Economia e vita quotidiana. Riflessioni a partire dalle ricerche di Viviane Zelizer

Ho scelto di trattare due capitoli tratti dal saggio di Viviane Zelizer, ¿Vite Economiche¿, perché ritengo che, unitamente, diano una visione completa del rapporto tra vita sociale e vita economica e mostrino con argomentazioni ed esempi efficaci cosa succede quando si intersecano. Nel primo capitolo da me considerato, la studiosa analizza come, a partire dal XIX secolo, la valutazione economica della vita, ritenuta inestimabile e al di sopra di qualsiasi stima monetaria dalla maggioranza delle persone, sia stata gradualmente accettata. Ciò che ha permesso questo cambio di prospettive e lo scavalcamento delle tensioni nate dallo ¿scontro¿ di valori umani ed economici, è stata la trasformazione del significato dell'assicurazione sulla vita, da mezzo profano di guadagno a atto amorevole e previdente verso i propri cari e forma di immortalità economica per lo stipulante. Al contrario, nel secondo capitolo viene trattata l'attribuzione di significati sociali e personali ad un elemento apparentemente omogeneo e materiale come il denaro. La Zelizer affronta questo argomento considerando il tema della moneta domestica e riesce a dimostrare i limiti e l'inadeguatezza dell'approccio utilitarista al denaro, per passare a promuovere un modello alternativo delle ¿monete speciali¿. Attraverso i capitoli del testo, analizzando i confini tra cultura ed economia, emergono degli argomenti ricorrenti: in primo luogo, la Zelizer prende le distanze dalla teoria delle ¿sfere separate¿ che sostiene l'esistenza di due tipi diversi di vita sociale, una orientata da principi di razionalità ed efficienza, l'altra orientata da principi sentimentali e di solidarietà e che se lasciate a se stesse e ben separate, le due sfere funzionerebbero bene. La studiosa sceglie deliberatamente esempi di integrazione tra vita sociale ed economica: la stipulazione di un'assicurazione sulla vita permette ad un padre di famiglia di prendersi cura dei propri cari anche dopo la propria dipartita.