The thesis aims to explore behavioral tendencies and attitudes characterizing psychoactive substance consumption contexts, with a particular focus on the Piedmont region, through a qualitative analysis based on the "Stereotype Content Model" (SCM). This research is grounded in reflections developed during an internship in harm reduction and risk mitigation settings, highlighting the need to investigate how prejudice not only targets individuals who use illegal substances but also exists among users within these environments. The first chapter presents the theoretical foundations and practical applications of the SCM in substance consumption contexts. It begins by discussing Gordon Allport's work on stereotypes, defining them as "simplified and rigid generalizations," and introduces Susan Fiske's SCM as a more advanced approach for analyzing social group perceptions. The model focuses on two key dimensions, "warmth" and "competence," which combine to create four main stereotype categories that predict emotional and behavioral reactions. The chapter concludes with a reflection on future applications of the SCM in the field of substance addiction, proposing it as a tool for designing more effective and empathetic interventions aimed at reducing stigma and promoting social reintegration for individuals with substance use disorders. The second chapter delves into the theme of drug addiction, exploring definitions, social discrimination, diagnosis, and differences in treatment approaches between Italy and other European countries. It highlights the complexity and diversity of addiction, the influence of social and psychological factors, and discusses social stigma and discrimination, particularly through classist and racist lenses. Furthermore, it examines the DSM-5's approach to substance use disorders and compares treatment pathways across Europe, noting Italy's regional disparities and the challenges posed by limited resources, particularly in harm reduction services. The third chapter investigates social perceptions of psychoactive substance users, with a specific focus on the distinction between synthetic and natural substance users. Using Fiske's model, the study examines how these groups are perceived along the dimensions of warmth and competence, with the aim of understanding internal group (ingroup) prejudices. The chapter underscores the need for better understanding of these dynamics to enhance services and reduce stigmatization. The final chapter discusses harm reduction strategies and challenges in substance consumption contexts, with particular focus on the Neutravel project, an innovative intervention model in nightlife settings. The role of social workers in these interventions is highlighted, emphasizing the importance of a non-judgmental and empathetic approach, as well as the crucial contribution of peer operators. The thesis concludes by addressing the practical challenges and strategies for reducing prejudice and stigma in these contexts, drawing on the author's professional experiences to deepen the understanding of the issues at hand.

Il lavoro di tesi si propone di esplorare, attraverso un'analisi qualitativa basata sul "Stereotype Content Model" (SCM), alcune dinamiche comportamentali e atteggiamenti che caratterizzano i contesti di consumo di sostanze psicoattive, con particolare attenzione al territorio piemontese. La ricerca nasce dalle riflessioni maturate durante il tirocinio in ambiti legati alla riduzione del danno e alla limitazione dei rischi, evidenziando l'esigenza di approfondire come il pregiudizio non sia rivolto solo verso chi fa uso di sostanze illegali, ma anche tra gli stessi frequentatori di questi ambienti. Il primo capitolo esamina le basi teoriche e le applicazioni pratiche dello SCM nei contesti di consumo di sostanze, partendo dal concetto di stereotipo elaborato da Gordon Allport, che lo definisce come una "generalizzazione semplificata e rigida". Successivamente, viene introdotto il modello sviluppato da Susan Fiske e colleghi, il quale si basa su due dimensioni fondamentali, "calore" e "competenza", che permettono di classificare gli stereotipi in quattro categorie principali. Queste categorie consentono di prevedere le reazioni emotive e comportamentali verso diversi gruppi sociali. Il capitolo si conclude con una riflessione sulle possibili applicazioni future del modello nel campo delle dipendenze, suggerendo nuove prospettive per ridurre lo stigma e migliorare la reintegrazione sociale degli individui con dipendenze. Il secondo capitolo introduce il tema della tossicodipendenza, esplorando definizioni, discriminazione sociale, diagnosi e le differenze nei percorsi di cura tra l'Italia e altri Paesi europei. Si evidenzia come il concetto di tossicodipendenza sia spesso frainteso e generalizzato, ponendo l’accento sul fatto che sostanze legali, come alcol e caffeina, pur essendo socialmente accettate, hanno effetti potenzialmente dannosi. Viene inoltre approfondito l'influsso del contesto sociale e psicologico sull'effetto delle sostanze, secondo la teoria di Norman Zinberg su "Drug, set e setting". Il capitolo esamina anche la diagnosi delle dipendenze secondo il DSM-5, confrontando i percorsi di cura italiani con quelli di altri Paesi, e analizza il ruolo delle ONG e delle risorse pubbliche nei servizi di trattamento. Il terzo capitolo indaga le percezioni sociali dei consumatori di sostanze psicoattive, concentrandosi sulla distinzione tra utilizzatori di sostanze sintetiche e naturali. Lo studio, basato sul modello di Fiske, esamina come questi gruppi siano percepiti rispetto alle dimensioni di "calore" e "competenza", con l'obiettivo di esplorare i pregiudizi interni al gruppo stesso (ingroup), un fenomeno ancora poco studiato. L'analisi di queste dinamiche si rivela cruciale per migliorare i servizi rivolti ai consumatori e ridurre la stigmatizzazione. Infine, il quarto capitolo si focalizza sulle strategie e le sfide legate agli interventi di riduzione del danno nei contesti di consumo, con particolare attenzione al progetto Neutravel, un modello innovativo nei contesti del divertimento notturno. Si esplora il ruolo fondamentale dell'assistente sociale, il cui compito è garantire un servizio empatico e non giudicante, e l'importanza dell'operatore pari (peer operator), che, grazie alla sua esperienza diretta, contribuisce a combattere i pregiudizi nei confronti dei consumatori.

Analisi del pregiudizio all'interno dei contesti di consumo di sostanze psicoattive attraverso lo "Stereotype Content Model"

CIUFFREDA, LUCA
2023/2024

Abstract

Il lavoro di tesi si propone di esplorare, attraverso un'analisi qualitativa basata sul "Stereotype Content Model" (SCM), alcune dinamiche comportamentali e atteggiamenti che caratterizzano i contesti di consumo di sostanze psicoattive, con particolare attenzione al territorio piemontese. La ricerca nasce dalle riflessioni maturate durante il tirocinio in ambiti legati alla riduzione del danno e alla limitazione dei rischi, evidenziando l'esigenza di approfondire come il pregiudizio non sia rivolto solo verso chi fa uso di sostanze illegali, ma anche tra gli stessi frequentatori di questi ambienti. Il primo capitolo esamina le basi teoriche e le applicazioni pratiche dello SCM nei contesti di consumo di sostanze, partendo dal concetto di stereotipo elaborato da Gordon Allport, che lo definisce come una "generalizzazione semplificata e rigida". Successivamente, viene introdotto il modello sviluppato da Susan Fiske e colleghi, il quale si basa su due dimensioni fondamentali, "calore" e "competenza", che permettono di classificare gli stereotipi in quattro categorie principali. Queste categorie consentono di prevedere le reazioni emotive e comportamentali verso diversi gruppi sociali. Il capitolo si conclude con una riflessione sulle possibili applicazioni future del modello nel campo delle dipendenze, suggerendo nuove prospettive per ridurre lo stigma e migliorare la reintegrazione sociale degli individui con dipendenze. Il secondo capitolo introduce il tema della tossicodipendenza, esplorando definizioni, discriminazione sociale, diagnosi e le differenze nei percorsi di cura tra l'Italia e altri Paesi europei. Si evidenzia come il concetto di tossicodipendenza sia spesso frainteso e generalizzato, ponendo l’accento sul fatto che sostanze legali, come alcol e caffeina, pur essendo socialmente accettate, hanno effetti potenzialmente dannosi. Viene inoltre approfondito l'influsso del contesto sociale e psicologico sull'effetto delle sostanze, secondo la teoria di Norman Zinberg su "Drug, set e setting". Il capitolo esamina anche la diagnosi delle dipendenze secondo il DSM-5, confrontando i percorsi di cura italiani con quelli di altri Paesi, e analizza il ruolo delle ONG e delle risorse pubbliche nei servizi di trattamento. Il terzo capitolo indaga le percezioni sociali dei consumatori di sostanze psicoattive, concentrandosi sulla distinzione tra utilizzatori di sostanze sintetiche e naturali. Lo studio, basato sul modello di Fiske, esamina come questi gruppi siano percepiti rispetto alle dimensioni di "calore" e "competenza", con l'obiettivo di esplorare i pregiudizi interni al gruppo stesso (ingroup), un fenomeno ancora poco studiato. L'analisi di queste dinamiche si rivela cruciale per migliorare i servizi rivolti ai consumatori e ridurre la stigmatizzazione. Infine, il quarto capitolo si focalizza sulle strategie e le sfide legate agli interventi di riduzione del danno nei contesti di consumo, con particolare attenzione al progetto Neutravel, un modello innovativo nei contesti del divertimento notturno. Si esplora il ruolo fondamentale dell'assistente sociale, il cui compito è garantire un servizio empatico e non giudicante, e l'importanza dell'operatore pari (peer operator), che, grazie alla sua esperienza diretta, contribuisce a combattere i pregiudizi nei confronti dei consumatori.
ITA
The thesis aims to explore behavioral tendencies and attitudes characterizing psychoactive substance consumption contexts, with a particular focus on the Piedmont region, through a qualitative analysis based on the "Stereotype Content Model" (SCM). This research is grounded in reflections developed during an internship in harm reduction and risk mitigation settings, highlighting the need to investigate how prejudice not only targets individuals who use illegal substances but also exists among users within these environments. The first chapter presents the theoretical foundations and practical applications of the SCM in substance consumption contexts. It begins by discussing Gordon Allport's work on stereotypes, defining them as "simplified and rigid generalizations," and introduces Susan Fiske's SCM as a more advanced approach for analyzing social group perceptions. The model focuses on two key dimensions, "warmth" and "competence," which combine to create four main stereotype categories that predict emotional and behavioral reactions. The chapter concludes with a reflection on future applications of the SCM in the field of substance addiction, proposing it as a tool for designing more effective and empathetic interventions aimed at reducing stigma and promoting social reintegration for individuals with substance use disorders. The second chapter delves into the theme of drug addiction, exploring definitions, social discrimination, diagnosis, and differences in treatment approaches between Italy and other European countries. It highlights the complexity and diversity of addiction, the influence of social and psychological factors, and discusses social stigma and discrimination, particularly through classist and racist lenses. Furthermore, it examines the DSM-5's approach to substance use disorders and compares treatment pathways across Europe, noting Italy's regional disparities and the challenges posed by limited resources, particularly in harm reduction services. The third chapter investigates social perceptions of psychoactive substance users, with a specific focus on the distinction between synthetic and natural substance users. Using Fiske's model, the study examines how these groups are perceived along the dimensions of warmth and competence, with the aim of understanding internal group (ingroup) prejudices. The chapter underscores the need for better understanding of these dynamics to enhance services and reduce stigmatization. The final chapter discusses harm reduction strategies and challenges in substance consumption contexts, with particular focus on the Neutravel project, an innovative intervention model in nightlife settings. The role of social workers in these interventions is highlighted, emphasizing the importance of a non-judgmental and empathetic approach, as well as the crucial contribution of peer operators. The thesis concludes by addressing the practical challenges and strategies for reducing prejudice and stigma in these contexts, drawing on the author's professional experiences to deepen the understanding of the issues at hand.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/113662