Lo Sbarco in Normandia è stato sicuramente un momento chiave nel Secondo conflitto mondiale, ma la sua importanza non si riduce al solo valore strategico e militare. Dal 6 giugno fino ai giorni nostri, infatti, l’operazione è stata ricevuta e commemorata in vari modi all’interno dei diversi paesi coinvolti nella guerra, sia che avessero preso parte allo sbarco sia che fossero impegnati su altri fronti, anche opposti. Per gli alleati, particolarmente gli Stati Uniti e il Regno Unito, la ricezione e la commemorazione del D-Day hanno assunto le forme del mito. In paesi che ebbero un ruolo minore, seppur importante, come il Canada, o la Francia, in ragione del fatto che si trattava pur sempre di un paese invaso, ha assunto significati meno forti e per forza di cose diversi. La storiografia sovietica dal canto suo ha spesso minimizzato, non senza ragioni, il valore determinante dello sbarco nella lotta contro il nazifascismo, preferendo sottolineare il suo ruolo nella “grande guerra patriottica”. Durante il conflitto fu chiaro alle parti che le sorti della guerra, e le scelte strategiche, avrebbero definito i futuri equilibri mondiali. Porsi come il paese che aveva dato il contributo determinante alla sconfitta dell’Asse sarebbe stato fonte di legittimazione sia interna che esterna per le grandi potenze durante la Guerra fredda. Quindi lo sbarco non riguarda solo coloro che vi presero parte attivamente ma anche i paesi che ne ricevettero la notizia senza essere direttamente coinvolti. Per questa ragione si ritiene interessante analizzare come sia stato ricevuto e rappresentato lo sbarco in Italia, anche in virtù della complessa situazione interna. Al momento dello sbarco, nel paese erano presenti gli Alleati, la Corona, i tedeschi, la Repubblica Sociale e le forze del Comitato di Liberazione Nazionale. Questo lavoro si concentra sui giornali italiani più diffusi all’epoca, scegliendone alcuni tra i più rilevanti presenti nel Sud liberato, nel Centro, dove la situazione era in radicale mutamento, e al Nord, ancora controllato dai tedeschi con l’aiuto dei repubblichini.
La rappresentazione e la narrazione dello sbarco in Normandia sulla stampa quotidiana italiana dell'epoca.
LACHELLO, PIETRO MARIA
2023/2024
Abstract
Lo Sbarco in Normandia è stato sicuramente un momento chiave nel Secondo conflitto mondiale, ma la sua importanza non si riduce al solo valore strategico e militare. Dal 6 giugno fino ai giorni nostri, infatti, l’operazione è stata ricevuta e commemorata in vari modi all’interno dei diversi paesi coinvolti nella guerra, sia che avessero preso parte allo sbarco sia che fossero impegnati su altri fronti, anche opposti. Per gli alleati, particolarmente gli Stati Uniti e il Regno Unito, la ricezione e la commemorazione del D-Day hanno assunto le forme del mito. In paesi che ebbero un ruolo minore, seppur importante, come il Canada, o la Francia, in ragione del fatto che si trattava pur sempre di un paese invaso, ha assunto significati meno forti e per forza di cose diversi. La storiografia sovietica dal canto suo ha spesso minimizzato, non senza ragioni, il valore determinante dello sbarco nella lotta contro il nazifascismo, preferendo sottolineare il suo ruolo nella “grande guerra patriottica”. Durante il conflitto fu chiaro alle parti che le sorti della guerra, e le scelte strategiche, avrebbero definito i futuri equilibri mondiali. Porsi come il paese che aveva dato il contributo determinante alla sconfitta dell’Asse sarebbe stato fonte di legittimazione sia interna che esterna per le grandi potenze durante la Guerra fredda. Quindi lo sbarco non riguarda solo coloro che vi presero parte attivamente ma anche i paesi che ne ricevettero la notizia senza essere direttamente coinvolti. Per questa ragione si ritiene interessante analizzare come sia stato ricevuto e rappresentato lo sbarco in Italia, anche in virtù della complessa situazione interna. Al momento dello sbarco, nel paese erano presenti gli Alleati, la Corona, i tedeschi, la Repubblica Sociale e le forze del Comitato di Liberazione Nazionale. Questo lavoro si concentra sui giornali italiani più diffusi all’epoca, scegliendone alcuni tra i più rilevanti presenti nel Sud liberato, nel Centro, dove la situazione era in radicale mutamento, e al Nord, ancora controllato dai tedeschi con l’aiuto dei repubblichini. File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/113394