L'elaborato si propone di raccogliere e riordinare una parte della critica scritta su Francis Bacon, in un periodo che va dalla sua prima presenza in Italia alla Biennale di Venezia del 1954, fino alla personale alla Galleria Il Milione di Milano del 1972. L'interesse è stato volto non soltanto ai testi presenti nei cataloghi delle esposizioni personali e collettive, ma anche gli articoli dei critici pubblicati sui quotidiani e sulle riviste di settore e non. Nell'ambito della ricerca sono state analizzate le esposizioni partendo da una prima ricostruzione fatta da Maurizio Fagiolo dell'Arco (Cfr. M. Fagiolo dell'Arco, "Apparizione quasi medianica. Francis Bacon in Italia, 1954-1965", in "Marlene Dumas, Francis Bacon", Charta 1995), a cui è stata integrata un'analisi delle fonti stampate e la ricerca bibliografica e d'archivio. In particolare, è stata ricostruita la mostra presso la galleria romana Iolas-Galatea del 1970, di cui non esiste catalogo ed è stato quindi ricostruito grazie agli articoli di giornale conservati presso l'ASAC di Venezia. Inoltre, è stato dato spazio alla retrospettiva dedicata all'artista nel 1962 presso la Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino, dove oltre agli articoli di critica si sono analizzati i documenti d'archivio riportando la corrispondenza tra il direttore Vittorio Viale e i galleristi della Marlborough Gallery, compresa quella per il tentativo di acquisto dell'opera "Autoritratto" (1956) dell'artista, e la corrispondenza con i prestatori delle opere che sarebbero state esibite solo a Torino. La seconda parte dell'elaborato presenta una serie di schede di opere di artisti italiani che, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, guardarono a Francis Bacon come modello, rielaborandolo in gradi diversi. Si propongono opere dei torinesi Soffiantino, Ruggeri, Saroni e Pistoletto, del bolognese Vacchi, dei milanesi Adami, Ferroni, Recalcati, del cesenate Sughi, del siciliano Guccione e dei romani Quattrucci e Vespignani; gli artisti sono stati ordinati non solo a livello di origine geografica ma anche grado di rielaborazione e conoscenza dell'opera di Bacon. Le opere proposte provengono tutte da cataloghi di mostre coeve col periodo analizzato, o di retrospettive postume nel caso di quadri considerabili come casi eccezionali. A contribuire alla realizzazione delle schede sono stati i documenti raccolti presso l'ASAC, i testi della critica su cataloghi e stampa (in alcuni casi messi a disposizione online dagli archivi degli artisti) e la comparazione di questi con la critica di Bacon. Il risultato è una serie di esempi dei diversi modi in cui Bacon ha influenzato due generazioni di pittori italiani in un periodo tra Informale, Pop Art e la crisi del Realismo.

"L'urlo e la gloria": episodi della fortuna critica evisiva di Francis Bacon in Italia 1954-1972

BRONZELLINO, PAOLO
2023/2024

Abstract

L'elaborato si propone di raccogliere e riordinare una parte della critica scritta su Francis Bacon, in un periodo che va dalla sua prima presenza in Italia alla Biennale di Venezia del 1954, fino alla personale alla Galleria Il Milione di Milano del 1972. L'interesse è stato volto non soltanto ai testi presenti nei cataloghi delle esposizioni personali e collettive, ma anche gli articoli dei critici pubblicati sui quotidiani e sulle riviste di settore e non. Nell'ambito della ricerca sono state analizzate le esposizioni partendo da una prima ricostruzione fatta da Maurizio Fagiolo dell'Arco (Cfr. M. Fagiolo dell'Arco, "Apparizione quasi medianica. Francis Bacon in Italia, 1954-1965", in "Marlene Dumas, Francis Bacon", Charta 1995), a cui è stata integrata un'analisi delle fonti stampate e la ricerca bibliografica e d'archivio. In particolare, è stata ricostruita la mostra presso la galleria romana Iolas-Galatea del 1970, di cui non esiste catalogo ed è stato quindi ricostruito grazie agli articoli di giornale conservati presso l'ASAC di Venezia. Inoltre, è stato dato spazio alla retrospettiva dedicata all'artista nel 1962 presso la Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino, dove oltre agli articoli di critica si sono analizzati i documenti d'archivio riportando la corrispondenza tra il direttore Vittorio Viale e i galleristi della Marlborough Gallery, compresa quella per il tentativo di acquisto dell'opera "Autoritratto" (1956) dell'artista, e la corrispondenza con i prestatori delle opere che sarebbero state esibite solo a Torino. La seconda parte dell'elaborato presenta una serie di schede di opere di artisti italiani che, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, guardarono a Francis Bacon come modello, rielaborandolo in gradi diversi. Si propongono opere dei torinesi Soffiantino, Ruggeri, Saroni e Pistoletto, del bolognese Vacchi, dei milanesi Adami, Ferroni, Recalcati, del cesenate Sughi, del siciliano Guccione e dei romani Quattrucci e Vespignani; gli artisti sono stati ordinati non solo a livello di origine geografica ma anche grado di rielaborazione e conoscenza dell'opera di Bacon. Le opere proposte provengono tutte da cataloghi di mostre coeve col periodo analizzato, o di retrospettive postume nel caso di quadri considerabili come casi eccezionali. A contribuire alla realizzazione delle schede sono stati i documenti raccolti presso l'ASAC, i testi della critica su cataloghi e stampa (in alcuni casi messi a disposizione online dagli archivi degli artisti) e la comparazione di questi con la critica di Bacon. Il risultato è una serie di esempi dei diversi modi in cui Bacon ha influenzato due generazioni di pittori italiani in un periodo tra Informale, Pop Art e la crisi del Realismo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/113324