The aim of this report is to analyze the interactions between wild and domestic ruminants in the mountain pasture in the Alps, because the new European regulations reintroduce the free-range system. The present work has been carried out through the analysis of a bibliographical collection, dealing with the current systems and the future perspectives in Italy and abroad. It's important to know the feeding of wild ungulates to understand if, when domestic ones are on pasture in highland, can be a competition for the presence of the limited resources. In the half of 80s, Hofmann classified ruminants in three feeding categories. The roe deer (Capreolus capreolus) is a concentrate selector; it eats feeds rich of proteins, fats and soluble carbohydrates of cellular content. The red deer (Cervus elaphus) is an intermediate ruminant, while sheep and the cattle are roughage eaters, that eat feed rich of fiber, concentrated in cellular walls. The feeding category influences not only the behavior, but also differences of mouth and digestive system. The space and feeding interactions has been analyzed from a study of the Department of Animals Sciences of the University of Milan in Val Fontana (Italian Central Alps). It has been observed that wild and domestic ruminants occupied different altitudes on mountain pasture. In the areas of the study, the domestic ruminants usually graze in flat and open areas under 1700 m; the roe deer remains in areas under 1800 m, while red deer and chamois are present in all studied areas. The space and feeding overlap especially occurs during September when the diet is similar and when the resources are limited. The diets are similar between roe deer and goats, but not seems to be an effective competition because roe deer grazes very rarely accessible areas from the domestic animals. The continuous presence of ruminants can determine vegetation' damages: wild ruminants rub their foreheads and antlers against trees' barks. An excessive barking can have destructive effects on tree and the protracted grazing of buds stops plants growth. In the study areas the domestic ruminants have ate buds of Larix sp. and Alnus sp.. The impact on the other arboreal species has been more limited since domestic ruminants rarely graze wooded areas. The damages are mainly determinated by the sheep badly managed in mountain pasture, which browse not only the grass but also the small shrubs. The impact has decidedly limited in the areas only used from the wild ruminants. The meeting between wild and domestic ruminants can cause the transmission of diseases, which are important to know to preserve the sanitary status of the animals. Among the bacterial diseases, it is worth mentioning brucellosis (caused by Brucella abortus), tuberculosis (caused by Mycobacterium bovis) and keratoconjunctivitis (caused by Mycoplasma conjunctivae); among the viral diseases, foot-and-mouth disease (caused by Aphtae epizooticae). On pasture, ruminants can also contract diseases caused by mites (e.g., Sarcoptic mange) and by pulmonary and gastrointestinal helminthes. Currently, the application of the wild breeding has determined genetic mixing and cases of mortality from predation, forcing herdsmen to realize fences to protect their animals. The feeding and spatial interactions between wild and domestic ruminants on pastures should be managed to promote the collaboration between the various professional categories presents in the territory.
Lo scopo della relazione è stato quello di analizzare le interazioni tra ungulati selvatici e domestici in alpeggio, in relazione ai nuovi regolamenti europei che ripropongono l'allevamento brado e semibrado. L'indagine analizza alcuni lavori scientifici sull'argomento, realizzati in Italia e all'estero, riguardanti le prospettive future di tali attività zootecniche. Tra le problematiche di ordine generale è importante conoscere le modalità alimentari degli ungulati selvatici per poter comprendere se il raggiungimento dei capi domestici delle quote superiori, possa portare ad una competizione per una minor disponibilità di cibo per effetto della stagione di pascolo. In uno studio effettuato a metà degli anni '80 Hofmann distinse i ruminanti in tre categorie alimentari. Il capriolo (Capreolus capreolus) è un selettore di concentrati che si nutre di alimenti ricchi di proteine, grassi e carboidrati solubili, presenti maggiormente nel contenuto cellulare. Il cervo (Cervus elaphus) è invece un pascolatore intermedio; la vacca e la pecora, infine, sono ruminanti che si nutrono di alimenti ricchi di fibre, concentrate nelle pareti cellulari. L' alimentazione influenza non solo il loro comportamento, ma anche differenze a livello dell'apparato boccale, digerente e intestinale. L'analisi delle interazioni spaziali e alimentari è stata effettuata con uno studio realizzato in Val Fontana (So) dal Dipartimento di Scienze Animali dell'Università di Milano. Gli Autori della ricerca hanno osservato che i ruminanti domestici e selvatici si dispongono a diverse quote sull'alpeggio. I domestici tendono a rimanere in aree pianeggianti e aperte sotto i 1700 m; i caprioli si stanziano al di sotto dei 1800 m, mentre i cervi e i camosci sono presenti in tutta l'area studio. La sovrapposizione spaziale e alimentare si verifica quando le abitudini alimentari sono simili, quando il pascolamento avviene nel periodo di settembre e le risorse incominciano a scarseggiare. La dieta è similare tra caprioli e capre ma non sembra che ciò provochi competizione poiché il capriolo tende a pascolare aree raramente accessibili dagli animali domestici. La presenza continua degli ungulati può provocare danni alla vegetazione: i fregoni, lo scortecciamento e l'eccessiva brucatura dei germogli possono limitare la crescita o indurre anche la morte delle piante stesse. Alcuni danni sono determinati dall'azione di pecore mal gestite in alpeggio che, oltre a pascolare, brucano anche arbusti. Infine la copresenza in alpeggio di ungulati domestici e selvatici può rendere facile la trasmissione di malattie, da considerare attentamente per preservare lo status sanitario degli animali. Tra queste è possibile ricordare malattie batteriche quali la brucellosi, la tubercolosi bovina e la cheratocongiuntivite, come anche malattie di origine virale quali l'afta epizootica. E' possibile anche contrarre malattie causate da acari come la rogna sarcoptica e da elminti, che provocano parassitosi polmonari e gastrointestinali. L'allevamento semibrado di greggi e mandrie in alpeggio ha determinato problemi di inquinamento genetico e fenomeni di mortalità per predazione, rendendo necessaria la realizzazione di recinti per la difesa degli animali. Le interazioni spaziali e alimentari sono dunque aspetti che devono essere affrontati per gestire, nel miglior modo possibile, i pascoli; per questo è necessario promuovere la collaborazione tra le diverse categorie di operatori del territorio.
Ungulati domestici e ungulati selvatici in ambiente alpino: interazioni spaziali ed alimentari.
COSTA, ELISABETTA
2010/2011
Abstract
Lo scopo della relazione è stato quello di analizzare le interazioni tra ungulati selvatici e domestici in alpeggio, in relazione ai nuovi regolamenti europei che ripropongono l'allevamento brado e semibrado. L'indagine analizza alcuni lavori scientifici sull'argomento, realizzati in Italia e all'estero, riguardanti le prospettive future di tali attività zootecniche. Tra le problematiche di ordine generale è importante conoscere le modalità alimentari degli ungulati selvatici per poter comprendere se il raggiungimento dei capi domestici delle quote superiori, possa portare ad una competizione per una minor disponibilità di cibo per effetto della stagione di pascolo. In uno studio effettuato a metà degli anni '80 Hofmann distinse i ruminanti in tre categorie alimentari. Il capriolo (Capreolus capreolus) è un selettore di concentrati che si nutre di alimenti ricchi di proteine, grassi e carboidrati solubili, presenti maggiormente nel contenuto cellulare. Il cervo (Cervus elaphus) è invece un pascolatore intermedio; la vacca e la pecora, infine, sono ruminanti che si nutrono di alimenti ricchi di fibre, concentrate nelle pareti cellulari. L' alimentazione influenza non solo il loro comportamento, ma anche differenze a livello dell'apparato boccale, digerente e intestinale. L'analisi delle interazioni spaziali e alimentari è stata effettuata con uno studio realizzato in Val Fontana (So) dal Dipartimento di Scienze Animali dell'Università di Milano. Gli Autori della ricerca hanno osservato che i ruminanti domestici e selvatici si dispongono a diverse quote sull'alpeggio. I domestici tendono a rimanere in aree pianeggianti e aperte sotto i 1700 m; i caprioli si stanziano al di sotto dei 1800 m, mentre i cervi e i camosci sono presenti in tutta l'area studio. La sovrapposizione spaziale e alimentare si verifica quando le abitudini alimentari sono simili, quando il pascolamento avviene nel periodo di settembre e le risorse incominciano a scarseggiare. La dieta è similare tra caprioli e capre ma non sembra che ciò provochi competizione poiché il capriolo tende a pascolare aree raramente accessibili dagli animali domestici. La presenza continua degli ungulati può provocare danni alla vegetazione: i fregoni, lo scortecciamento e l'eccessiva brucatura dei germogli possono limitare la crescita o indurre anche la morte delle piante stesse. Alcuni danni sono determinati dall'azione di pecore mal gestite in alpeggio che, oltre a pascolare, brucano anche arbusti. Infine la copresenza in alpeggio di ungulati domestici e selvatici può rendere facile la trasmissione di malattie, da considerare attentamente per preservare lo status sanitario degli animali. Tra queste è possibile ricordare malattie batteriche quali la brucellosi, la tubercolosi bovina e la cheratocongiuntivite, come anche malattie di origine virale quali l'afta epizootica. E' possibile anche contrarre malattie causate da acari come la rogna sarcoptica e da elminti, che provocano parassitosi polmonari e gastrointestinali. L'allevamento semibrado di greggi e mandrie in alpeggio ha determinato problemi di inquinamento genetico e fenomeni di mortalità per predazione, rendendo necessaria la realizzazione di recinti per la difesa degli animali. Le interazioni spaziali e alimentari sono dunque aspetti che devono essere affrontati per gestire, nel miglior modo possibile, i pascoli; per questo è necessario promuovere la collaborazione tra le diverse categorie di operatori del territorio.File | Dimensione | Formato | |
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