OBJECTIVE. The aim of this study was to describe the clinical experience in a tertiary obstetric center, specifically in the management of patients with one or more abdominal masses diagnosed during pregnancy. The assessment of surgical procedures, complications during pregnancy and data on delivery can indeed be useful in managing following similar cases, in the absence of a diriment literature, as well as in structuring an appropriate counseling for the patient. METHODS. A retrospective study was carried out on 399 patients, discharged between January 2010 and December 2020 with a diagnosis of an abdominal mass detected during pregnancy. Features of patients and masses, clinical presentation, obstetric and non-obstetric complications during pregnancy, non-obstetric surgery (if carried out), and data on delivery and fetus (if live born) were all collected. Primary outcome was the rate of non-operative vaginal delivery. Ancillary outcomes were: non-obstetric surgery; adverse events in pregnancy (spontaneous abortion, stillbirth, intrauterine growth restriction - IUGR, pPROM); risk of postpartum hemorrhage. A comparison was made with a concurrent cohort of 999 pregnant patients with a negative history of pathologies. RESULTS. The most frequently diagnosed masses were leiomyomas, followed by adnexal masses, splenic cysts and hepatic hemangiomas. Among the patients with leiomyomas, the frequency of non-operative vaginal delivery (38.07%) was significantly lower than the frequency of caesarean section (55.71%). 6.39% of leiomyomas required a surgical resection at the time of caesarean section, whereas myomectomy during pregnancy was never necessary. Leiomyomas were associated with a higher risk of abortion, stillbirth and postpartum hemorrhage compared to the concurrent cohort. Among the patients with adnexal masses, non-operative vaginal delivery had a 19.57% rate, versus 76.09% rate of caesarean section. 68% of adnexal masses were surgically removed. In 14% of cases surgery was carried out during pregnancy: main indications were the presence of severe symptoms and/or suspected malignancy. There were no cases of stillbirth, IUGR or pPROM among the patients with adnexal masses; the risk of abortion and postpartum hemorrhage was not significantly higher compared to the concurrent cohort. All the patients with splenic cysts and hepatic hemangiomas had a vaginal delivery; none of these patients had adverse events throughout their pregnancy, nor had they to undergo non-obestetric surgery for the treatment of the abdominal mass. CONCLUSION. Abdominal masses seem to be associated with a higher risk of abortion, stillbirth and postpartum hemorrage: this risk is mostly associated with a preponderance of leiomyomas, rather than other types of masses. Moreover, both leiomyomas and adnexal masses seem to give a higher likelihood of caesarean section. Surgery is an option of choice that can be pursued, at delivery in case of leiomyomas, but also during pregnancy in case of adnexal masses that are severely symptomatic or suspicious for malignancy. The presence of non-gynaecologic abdominal masses doesn’t seem to be a contraindication to vaginal delivery, nor does it seem to bring a higher risk of adverse events during pregnancy; if not complicated, these masses can be successfully managed with a conservative surveillance approach.
OBIETTIVO. Lo scopo dello studio era descrivere l’esperienza clinica in un centro di terzo livello, nell’ambito della gestione delle pazienti con una o più tumefazioni addominali diagnosticate nel corso della gravidanza. La valutazione degli interventi eseguiti sulle masse, delle complicanze nella gravidanza e dei dati del parto può infatti essere utile nella gestione di casi simili successivi, in assenza di una letteratura dirimente, nonché nella strutturazione di un counseling appropriato. METODI. È stato condotto uno studio retrospettivo su 399 pazienti, dimesse tra Gennaio 2010 e Dicembre 2020 con una diagnosi di tumefazione addominale effettuata nel corso della gravidanza. Sono state registrate le caratteristiche delle pazienti e delle masse, la presentazione clinica, le complicanze ostetriche e non ostetriche nella gravidanza, eventuali interventi chirurgici non ostetrici, i dati sul parto e sul/i feto/i (se nato/i vivo/i). L’outcome primario era il tasso di parti vaginali non operativi. Gli outcome secondari erano: probabilità di intervento sulle masse; eventi avversi della gravidanza (aborto spontaneo, morte endouterina fetale - MEU, ritardo di crescita intrauterino - IUGR, pPROM); rischio di emorragia postpartum. È stato fatto un confronto con gli outcome di una coorte parallela, costituita da 999 pazienti in gravidanza con un’anamnesi ostetrico-ginecologica e patologica negativa. RISULTATI. Le masse più frequentemente diagnosticate sono state i leiomiomi, seguiti dalle masse annessiali, dalle cisti spleniche e dagli angiomi epatici. Tra i leiomiomi la frequenza del parto vaginale (38.07%) era significativamente inferiore rispetto a quella del taglio cesareo (55.71%). Nel 6.39% dei leiomiomi, è stato effettuato un intervento chirurgico di rimozione combinato al taglio cesareo, mentre non è mai stata necessaria una miomectomia antepartum. I leiomiomi erano associati ad un rischio significativamente più alto di aborto, MEU ed emorragia post-partum rispetto alla coorte parallela. Tra le masse annessiali, la frequenza del parto vaginale era del 19.57%, contro il 76.09% del taglio cesareo. Il 68% delle masse annessiali è stata rimossa chirurgicamente. Nel 14% dei casi la chirurgia è stata eseguita antepartum: le indicazioni erano la presenza di sintomi invalidanti e/o il sospetto di malignità. Non ci sono stati casi di MEU, IUGR o pPROM tra le pazienti con massa annessiale; il rischio di aborto ed emorragia post-partum non era significativamente più alto rispetto alla coorte parallela. Tutte le pazienti con cisti spleniche e con angiomi epatici hanno avuto un parto vaginale; nessuna ha avuto eventi avversi nel corso della gravidanza, né ha subito interventi chirurgici sulla massa. CONCLUSIONI. Le masse addominali sembrano essere associate a un rischio più alto di aborto, MEU ed emorragia post-partum, dato principalmente dalla preponderanza dei leiomiomi, piuttosto che da altre tipologie di masse. Inoltre, i leiomiomi e le masse annessiali sono associati ad un tasso più alto di tagli cesarei. La chirurgia può essere presa in considerazione, al momento del parto nel caso dei leiomiomi, anche antepartum nel caso di masse annessiali gravemente sintomatiche o sospette per malignità. La presenza di masse addominali extraginecologiche non sembra rappresentare una controindicazione al parto vaginale, né sembra aumentare il rischio di eventi avversi nel corso della gravidanza; se non complicate, queste possono essere gestite con un approccio conservativo di sorveglianza.
Tumefazioni addominali in gravidanza: counseling e management clinico. Esperienza di 10 anni in un centro monospecialistico.
PUTRINO, GIULIA
2020/2021
Abstract
OBIETTIVO. Lo scopo dello studio era descrivere l’esperienza clinica in un centro di terzo livello, nell’ambito della gestione delle pazienti con una o più tumefazioni addominali diagnosticate nel corso della gravidanza. La valutazione degli interventi eseguiti sulle masse, delle complicanze nella gravidanza e dei dati del parto può infatti essere utile nella gestione di casi simili successivi, in assenza di una letteratura dirimente, nonché nella strutturazione di un counseling appropriato. METODI. È stato condotto uno studio retrospettivo su 399 pazienti, dimesse tra Gennaio 2010 e Dicembre 2020 con una diagnosi di tumefazione addominale effettuata nel corso della gravidanza. Sono state registrate le caratteristiche delle pazienti e delle masse, la presentazione clinica, le complicanze ostetriche e non ostetriche nella gravidanza, eventuali interventi chirurgici non ostetrici, i dati sul parto e sul/i feto/i (se nato/i vivo/i). L’outcome primario era il tasso di parti vaginali non operativi. Gli outcome secondari erano: probabilità di intervento sulle masse; eventi avversi della gravidanza (aborto spontaneo, morte endouterina fetale - MEU, ritardo di crescita intrauterino - IUGR, pPROM); rischio di emorragia postpartum. È stato fatto un confronto con gli outcome di una coorte parallela, costituita da 999 pazienti in gravidanza con un’anamnesi ostetrico-ginecologica e patologica negativa. RISULTATI. Le masse più frequentemente diagnosticate sono state i leiomiomi, seguiti dalle masse annessiali, dalle cisti spleniche e dagli angiomi epatici. Tra i leiomiomi la frequenza del parto vaginale (38.07%) era significativamente inferiore rispetto a quella del taglio cesareo (55.71%). Nel 6.39% dei leiomiomi, è stato effettuato un intervento chirurgico di rimozione combinato al taglio cesareo, mentre non è mai stata necessaria una miomectomia antepartum. I leiomiomi erano associati ad un rischio significativamente più alto di aborto, MEU ed emorragia post-partum rispetto alla coorte parallela. Tra le masse annessiali, la frequenza del parto vaginale era del 19.57%, contro il 76.09% del taglio cesareo. Il 68% delle masse annessiali è stata rimossa chirurgicamente. Nel 14% dei casi la chirurgia è stata eseguita antepartum: le indicazioni erano la presenza di sintomi invalidanti e/o il sospetto di malignità. Non ci sono stati casi di MEU, IUGR o pPROM tra le pazienti con massa annessiale; il rischio di aborto ed emorragia post-partum non era significativamente più alto rispetto alla coorte parallela. Tutte le pazienti con cisti spleniche e con angiomi epatici hanno avuto un parto vaginale; nessuna ha avuto eventi avversi nel corso della gravidanza, né ha subito interventi chirurgici sulla massa. CONCLUSIONI. Le masse addominali sembrano essere associate a un rischio più alto di aborto, MEU ed emorragia post-partum, dato principalmente dalla preponderanza dei leiomiomi, piuttosto che da altre tipologie di masse. Inoltre, i leiomiomi e le masse annessiali sono associati ad un tasso più alto di tagli cesarei. La chirurgia può essere presa in considerazione, al momento del parto nel caso dei leiomiomi, anche antepartum nel caso di masse annessiali gravemente sintomatiche o sospette per malignità. La presenza di masse addominali extraginecologiche non sembra rappresentare una controindicazione al parto vaginale, né sembra aumentare il rischio di eventi avversi nel corso della gravidanza; se non complicate, queste possono essere gestite con un approccio conservativo di sorveglianza.File | Dimensione | Formato | |
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