Law 180/1978 marked a turning point in the history of Italian psychiatry, leading to the closure of asylums and promoting the transition from a treatment based on coercion, depersonalization, and containment to community care. The thesis aims to explore the optimistic and tolerant cultural context that led to the promulgation of the law, with particular attention to the figure of Franco Basaglia, a psychiatrist who fought for the implementation of the reform, ensuring that the mentally ill were treated with the same respect and dignity as those suffering from physical illnesses. The thesis questions what remains of Law 180 more than forty years after its implementation, evaluating whether it has achieved its ideological goals. Despite significant progress, the implementation of the reform has faced many difficulties that have prevented its full application. These include changes in the socio-cultural context, the devaluation of psychiatry by folk psychiatry, differing sensitivity to Basaglia`s ideas among psychiatric facility administrators, and the progressive decrease in human resources in the current psychiatric services structure. A promising aspect of Law 180 was the reduction of the stigma associated with mental illness, but this has not been fully realized, probably because such a change cannot be achieved solely through legislation. What has changed, however, is the conception of the mentally ill as intrinsically dangerous: before the reform, psychiatric patients were feared as unpredictable, violent, and risky, but today this association has diminished. The thesis concludes that, although Law 180 initiated an important change in Italian psychiatry, there are still critical challenges to fully realizing its principles. The aim is thus to propose a critical reflection on the past and present of Italian psychiatry.
La Legge 180 del 1978 ha segnato un punto di svolta nella storia della psichiatria italiana, portando alla chiusura dei manicomi e promuovendo la transizione da un trattamento terapeutico fondato su coercizione, spersonalizzazione e contenzione a una reale cura dei pazienti in comunità. Scopo della tesi è quello di esplorare il contesto culturale ottimista e tollerante che ha condotto alla promulgazione della legge, con particolare attenzione alla figura di Franco Basaglia, psichiatra che si è battuto per la realizzazione della riforma, affinché i folli iniziassero ad essere trattati con rispetto e con la stessa dignità riservata a chi soffre di una malattia di natura fisica. La tesi si interroga su cosa sia rimasto della Legge 180 a oltre quarant'anni dalla sua attuazione, valutando se essa abbia raggiunto i suoi obiettivi ideologici. Nonostante i significativi progressi, l’implementazione della riforma ha incontrato diverse difficoltà che ne hanno impedito una piena applicazione; tra queste, il mutamento del contesto socioculturale, la svalutazione della psichiatria operata dalla folk psychiatry, la diversa sensibilità al pensiero di Basaglia da parte degli amministratori delle strutture psichiatriche e la progressiva diminuzione di risorse umane nell’attuale assetto dei servizi psichiatrici. Un aspetto promettente della Legge 180 sembrava essere la riduzione dello stigma associato alla malattia mentale, ma questo non si è realizzato, probabilmente perché un cambiamento di questo tipo non può essere attuato semplicemente da una normativa. Ciò che è mutato, però, è la concezione del folle come intrinsecamente pericoloso: se prima della riforma, il paziente psichiatrico era temuto in quanto imprevedibile, violento e rischioso, oggi questa associazione viene meno. La tesi conclude che, sebbene la Legge 180 abbia avviato un cambiamento significativo nella psichiatria italiana, permangono sfide rilevanti per una piena realizzazione dei suoi principi. L’intento è dunque proporre una riflessione critica sul passato e sul presente della psichiatria italiana.
Dalla custodia alla cura: la Legge 180 e la fine della logica manicomiale in Italia
ROBALDO, ARIANNA
2023/2024
Abstract
La Legge 180 del 1978 ha segnato un punto di svolta nella storia della psichiatria italiana, portando alla chiusura dei manicomi e promuovendo la transizione da un trattamento terapeutico fondato su coercizione, spersonalizzazione e contenzione a una reale cura dei pazienti in comunità. Scopo della tesi è quello di esplorare il contesto culturale ottimista e tollerante che ha condotto alla promulgazione della legge, con particolare attenzione alla figura di Franco Basaglia, psichiatra che si è battuto per la realizzazione della riforma, affinché i folli iniziassero ad essere trattati con rispetto e con la stessa dignità riservata a chi soffre di una malattia di natura fisica. La tesi si interroga su cosa sia rimasto della Legge 180 a oltre quarant'anni dalla sua attuazione, valutando se essa abbia raggiunto i suoi obiettivi ideologici. Nonostante i significativi progressi, l’implementazione della riforma ha incontrato diverse difficoltà che ne hanno impedito una piena applicazione; tra queste, il mutamento del contesto socioculturale, la svalutazione della psichiatria operata dalla folk psychiatry, la diversa sensibilità al pensiero di Basaglia da parte degli amministratori delle strutture psichiatriche e la progressiva diminuzione di risorse umane nell’attuale assetto dei servizi psichiatrici. Un aspetto promettente della Legge 180 sembrava essere la riduzione dello stigma associato alla malattia mentale, ma questo non si è realizzato, probabilmente perché un cambiamento di questo tipo non può essere attuato semplicemente da una normativa. Ciò che è mutato, però, è la concezione del folle come intrinsecamente pericoloso: se prima della riforma, il paziente psichiatrico era temuto in quanto imprevedibile, violento e rischioso, oggi questa associazione viene meno. La tesi conclude che, sebbene la Legge 180 abbia avviato un cambiamento significativo nella psichiatria italiana, permangono sfide rilevanti per una piena realizzazione dei suoi principi. L’intento è dunque proporre una riflessione critica sul passato e sul presente della psichiatria italiana.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/113585