvenimenti politici che avrebbero cambiato il volto dell'Europa, e ai drammi personali di coloro che, come molti italiani, si trovarono improvvisamente in terra straniera. Il quinto capitolo è dedicato quindi all'esodo degli italiani d'Istria e a Biagio Marin, poeta che canta il sentimento di dolore di quanti dovettero lasciare le 4 proprie case ma che vede anche l'origine di tutto ciò, e cioè il fratello che si scaglia contro il fratello dopo aver vissuto uno accanto all'altro per centinaia d'anni. Per quanto riguarda il percorso storico, sono due i libri che mi hanno maggiormente aiutato: Breve storia dell'Istria di Darko Darovec e Dall'impero austro-ungarico alle foibe, scritto da diversi storici, alcuni dei quali, come Raoul Pupo, membri della Commissione storico culturale italo-slovena, che ha tentato trovare una storia condivisa per questi due paesi. Per quanto riguarda invece le testimonianze dei protagonisti della storia, coloro che l'hanno vissuta e subita, sono stati estremamente utili i libri di due autori: da parte slovena il libro di Marta Verginella, Il confine degli altri, da parte italiana il libro di Guido Crainz, Il dolore e l'esilio.

CONFLITTO E VIOLENZA IN NECROPOLI DI PAHOR- letteratura di testimonianza e storie divise

SANTORO, ELENA
2010/2011

Abstract

L'argomento di questa tesi è principalmente Boris Pahor e il suo libro Necropoli. Nell'accostarmi a questo libro è stato subito chiaro che sono molte le questioni che intervengono nella storia dello scrittore: deportato come italiano in diversi campi di concentramento nazisti, Pahor chiarisce fin da subito e con orgoglio la sua identità slovena. Alla fine della lettura, questi temi molteplici e lo stile di Pahor, così incurante di qualsiasi considerazione spazio-temporale ma allo stesso tempo incisivo e drammatico, mi hanno portato ad avere molti dubbi e a considerare che non avevo compreso fino in fondo il contenuto del libro. Sono iniziate quindi le mie ricerche storiche su quanto è accaduto nel Litorale austriaco all'inizio del Novecento fino alla Prima guerra mondiale, cercando notizie della vicenda etnica tra italiani e sloveni che tanto aveva segnato Pahor. I primi due capitoli sono quindi dedicati alle origini della contrapposizione tra italiani e sloveni, sfociata nella politica di snazionalizzazione fascista, che mi ha permesso di comprendere appieno quali fossero i sentimenti di Pahor nei confronti degli italiani e di leggere con occhi diversi il suo libro. Il terzo capitolo è dedicato a Necropoli, ma se ero riuscita a risolvere le mie perplessità storiche rimanevano comunque le mie difficoltà nell'accostarmi al particolarissimo procedimento narrativo di Pahor. È stato per me immediato e naturale il confronto con Primo Levi, che come Pahor ha subito la deportazione nazista, in quanto ebreo italiano, ma che a differenza sua non ha sottolineato la sua vicenda personale, ponendosi invece come testimone esterno e lasciando l'onere del giudizio ai lettori. Probabilmente per spirito di giustizia, una volta indagato su quanto era successo agli slavi a carico degli italiani, nel quarto capitolo il mio interesse mi ha spinto a cercare informazioni anche sugli accadimenti della Seconda guerra mondiale, che ha visto la contrapposizione tra italiani e sloveni inasprirsi. Era infatti nata la Jugoslavia e si poneva il problema del confine orientale italiano. Qui la storia si intreccia ad avvenimenti politici che avrebbero cambiato il volto dell'Europa, e ai drammi personali di coloro che, come molti italiani, si trovarono improvvisamente in terra straniera. Il quinto capitolo è dedicato quindi all'esodo degli italiani d'Istria e a Biagio Marin, poeta che canta il sentimento di dolore di quanti dovettero lasciare le 4 proprie case ma che vede anche l'origine di tutto ciò, e cioè il fratello che si scaglia contro il fratello dopo aver vissuto uno accanto all'altro per centinaia d'anni. Per quanto riguarda il percorso storico, sono due i libri che mi hanno maggiormente aiutato: Breve storia dell'Istria di Darko Darovec e Dall'impero austro-ungarico alle foibe, scritto da diversi storici, alcuni dei quali, come Raoul Pupo, membri della Commissione storico culturale italo-slovena, che ha tentato trovare una storia condivisa per questi due paesi. Per quanto riguarda invece le testimonianze dei protagonisti della storia, coloro che l'hanno vissuta e subita, sono stati estremamente utili i libri di due autori: da parte slovena il libro di Marta Verginella, Il confine degli altri, da parte italiana il libro di Guido Crainz, Il dolore e l'esilio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/113782